RITORNO ALLA VITA

Titolo originale: Everything will be fine; Regia: Wim Wenders; Interpreti: James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams; Origine: Germania, Canada, Francia, Svezia, Norvegia; Anno: 2015; Durata: 118’

Tomas, scrittore in piena crisi narrativa, vive un tragico evento, con il quale continuerà a confrontarsi per i successivi 12 anni della sua vita, fino ad una pacificazione del suo senso di colpa.

Dopo le ultime esperienze dedicate al documentario con gli splendidi Pina (2011) e Il sale della terra (2014), con Ritorno alla vita il maestro Wim Wenders si cimenta nuovamente con un film di finzione (il precedente Palermo Shooting risale al 2008), con l’aggiunta della tecnica del 3D.

Sebbene il film non sia stato distribuito in maniera tale da assicurarne ovunque la visione in tale modalità (la sottoscritta ha potuto vederlo solo in 2D), si ha la sensazione che tale tecnica innovativa non possa avere arricchito in maniera significativa un’opera nel complesso rigorosa, ma poco convincente e scarsamente comunicativa.

Se il tema di Ritorno alla vita è quello del dolore, del senso di colpa e del suo superamento in un percorso esistenziale che porti l’individuo a ri-nascere appropriandosi della propria vita e portandola a compimento, il suo sviluppo risulta scarso e frammentario, con l’inevitabile conseguenza di rendere la narrazione poco coinvolgente.

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A ciò contribuiscono vari elementi, primo fra tutti una ridotta profondità di analisi dell’unico protagonista (gli altri personaggi hanno infatti la sola funzione di parlarci di lui), Tomas (James Franco), i cui tumulti e dolori sono rappresentati superficialmente, senza un imprescindibile scavo psicologico. Tomas si è sempre tenuto al riparo dai sentimenti (viene spesso ripreso dietro un vetro: di una finestra, di una vetrina, della macchina). In quanto scrittore egli riversa nelle sue opere le emozioni che nella vita sembra incapace di provare, traducendo anche il dolore dell’evento che gli capita in estro creativo che lo porta ad un successo quasi insperato. Fino ad un momento in cui non gli sarà più possibile eludere l’incontro con sé stesso. Ma, nonostante la complessità di quanto si vuole raccontare, l’evoluzione interiore del personaggio non emerge, anzi, Tomas sembra essere sempre uguale a se stesso (anche morfologicamente, ulteriore limite), rendendo così difficile l’empatia con lo spettatore.

Lascia perplessi anche la scelta del ricorrente tema musicale originale, affidato ad Alexander Desplat (Oscar per Grand Budapest Hotel), un tema che ricorda lo stile Hermann/Hitchcock nella sua tensione preparatoria di eventi tragici che, sebbene facciano parte della struttura del racconto, risultano troppo evocati, creando una disarmonia rispetto al fulcro tematico che si vuole rappresentare.

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Nonostante una splendida fotografia con scelte cromatiche mai casuali, l’effetto finale di Ritorno alla vita è quello di un’opera controllata, che allontana lo spettatore dalla narrazione filmica, quasi che lo stesso Wenders nella gestione di un tema di finzione, nel tentativo intellettuale di renderlo vero, si sia troppo estraniato, quasi anestetizzato, impendendo così una reale comunicazione.

Esattamente il contrario è invece successo con i suoi ultimi strepitosi docu-film, forse perché le esistenze appassionate di Pina Bausch e di Salgado hanno travolto il regista, senza lasciargli spazio per intellettualizzare e controllare, ma solo per narrare con irresistibile vitale poesia!

 

About Alessandra Quagliarella

Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali dell'Università di Bari con oggetto la Violenza di genere. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa. Nell'aprile del 2024 ha curato una lezione su ' Sesso e sessualità: dalle pioniere del cinema muto al cinema femminista degli anni 70' nell'ambito del corso di Letteratura di genere della prof.ssa lea Durante all'Università di Bari. Collabora con l'Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto. In particolare approfondisce i collegamenti tra gli studi di genere e cinema.

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