ROOM

Titolo: Room; Regia: Lenny Abrahamson; Interpreti: Brie Larson, Jacob Tremblay, Sean Bridges, Joan Allen, William H. Macy; Origine: Irlanda, Canada; Anno: 2015; Durata: 118’

La storia di Ma’- Joy e Jack, da Stanza a Mondo fuori.

Room è il film che il regista irlandese Lenny Abrahamson (autore anche dell’eccentrico Frank, 2014) ha tratto dal racconto della scrittrice Emma Donoghue (autrice della sceneggiatura), la quale si è ispirata ad un tragico fatto di cronaca: nel 2008 Elizabeth Fritzl venne liberata dalla polizia austriaca dalla cantina dove il padre la teneva chiusa da 24 anni, insieme con 4 dei 7 figli avuti a seguito degli stupri subiti.

In Room la storia raccontata presenta leggere variazioni rispetto a quella vera: gli anni di sequestro sono 7, il figlio è solo uno, Jack (il bravissimo Jacob Tremblay), la prigione è un capanno nel giardino sul retro della casa dello stupratore-carceriere, Old Nick, un estraneo.

Il film può essere letto a vari livelli: thriller, ma anche storia di nascita, individuazione e ri-nascita, ossia il percorso ontologico di ciascun essere vivente.

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Diviso sostanzialmente in due parti, Room inizia mostrandoci la quotidiana esistenza (o meglio sopravvivenza) dei reclusi Ma-Joy (Brie Larson, che per questo ruolo ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista) e di suo figlio Jack, i quali si sono costruiti un loro mondo, dove tutte le poche cose che ci sono hanno una propria esistenza, come se fossero persone amiche. Ecco quindi che una sedia e un armadio diventano Sedia e Armadio, senza bisogno di articoli anteposti, mentre la TV rimanda una strana realtà a due dimensioni.

In questo microcosmo in apparenza emotivamente autosufficiente (metafora del rapporto esclusivo che lega madre e figlio nei primi anni di vita) l’unico collegamento con il mondo esterno è rappresentato da Lucernario, che spesso entrambi si ritrovano ad osservare con il volto rivolto verso l’alto, un gesto che continueranno ad esercitare come riflesso incondizionato anche nella loro vita da liberi. Jack, nonostante gli oggettivi limiti spazio-temporali in cui è costretto a vivere, è un bambino sveglio e sereno, grazie all’amorevole ed intelligente cura della madre.

Al compimento del quinto compleanno del figlio, Ma decide che è arrivato il momento di svelargli l’esistenza di un mondo fuori da esplorare. La fuga, progettata secondo un piano ingegnoso, seppur pericoloso, viene narrata in una lunga sequenza dettagliata particolarmente efficace per tensione e ritmo narrativo.

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La secondo parte del film, in cui lo stile narrativo scade un po’, riguarda la sfida della rinascita nel mondo fuori, che per Joy si traduce in un’estrema difficoltà di elaborazione del vissuto tragico che l’ha letteralmente svuotata e nel riprendere la propria vita interrotta sette anni prima; per Jack nell’esplorazione graduale di un nuovo mondo che comprende anche tante cose belle.
I percorsi dei due protagonisti, fino a quel momento simbioticamente legati, necessariamente si separano per individuarsi, per poi ricongiungersi ad elaborazione avvenuta delle relative esperienze, rispettivamente del passato e del presente.
Non è un caso che proprio in questo momento Jack decida di tagliarsi i lunghi capelli, nei quali crede risieda la sua forza, capelli che donerà alla madre per riportarla in vita.

Room è un film emozionante sotto diversi profili, che si avvale di due straordinari interpreti e che metaforicamente ci ricorda che, come dice il poeta Pablo Neruda “È per rinascere che siamo nati”.

 

About Alessandra Quagliarella

Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali dell'Università di Bari con oggetto la Violenza di genere. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa. Nell'aprile del 2024 ha curato una lezione su ' Sesso e sessualità: dalle pioniere del cinema muto al cinema femminista degli anni 70' nell'ambito del corso di Letteratura di genere della prof.ssa lea Durante all'Università di Bari. Collabora con l'Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto. In particolare approfondisce i collegamenti tra gli studi di genere e cinema.

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