Riepilogo Aprile 2025: The Shrouds / The last showgirl / Sotto le foglie / Queer / Love.

THE SHROUDS

Titolo Origine: Les Liceuls; Regia: David Cronenberg; Interpreti: Vincent Cassel, Diane Kruger; Origine: Canada, Francia; Anno: 2024; Durata: 119′

#TheShrouds#SegretiSepolti (t.o.The Shrouds, trad. I sudari) è l’ultima opera del regista canadese #DavidCronenberg. Karsh #VincentCassel (che ha voluto assomigliare fisicamente a Cronenberg in capelli, postura ed abiti) dopo la morte di sua moglie Becca #DianeKruger, crea un cimitero tecnologico, GraveTech, dove è possibile monitorare la decomposizione dei corpi dei propri estinti nelle bare. Una notte il cimitero viene profanato; sarà l’inizio di una serie di eventi alla ricerca dei responsabili. “Le persone pensano che la morte sia l’opposto della vita, ma in realtà è parte dell’esistenza stessa, anche se è difficile accettarlo”, ha dichiarato il regista che ha girato questo film dopo la #morte di sua moglie, compagna per 40 anni. Ogni volta che un nuovo #medium compare, si modifica il #rapporto tra #vita e #morte; così è stato con la nascita della fotografia e del cinema, così è ora nell’#era#digitale (siamo solo all’inizio) in cui l’identità in rete segna un post-umanesimo in cui stiamo imparando a non avere più segreti nostri e dove in alcuni paesi già ci sono programmi che permettono di vedere/toccare i propri estinti in modalità aptica digitale. In #TheShrouds questo confine si assottiglia ancora di più tanto da accompagnare visualmente la decomposizione del corpo dell’amata, (per #Bataille ‘l’erotismo è approvazione della vita fino in fondo alla morte’), una prospettiva, quella di Cronenberg, ateistica come lui stesso ha precisato, in cui l’unico credo/ossessione è appunto il #corpo, in tutte le sue #mutazioni (digitali, macchiniche, tumorali, medicalizzate, decomposte). E il confine ancora di più si assottiglia quando lo stesso Karsh, indossando un sudario hi-tech, riesce a vedere il proprio corpo in dimensione ‘thanatos’. L’umano in mutazione delega sempre più alle macchine che diventano sempre più umane. #TheShrouds parte bene, con #dialoghi efficaci: tra Karsh e il suo dentista (il dolore emotivo determina dolore fisico, ai denti, le parti che non si decompongono nei cadaveri), tra Karsh e una sua blind date alla quale chiede “Quanto ti vuoi addentrare nel buio”, tra Karsh e sua cognata Terry, sempre #DianeKruger; con gli inserti onirici (bellissimi) degli incontri con sua moglie e il suo corpo in mutazione. Si perde invece quando entra nel reale, nelle piste complottistiche di russi/cinesi/ambientalisti/hacker, quasi un altro film che appesantisce inutilmente. Resta comunque la valida suggestione delle riflessioni innescate, per cui si, il Maestro va onorato!

THE LAST SHOWGIRL

Regia:Gia Coppola; Interpreti: Pamela Anderson, Jamie Lee Curtis; Origine:Usa; Anno: 2024; Durata: 1h 25m

