Space Dogs concorso TFFDOC Internazionale.Doc

Lo sguardo sorprendente di Elsa Kresmer e Levin Peter segue alcuni cani randagi nelle periferie di Mosca. Sono i diretti discententi di Laika, primo essere vivente a esplorare lo Spazio per l’URSS. Sbalordisce l’indifferenza dei pelosi protagonisti alla macchina da presa resa possibile solo grazie a un lungo periodo di conoscenza e frequentazione con gli autori: dormono, bevono, cacciano e, intanto, la vita frenetica e distratta degli umani scorre alle loro spalle. La loro intelligenza, tenacia e autosufficienza li fecero preferire all’ agenzia spaziale russa per i primi viaggi (gli americani puntarono sugli scimpanzé). Le sequenze contemporanee sono intervallate da alcuni filmati di repertorio che mostrano, senza tralasciare crudi particolari, la preparazione dei molti cani-astronauti. Una curiosità: furono inviate anche due tartarughe che non fecero mai ritorno sulla Terra e che, ci piace immaginare, continuino a vagare poeticamente la Galassia.
Frances Ferguson fuori concorso Festa Mobile

La giovane e bella supplente Frances tenta di evadere dalla monotonia della provincia americana (Nebraska) e dall’infelicità del suo matrimonio, portandosi a letto un aitante studente del liceo. L’effetto sulla sua vita sarà dapprima disastroso, quindi di svolta e di rinascita. Un “piccolo film” – come lo ha definito il regista Bob Byington – con toni (e suoni) “fragola e vaniglia”, leggero ma critico e sarcastico verso un sistema giuridico-riabilitativo americano da ricalibrare.
Bina/The antenna fuori concorso After Hours

In un condominio residenziale di periferia, viene installata l’antenna che permetterà di ricevere in diretta il “bollettino” quotidiano dal governo. Non appena messa in funzione, strani fenomeni pervadono la palazzina e un liquame nero pece si diffonde negli appartamenti.
La Turchia di “Bina” si avvicina evocativamente e criticamente all’attuale clima totalitario instaurato da Erdogan. Una metafora, neanche tanto implicita, del clima di controllo e oppressione che si respira. Una “melma” di propaganda che annega i suoi cittadini e uccide i propri figli, mentre gli Stati Europei restano a guardare alla finestra. Un noir kafkiano e ipercitazionista che ha il sapore amaro di una richiesta di aiuto.