La formula della detective-fiction è da tempo tra le più gettonate nel campo delle serie tv e tra le più sfruttate, in tutte le sue svariate declinazioni (da Dr.House, a Veronica Mars, da X-Files a Sherlock).
Che cosa quindi dovrebbe spingere a guardare l’ennesima serie tv basata sullo schema ‘mistero-indagine-risoluzione’?
Perché i produttori continuano ad investire su concept e soggetti che, se non di “già visto”, sanno davvero poco di originale, sicuri comunque di ottenere un discreto successo di pubblico?
E questo soprattutto in un ambito come quello televisivo in cui, in nome dell’imperativo “minima spesa, massima resa”, spesso e volentieri l’aspetto e l’intento “artistico” dei prodotti viene ridotto ad una percentuale minima?
Il fatto è che non si punta più sui concept in sé, ma proprio su questo – a lungo sacrificato – “intento artistico”. I tempi sono cambiati, la televisione è cambiata, e con essa il pubblico e le sue aspettative. L’asticella si è alzata sempre di più e il confine tra opera televisiva e cinematografica è quasi del tutto scomparso.
La domanda pretende qualità e l’offerta è intenzionata a dargliela. Più che sulla ricetta – che può benissimo rimanere la stessa – si punta su ingredienti selezionati e sulla bravura dello chef. La regia, il cast, la sceneggiatura sono dunque, ora più che mai, ciò che rendono uniche e vincenti questo tipo di creazioni.
Ecco a confronto due serie televisive tra loro molto simili quanto a tipologia (appartengono entrambe al detective genre), ma uniche per fattura, modalità di realizzazione e intenti. Due prodotti di altissimo livello, che mischiano consapevolmente riferimenti e utilizzano stilemi tipici di un certo cinema e una certa letteratura. Due prodotti realizzati da professionisti della settima arte e interpretati da alcuni dei migliori attori del panorama attuale. Non certo la solita minestra, insomma.
Da un lato, un uomo (Rust/Mathew McConaughey), dall’altro, una donna (Robin/Elisabeth Moss), entrambi impegnati nella risoluzione di un caso che, indirettamente o no, li coinvolgerà in maniera personale. Da un lato, un detective “vissuto” che procede per istinto e per “visioni”, dall’altro, una giovane ispettrice di polizia super professionale e rispettosa del protocollo. La messa in scena di due mondi completamente diversi (l’uno prettamente maschile, l’altro femminile), due ambientazioni agli antipodi (la paludosa Louisiana, la rigogliosa Nuova Zelanda).
TRUE DETECTIVE TOP OF THE LAKE
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About Elena Cappozzo
Dopo la laurea in Filologia Moderna a Padova, studia Film Writing a Roma. Sognando di scrivere “per”, scrive “di” (cinema) qua e là, accendendo ogni tanto un cero a San...SetBlv. Il grande schermo è il suo primo, assoluto amore ma le capita con discreta frequenza di tradirlo con quello della tv e persino con quello del pc (quella da Youtube e serie tv è in realtà una dipendenza piuttosto grave, no judging.)