
In un anno che non si è distinto per opere cinematografiche particolarmente rilevanti, è inevitabile che anche la premiazione degli Oscar sia stata mediamente sottotono.
Vince ben quattro statuette,per le categorie più prestigiose, Anora di Sean Baker (miglior film, migliore regia, migliore attrice protagonista Mikey Madison, migliore sceneggiatura originale), un film infarcito di luoghi comuni, di sicuro non il migliore di Sean Baker.
Se una interpretazione è da Oscar pensiamo a qualcosa di indimenticabile: non sembra il caso di Mikey Maddison che interpreta appunto Anora; questo principio vale invece di sicuro per Zoe Saldana che ha vinto il meritatissimo premio come migliore attrice non protagonista interpretando il ruolo dell’avvocata Rita Moro Castro, vera forza del film Emilia Perez di Jacques Audiard.
Avrebbe sicuramente meritato di più The Substance di Coralie Fargeat, un film dalle tematiche scomode (ageismo, mito della bellezza) che poco si conciliano con Hollywood che infatti ha concesso solo il premio per miglior trucco e acconciatura attribuito a Pierre Olivier Persin, Sthéphanie Guillon e Marilyne Scarselli. Pensare,specie di questi tempi, non è vincente.
Di seguito le recensioni di Cinemagazzino relative ai film citati.
ANORA

Anora del regista e sceneggiatore statunitense #SeanBaker, #PalmaOro allo scorso #Festival di #Cannes, narra la storia dell’incontro tra Anora #MikeyMadison giovane spogliarellista/escort di Brooklyn, ed Ivan #MarkEidelstein ventenne figlio di un magnate russo. I due vivranno una settimana intensa e folle, comprensiva di matrimonio lampo a Las Vegas, fino all’arrivo dei genitori di Ivan dalla Russia. Tra #romance (PrettyWoman, Cenerentola, Flashdance) e #commedia (Tutto in una notte,Una notte da leoni e TheBlinRing) Anora è un film che si inserisce tra questi generi senza distinguersi né per trattazione dei temi e dei personaggi, né per regia e riprese. Il regista Sean Baker, che nel suo precedente #UnSognoChiamatoFlorida aveva saputo raccontare una storia difficile con una cifra personale, qui perde autorialita’ per propinarci più di due ore di #luoghi#comuni visivi da #male#gaze imperante (primi piani da topless bar a profusione), con #rappresentazione stereotipata e scontata sia dei personaggi (dalla escort sveglia e ‘realizzata’ ai russi ricchi e potenti), sia della storia, con una sceneggiatura che più prevedibile non si può. Né vale a salvare il film il ‘decantato’ finale che anzi conferma l’ulteriore rappresentazione maschile del femminile: Anora si salverà (forse) grazie ad un uomo, gentile questa volta, il body guard Ivan #JuryBorisov (già visto in #Scompartimenton6, quello sì un bel film!), ma comunque sempre e solo grazie ad un #uomo#salvifico. #Autodeterminazione#femminile questa sconosciuta!Resta pertanto del tutto incomprensibile come un film del genere abbia potuto essere premiato con il maggior riconoscimento, la Palma d’oro per miglior film, allo scorso festival di Cannes. Misteri festivalieri.
EMILIA PEREZ

Emilia Perez del regista e sceneggiatore francese #JacquesAudiard è un film non inquadrabile in un unico genere: melodramma, polar (poliziesco e noir), telenovela kitsch, musical, in transizione da un genere all’altro come la sua protagonista Emilia. Rita Moro Castro #ZoeSaldana (molto brava), avvocata insoddisfatta di un importante studio legale di Città del Messico, viene contattata da Juan Manitas del Monte, feroce boss dei cartelli messicani della droga, perché lo aiuti ad inscenare la sua morte e successivamente permettergli di realizzare il suo più grande sogno: diventare una donna, personaggi entrambi interpretati da #KarlaSofiaGascón che porta alla sua intensa interpretazione il prezioso valore aggiunto del proprio percorso di vita. Rita accetta, l’operazione va bene e Juan inizia la sua nuova vita come Emilia Perez. Con l’aiuto di Rita, fonda un’associazione, La Lucecita, che si occupa di ritrovare i cadaveri dei #desaparecidos, inizia una storia d’amore con Epifania Flores #AdrianaPaz, che ha un passato di violenza domestica subita, e riesce a far ritornare dalla Svizzera, dove erano stati fatti trasferire, i suoi due figli e Jessi #SelenaGomez, sua moglie nella vita precedente, spacciandosi per cugina di Manitas. Ma non tutto va per il verso giusto… “Se il corpo cambia, l’anima cambia e anche la società cambia”, dice Emilia dopo la sua transizione. Tutto il film di Audiard, 72 anni solo sulla carta, è una contrapposizione tra universo #maschile/#patriarcale ed universo #femminile/#solidale. Rita è una bravissima avvocata sfruttata in uno studio dove il titolare imposta le difese verso il potenziamento dei #privilegi#maschili, sino a negare un #femminicidio che diventa suicidio; Manitas è emblema di prevaricazione, violenza, guerra e ferocia volte alla sopraffazione dell’altro per il potere; Epifania ha subito per anni violenza da parte del marito. Di fronte ad uno #scenario generale ancora fortemente #patriarcale, Audiard sembra chiedersi e dirci: cosa succederebbe se fossero le donne a governare il mondo? E se gli uomini assecondassero la loro parte femminile e si comportassero di conseguenza? Di sicuro il mondo sarebbe un posto migliore. #EmiliaPerez, che ha già fatto incetta di numerosi prestigiosi premi (#migliore#interpretazione#femminile allo scorso festival di #Cannes per tutte le quattro attrici principali, oltre vari #GoldenGlobe) è un vero #film#trans–#identitario che si diverte a sovvertire i canoni della narrazione, regalandoci una storia originale che celebra la #libertà di essere se’ stesse e la #forza della #sorellanza, vera strada per la ‘redenzione’ (come la sequenza finale suggerisce). Imprescindibile.
Alessandra Quagliarella

About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali dell'Università di Bari con oggetto la Violenza di genere. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa. Nell'aprile del 2024 ha curato una lezione su ' Sesso e sessualità: dalle pioniere del cinema muto al cinema femminista degli anni 70' nell'ambito del corso di Letteratura di genere della prof.ssa lea Durante all'Università di Bari. Collabora con l'Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto. In particolare approfondisce i collegamenti tra gli studi di genere e cinema.