#TheLastShowgirl della regista statunitense #GiaCoppola (suo nonno è Francis Ford Coppola e sua zia Sofia Coppola alla quale molto si ispira), qui al suo terzo lungometraggio, narra una storia delicata e insolita tratta da uno spettacolo teatrale #BodyofWork con la sceneggiatura efficace di #KateGersten. Shelley, quasi 60 anni nascosti ai più, interpretata da #PamelaAnderson, dagli anni 80 fa orgogliosamente parte dello #show The Razzle Dazzle di #LasVegas come #ballerina, uno show che si ispira al #Lido di #Parigi con tripudio di strass e piume colorate, ma troppo old style per resistere rispetto alle nuove tendenze circensi e volgari sempre più richieste. Lo show deve chiudere e Shelley si trova a dover fare i conti con la propria vita e le proprie scelte, inclusa una figlia, Hanna #BillieLourd, vicina alla laurea e data in affido quando era piccola. Nel ventre molle e spietato degli States, dove non esiste assistenza sanitaria gratuita e il vero lusso non scontato è avere un piano pensionistico, in una Las Vegas glitterata e indifferente, perfetto scenario da #sogno#americano tradito, si aggira una donna che avrebbe tutto per arrendersi: età (quasi 60 nello showbiz è una condanna definitiva, come ampiamente narrato anche in #TheSubstance di #CoralieFargeat), senza soldi, senza famiglia, ad eccezione della sua amica Annette #JamieLeeCurtis (incisivo il suo ballo sulle note di #TotalEclipseoftheheart). Sulla carta ci sarebbero le premesse perfette per una totale sconfitta, ma Shelley difende orgogliosamente le sue scelte, ama il suo lavoro, non è una perdente, nonostante tutto. ‘Non capisco perché a noi donne si dice di continuo fai questo, non fare quello. Basta!’, sbotta con Eddie #DaveBautista durante un pseudo date. Un #personaggio delicato, puro, #resiliente, quello di Shelley, che ha molte similitudini e connessioni con lo stupendo #TheWrestler di #DarrenAronofsky e che aggiunge ulteriori sfumature alla rappresentazione femminile, #senza#filtri, come liberamente rivendica la stessa Pamela Anderson, ex Playmate della rivista più #malegaze in assoluto; è uno di quei casi in cui la #coincidenza tra persona e personaggio è fortissima (come #MickeyRourke/#AndyTheRam) tanto da farci dire che nessun altra attrice avrebbe potuto essere Shelley. #TheLastShowgirl, nonostante qualche sbavatura specie rispetto alla ripetitività dello schema narrativo, ha una sua valenza che porta a consigliarne la visione.

SOTTO LE FOGLIE

Titolo originale: Quand vient l’automne; Regia: Francois Ozon; Interpreti: Helene Vincent, Josiane Balasko, Ludivine Sagnier; Origine: Francia; Anno: 2024; Durata: 1h 42m

#SottoLeFoglie (t.o. Quand vient l’automne) del regista e sceneggiatore francese #FrançoisOzon è un misto di #drammafamiliare, #noir e #mèlo. La 70enne Michelle #HèléneVincent (bravissima) vive da sola in Borgogna; ha una sola amica, Marie Claude #JosianeBalasko il cui figlio Vincent #PierreLottin sta per uscire dalla prigione, una figlia, Valérie #LudivineSagnier che vive a Parigi con la quale il rapporto è molto conflittuale e un adorato nipote, Lucas #GarlanErlos. Durante le vacanze che Valerie e Lucas passano da Michelle, questa prepara dei funghi da lei raccolti che si riveleranno velenosi; Valerie, sottoposta a lavanda gastrica, convinta che Michelle l’abbia fatto apposta, taglia definitivamente i ponti con la madre e le vieta di vedere l’amato nipote Lucas. Da qui una serie di eventi ad incastro secondo uno schema noir dalle conseguenze imprevedibili, eventi che tuttavia lasciano aperta la strada a varie interpretazioni, giacché uno dei #pregi di #SottoLeFoglie è proprio l’apertura a #varie #letture, specie del personaggio di Michelle, centro assoluto della storia, senza forzare un giudizio, ma lasciando anche intravedere pieghe inverosimili che pur sembrano possibili e verso le quali noi spettatrici infine non ci sentiamo intransigenti. Il #piacere del #racconto che si dipana e si srotola fluidamente in varie direzioni, senza pause e con una vivibilità tangibile dei personaggi, è il punto di forza del film che ha una struttura narrativa solida, fluida e dal ritmo sostenuto. Dietro il noir, però, c’è anche altro, e non poco: in primis il #coraggio di Ozon di porre al centro una #protagonista#anziana (in un cinema dove vige il mantra ‘be young and beautiful’), di parlare di #solidarietà#femminile, di tracciare percorsi di non giudizio rispetto a tematiche ancora molto additate quale la #prostituzione femminile. In definitiva un piccolo grande film, da non sottovalutare, molto francese, molto bello, nel finale anche commovente. Bravo Ozon (ma non avevo dubbi)!

QUEER

Regia: Luca Guadagnino; Interpreti: Daniel Craig, Drew Starkey;Origine: Italia, Usa; Anno: 2024; Durata:135m

