Tripletta dal 37TFF

Space Dogs concorso TFFDOC Internazionale.Doc

Regia: Elsa Kremser, Levine Peter; Interpreti: Aleksey Serebryakov; Origine: Austria, Germania; Anno: 2019; Durata: 91′

Lo sguardo sorprendente di Elsa Kresmer e Levin Peter segue alcuni cani randagi nelle periferie di Mosca. Sono i diretti discententi di Laika, primo essere vivente a esplorare lo Spazio per l’URSS. Sbalordisce l’indifferenza dei pelosi protagonisti alla macchina da presa resa possibile solo grazie a un lungo periodo di conoscenza e frequentazione con gli autori: dormono, bevono, cacciano e, intanto, la vita frenetica e distratta degli umani scorre alle loro spalle. La loro intelligenza, tenacia e autosufficienza li fecero preferire all’ agenzia spaziale russa per i primi viaggi (gli americani puntarono sugli scimpanzé). Le sequenze contemporanee sono intervallate da alcuni filmati di repertorio che mostrano, senza tralasciare crudi particolari, la preparazione dei molti cani-astronauti. Una curiosità: furono inviate anche due tartarughe che non fecero mai ritorno sulla Terra e che, ci piace immaginare, continuino a vagare poeticamente la Galassia.

Frances Ferguson fuori concorso Festa Mobile

Regia: Bob Byington; Interpreti: Kaley Wheless, Martin Starr; Origine: Usa; Anno: 2019; Durata: 74′

La giovane e bella supplente Frances tenta di evadere dalla monotonia della provincia americana (Nebraska) e dall’infelicità del suo matrimonio, portandosi a letto un aitante studente del liceo. L’effetto sulla sua vita sarà dapprima disastroso, quindi di svolta e di rinascita. Un “piccolo film” – come lo ha definito il regista Bob Byington – con toni (e suoni) “fragola e vaniglia”, leggero ma critico e sarcastico verso un sistema giuridico-riabilitativo americano da ricalibrare.

Bina/The antenna fuori concorso After Hours

Regia: Orcun Behram; Interpreti: Levent Unsal, Gul Arici; Origine: Turchia; Anno: 2019; Durata: 115′

In un condominio residenziale di periferia, viene installata l’antenna che permetterà di ricevere in diretta il “bollettino” quotidiano dal governo. Non appena messa in funzione, strani fenomeni pervadono la palazzina e un liquame nero pece si diffonde negli appartamenti.
La Turchia di “Bina” si avvicina evocativamente e criticamente all’attuale clima totalitario instaurato da Erdogan. Una metafora, neanche tanto implicita, del clima di controllo e oppressione che si respira. Una “melma” di propaganda che annega i suoi cittadini e uccide i propri figli, mentre gli Stati Europei restano a guardare alla finestra. Un noir kafkiano e ipercitazionista che ha il sapore amaro di una richiesta di aiuto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *