Titolo originale: Trainwreck; Regia: Judd Apatow; Interpreti: Amy Schumer, Bill Hader, Brie Larson, Tilda Swinton, LeBron James, Colin Quinn, Ezra Miller, John Cena; Anno: 2015; Origine: USA; Durata 125′
Giornalista in carriera, Amy vive libera da fastidiosi impegni romantici nella convinzione che “la monogamia non sia realistica”, cambiando partner in continuazione e snobbando la relazione stabile della sorella. Quando per lavoro incontra Aaron, medico delle star dello sport e bravo ragazzo, le sue certezze sull’amore iniziano a crollare…
Poteva lasciarsela scappare Judd Apatow una così? Certo che no. Il nuovo irriverente, fresco e sfrenato talento che risponde al nome di Amy Schumer, entra difilato in una delle “posse” più potenti della commedia americana, pronta per fare il botto. Stand-up comedian, autrice e realizzatrice della fortunata serie di sketch per Comedy Central, Inside Amy Schumer, l’attrice si è imposta da qualche anno a questa parte come una delle rivelazioni più interessanti nel settore e questo film, diretto dal genio creativo di Questi sono i 40, Funny People e 40 anni vergine, sancisce in qualche modo la sua consacrazione.
Supportata da un cast costituito da comici e volti noti del Saturday Night Live – uno su tutti, quello di Bill Hader (Aaron) – la Schumer scrive e interpreta una commedia che costituisce una sorta di presentazione di se stessa al mondo. “Sei intelligente ma non sei una cervellona, sei belloccia ma non sei da urlo – voglio dire – sei abbordabile”: questa la definizione che dà di lei la direttrice del magazine per cui lavora, questa l’esatta categoria a cui Amy (reale e personaggio) appartiene. Ancora una volta, Apatow lavora sulla commedia dell’outsider: dopo il quarantenne vergine Steve Carell, il “non più giovane” Paul Rudd, la Schumer è la ragazza “nella media”. E poiché – si sa – gli standard femminili viaggiano in genere su livelli piuttosto alti, è facile capire come abbia ottenuto presto la solidarietà delle sue spettatrici.
Consapevole delle proprie peculiarità, l’attrice si è costruita un personaggio forte, disincantato e irriverente che ironizza con fare sornione prima di tutto su se stessa e poi sulla condizione della donna, sulla società, sul sesso, sullo star system. Molte delle scene ricalcano alcuni sketch di Comedy Central e passi dei monologhi con cui si è fatta conoscere, per lo più di ispirazione autobiografica (un – all’apparenza – improbabile John Cena nella parte di uno dei suoi flirt, altri non è che un alter ego macchiettistico del suo ex fidanzato wrestler Dolph Ziggler).
Si prendono in giro il mondo dello sport (gli Orlando Blooms non sono una squadra di basket!?), la coppia (“la monogamia non è realistica” le fa ripetere il padre, ancora bambina), la società borghese (che adora film indipendenti con Daniel Radcliffe nei panni di un affascinante dog-walker).
Un universo in cui gli uomini in palestra parlano di quanto le fidanzate feriscano i loro sentimenti e in cui le donne sono (citando il film) “ragazze moderne che fanno quello che vogliono” è di sicuro poco realistico. Ma è bello crederci. La Schumer si fa in qualche modo portavoce dell’intera categoria B, che quasi mai ha la sua spregiudicatezza, ma che tanto desidererebbe averla.
Come spesso accade, nel passaggio dal piccolo al grande schermo, i comici perdono un po’ della loro potenza (i tempi filmici, più dilatati, tolgono loro forza) ma tutto sommato la formula adottata non snatura troppo l’essenza della Schumer. Complici siparietti e camei di vario tipo (LeBron e Amar’e Stoudemire sanno accattivarsi anche il pubblico maschile), l’andamento risulta piuttosto scorrevole.
Certo, soprattutto in versione doppiata, il film non è troppo esaltante, ma serve a ricordare – e il pubblico italiano ne ha bisogno – che esistono anche donne che fanno ridere.

About Elena Cappozzo
Dopo la laurea in Filologia Moderna a Padova, studia Film Writing a Roma. Sognando di scrivere “per”, scrive “di” (cinema) qua e là, accendendo ogni tanto un cero a San...SetBlv. Il grande schermo è il suo primo, assoluto amore ma le capita con discreta frequenza di tradirlo con quello della tv e persino con quello del pc (quella da Youtube e serie tv è in realtà una dipendenza piuttosto grave, no judging.)