THIS MUST BE THE PLACE

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Regia: Paolo Sorrentino; Interpreti: Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten; Origine: Italia, Francia, Irlanda; Anno: 2011; Durata 118’

«Non hai mai incominciato a fumare perché sei rimasto un bambino. I bambini sono i soli che non provano mai il desiderio di fumare».

This must be the place può essere definito la realizzazione del sogno americano di Paolo Sorrentino, che abbandona ambientazioni e cast di origine italiana per realizzare il suo primo film in lingua inglese, in quella che ha tutta l’aria di una sfida per il regista napoletano: provare a misurarsi con una realtà cinematografica differente.
Il film, acclamato alla première francese a Cannes 2011, è un mix di emozioni nel quale si fondono comico e drammatico, dando vita ad un vero e proprio racconto di formazione, che narra l’evoluzione umana di un personaggio atipico come quello di Cheyenne, interpretato in maniera meravigliosa da Sean Penn.

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Insieme a questa ex rock star dall’aspetto bizzarro, che si nasconde dalla vita e passa il tempo dietro una corazza di capelli arruffati e una faccia imbiancata dal fard che fa da contraltare al nero dei vestiti e dello smalto, Sorrentino ci porta in un viaggio per gli Stati Uniti, accompagnati dall’immancabile trolley che il protagonista trascina con sé, come il bagaglio del suo passato di cui prima o poi dovrà liberarsi per diventare finalmente grande.
Quello che per Cheyenne nasce come un viaggio all’insegna della vendetta contro Aloise Lange, aguzzino del padre durante l’olocausto, col quale da tempo non aveva nessun rapporto, si rivela essere un bisogno interiore di fare pace col passato e tornare a dare vita ad un presente piatto, vuoto come la piscina della sua villa che non ha mai visto acqua.

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La regia di Sorrentino è sorprendentemente efficace, il montaggio alterna spesso immagini in apparenza non sempre correlate ma che rimandano a significati più grandi che ci aiutano a capire meglio il personaggio e il suo stato d’animo triste e depresso.
This must be the place non è un semplice titolo ma anche un tributo al brano omonimo dei Talking Heads; il fondatore del gruppo David Byrne (che compare anche all’interno del film) ha realizzato l’intera colonna sonora, con la collaborazione del cantautore Will Oldham.
Il finale è molto potente dal punto di vista emotivo: viene mostrata la completa metamorfosi di un uomo, la sua formazione, la sua crescita contraddistinta da una nuova immagine. Un nuovo se stesso che non ha più bisogno di nascondersi dietro al trucco ma si mostra finalmente consapevole di ciò che è… e che ha finalmente ha iniziato a fumare.

di Domenico Tavolaro

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