
L’abbiamo visto tutte almeno una volta e sempre, immancabilmente, invase dal terrore:parliamo di Shining, opera di un regista nato nel Bronx, approdato ad Hollywood, auto-esiliatosi in Inghilterra, un regista sempre 50 anni avanti rispetto ai suoi contemporanei, famoso per lavorare in uno stato ossessivo, le cui emozioni finivano nelle sinapsi del suo cervello per trasformarsi in visioni: stiamo parlando di Stanley Kubrick, creatore esclusivamente di cult-movies; quello targato 1980 è Shining.

“Se il film smuove le nostre emozioni, il nostro subconscio, allora ha funzionato.”Stanley Kubrick
Sicuramente questo con Shining succede per tre (non esaustivi) motivi.
LA STORIA
Tratto dal romanzo omonimo di Stephen King che a questo proposito dichiarò:” Credo che con questo film Stanley Kubrick voglia davvero fare del male alla gente.”…e se lo dice lui.

In realtà questa storia potrebbe essere considerata il primo horror sul blocco dello scrittore.

Kubrick la scelse perchè la trovava ingegnosa ed eccitante a causa dello straordinario equilibrio tra psicologia e soprannaturale. Inoltre, come tutte le storie dell’orrore, ci mostra gli archetipi dell’inconscio: possiamo vedere il nostro lato oscuro senza doverlo affrontare direttamente.
Infatti il vero orrore del film sono i demoni personali di Jack Torrance e la furia che scatena sulla sua famiglia.

LA STEADYCAM
Il secondo elemento importante di questo film è la tecnica di ripresa effettuata in gran parte con una nuova invenzione: la steadycam. Per Shining Kubrick chiamò direttamente l’inventore, Garrett Brown, che la utilizzò al massimo delle sue potenzialità.

Le sequenze più famose sono quella del labirinto e quelle sbalorditive inquadrature che seguono Danny sul suo triciclo nell’Overlook Hotel a pochi centimetri dal pavimento (fu pensato un prototipo di sedia a rotelle che consentiva a Garret Brown di stare seduto con la macchina e non dover correre). Inoltre in queste sequenze il suono delle rotelline di plastica che scorrono alternativamente sul legno e sul tappeto della stanza principale crea un effetto viscerale che comunica direttamente con lo spettatore. E’ una sorta di soggettiva malevola: come se il male seguisse il bambino.

JACK NICHOLSON
Terzo elemento: il protagonista Jack Nicholson che fu la scelta inequivocabile per Jack Torrance uno dei migliori villain della storia del cinema. Kubrick lo definiva il più grande attore cinematografico dei nostri giorni. Il suo lavoro è sempre interessante, pensato con lucidità, e ha il fattore X : la magia.

L’interpretazione di Nicholson è incredibilmente intricata, con improvvisi cambiamenti di pensiero e di umore.
A volte Kubrick faceva 70-80 ciak per inquadratura. Cercava di ottenere interpretazioni che nascessero dall’estremo, dalla spossatezza. Per esempio una particolare scena in cucina tra Danny e Halloran fu girata 148 volte o quella dell’ascensore perché il sangue non sembrava sangue. Quasi tutto il cast si ritrovò sull’orlo di una crisi di nervi alla fine della riprese.

La parte di Jack Torrance era estremamente fisica; Jack Nicholson si caricava fino alla frenesia, saltando su e giù e imprecando ad alta voce mentre aspettava di girare.
Una delle sue improvvisazioni fu la leggendaria battuta “Sono il lupo cattivo – Here’s Johnny” dopo aver abbattuto a colpi di scure la porta del bagno per raggiungere la terrorizzata Wendy.

“Il film iniziava con un presagio e io mi sono limitato a farlo esplodere.” Jack Nicholson.

Se non lo avete visto (dubito),vi invito a recuperarlo; se lo avete già visto, vi invito a rivederlo, nella notte più dark-horror dell’anno.
Alessandra Quagliarella

About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.