Titolo: Come i nostri genitori; Titolo originale: Como nossos pais; Regia: Lais Bodansky; Interpreti: Maria Ribeiro, Clarisse Abujamra, Paul Vilhena, Felipe Rocha; Origine: Brasile; Anno: 2017; Durata: 105’
Rosa, donna di 38 anni, è pressata dai tanti ruoli che svolge. Durante un pranzo di famiglia la madre le fa una rivelazione sensazionale. Sarà l’inizio di un percorso di riappropriazione di sé.
Come i nostri genitori è un film che raramente si vede al cinema; armoniosa ed efficace, l’opera firmata da Lais Bodansky (regista brasiliana qui alla sua 4° esperienza) ha infatti vinto numerosi premi sia in Brasile che all’estero.
Idealmente il film prende le mosse da Casa di bambola di Ibsen: cosa succede a Nora dopo che il sipario si chiude? È quello che Rosa, la protagonista del film, interpretata da una strabiliante Maria Ribeiro (vincitrice di numerosi premi per questo ruolo), si chiede in uno script per il teatro che sta cercando di ultimare tra la compilazione di brochure di accessori per il bagno, suo effettivo lavoro.
Rosa è pressata dai tanti ruoli che la società le impone di svolgere in maniera performante ed impeccabile (mamma di due bambine pre-adolescenti, moglie, figlia e al contempo madre dei propri genitori anziani, lavoratrice, amante), ottimo modo per controllare ed ingabbiare la donna nel suo atavico senso di colpa (in questo caso quello di non svolgere tutto perfettamente, cosa umanamente impossibile), qui acuito da un rapporto difficile e conflittuale con la madre, intellettuale dalla forza ed autostima altissime. In questo contesto Rosa tende ovviamente ad annullarsi: non c’è il tempo per occuparsi di sé ed inevitabilmente lei viene dopo le necessità delle bambine, del marito che fa parte di un gruppo ambientalista che vuole salvare l’Amazzonia, della madre che non sta bene, del padre anziano artista senza soldi. Rosa c’è sempre per tutti, tranne che per sé stessa.
Durante un pranzo domenicale la madre le fa però una rivelazione sensazionale, che sarà per Rosa l’avvio di un percorso di individuazione e riappropriazione di sé. Pian piano riesce a concedersi del tempo, a iniziare una terapia di coppia con il marito, a innamorarsi, a riprendere a scrivere per il teatro, a riavvicinarsi alla madre e alla fine ad affermare con fermezza e senza paura cosa vuole: verità.
Come i nostri genitori si avvale di una sceneggiatura eccezionale, frutto del lavoro della regista con il grande sceneggiatore brasiliano Luiz Bolognesi: ciascuno dei personaggi è portatore di una sua verità e codice esistenziale, tra i quali spiccano i due genitori, forti della loro esperienza, le cui affermazioni sono altrettante filosofie di vita.
«Ridere degli altri è fascismo, ridi di te stessa.» Padre
«Devi trasgredire, Rosa. Trasgredire fa bene.» Madre
Un ritmo vivace e sostenuto, dove la dolcezza si mischia all’amarezza, dove il riso è misto al pianto, proprio come è la vita, non solo di Rosa.
L’abilità della regista sta anche nella composizione delle inquadrature, in particolare nella scenografia all’interno delle stesse: uno studio accurato delle immagini e del design (quello della scuola di San Paolo è rinomato nel mondo), con attenzione agli oggetti, spesso fotografati singolarmente, come se continuassero a parlare dei personaggi anche in loro assenza… Le nostre case parlano di noi.
Completa il quadro la musica nostalgica e dolce di Elis Regina con il brano Como nossos pais ( da cui il titolo del film) in versione solo piano, perfettamente inserito nella narrazione.
Come i nostri genitori è un film che merita di essere distribuito e visto, che nella marea di blockbuster americani si distingue e si apprezza, che ci dimostra come le donne, quando hanno la possibilità di esprimersi, firmino opere che spiccano per forza espressiva, conquistando noi spettatori proprio per la loro verità.
Vedi anche: Bari Brasil Film Fest – PRIMA CHE NON RICORDI
Bari Brasil Film Fest – BINGO: IL RE DELLE MATTINE

About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto una trasmissione sul cinema "Sold Out Cinema" su Controradio Bari.