#Queer del regista italiano #LucaGuadagnino, con la sceneggiatura di #JustinKuritzkes, è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di #WilliamSBurroughs del 1953, pubblicato solo nel 1985 con il titolo dispregiativo di ‘Checca’, giacché solo di recente il termine ‘Queer’ ha perso quella #valenza#negativa originaria, demolita a favore di una #risignificazione#positiva partita proprio dagli stessi soggetti oggetto del linguaggio di odio, come spiega #JudithButler nel suo #Questionidigenere. William Lee #DanielCraig (che riesce a scrollarsi di dosso il peso Bondiano) tra il flaneur e lo junkie, vaga per le strade di Città del Messico passando da un bar all’altro tra mescal e incontri fugaci, fino a quando si imbatte nel giovane Gene Allerton #DrewStarkey del quale si innamora irrimediabilmente. Inizia tra i due un #viaggio#lisergico tra alcool, droghe e passione verso una irraggiungibile fusione totale. Diviso in tre capitoli più un epilogo, #Queer è un film #enigmatico, #astratto, #irregolare, a tratti visivamente attrattivo, a tratti meno, allucinatorio. “Sono rimasto folgorato dalla lettura di questo romanzo a 17 anni, forse perché anche per me l’amore è ossessione.”, ha dichiarato il regista. In una #società quale la nostra dove il #controllo e la #razionalità o IA sono sempre più invasive, scegliere di #perdersi rimane una qualità molto ed esclusivamente umana, certo non macchinica. Ecco, Queer è un #elogio allucinatorio del #perdersi: droghe, alcool, passione amorosa portano tutte allo stesso stato di perdita del se’, per lo meno di quello razionale. In sintonia con questo tema sono le scelte musicali (#soundtrack bellissima e perfetta). #IanCurtis con i Joy Division, #KurtCobain con i Nirvana sono altrettanti cantori e loro stessi simboli di quella #estetica del #malessere (vedi l’incisivo saggio di #ClaudiaAttimonelli) che accomuna e di certo comprende Burroughs e #Queer. Un film complesso, non il mio preferito di Guadagnino, forse perché (confesso) non avendo letto il romanzo qualcosa mi sfugge, o forse è proprio questa l’essenza del tema, quello sfuggire da una comprensione razionale totale.

LOVE

Titolo originale: Kjaelighet; Regia: Dag Johan Haugerud; Interpreti: Andrea Beaein Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen; Origine: Norvegia; Anno: 2024; Durata: 1h 59m

#Love (t.o.Kjaelighet, lett.Amore) del regista e sceneggiatore norvegese #DagJohanHaugerud fa parte della #trilogia dedicata ai rapporti umani insieme con #Dreams (uscito agli inizi di aprile) e #Sex che uscirà a breve. Marianne #AndreaBraeinHovig, dottoressa urologa (‘perché il ventre è la nostra parte più intima’, afferma) e Tor #TayoCittadellaJacobsen, infermiere lavorano nello stesso ospedale di Oslo. Una sera si incontrano per caso sul traghetto, un luogo sospeso e neutro, che da un fiordo vicino li porta al centro città. Inizia tra i due una comunicazione confidente su relazioni amorose e sessuali che porterà Marianne ad aprirsi a nuove esperienze. Come #Dreams anche #Love è un film molto #parlato, nello stile di #EricRohmer, e mette in scena varie #tipologie#umane, sempre contrassegnate dal ruolo sociale di appartenenza (urologa, infermiere, geologo, operatrice culturale, carpentiere, musicologa) a significare che ciascuno ha un approccio peculiare alla vita e alle relazioni eco del modo in cui opera nella società. Marianne è razionale, difesa, protetta, anche se apparentemente risolta, mentre Tor è fortemente #empatico, più sciolto rispetto ad amore e desiderio, una sorta di ‘traghettatore’ appunto verso la vicinanza, il voler bene nel senso di #agape e non solo di #eros, nonché verso una naturale apertura al piacere. Ulteriore protagonista, come in Dreams, la città di #Oslo che qui diventa raccordo tra punti distanti messi in comunicazione secondo linee orizzontali (il percorso del traghetto tra i vari punti della baia) e verticali (le riprese iniziali e finali sul palazzo del Comune), coordinate metaforiche del vivere. #Love è un film #cerebrale, ma anche #delicato, sulla #disponibilità all’apertura e alla vicinanza come chiave del vivere e dell’esplorarsi. Meno sognante e avvolgente di #Dreams, è comunque da vedere, come parte essenziale della trilogia del regista.

Alessandra Quagliarella

About Alessandra Quagliarella

Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali dell'Università di Bari con oggetto la Violenza di genere. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa. Nell'aprile del 2024 ha curato una lezione su ' Sesso e sessualità: dalle pioniere del cinema muto al cinema femminista degli anni 70' nell'ambito del corso di Letteratura di genere della prof.ssa lea Durante all'Università di Bari. Collabora con l'Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto. In particolare approfondisce i collegamenti tra gli studi di genere e cinema.

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