Titolo: Animali notturni; Titolo originale: Nocturnal animals; Regia: Tom Ford; Interpreti: Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Armie Hammer; Origine: USA; Anno: 2016; Durata: 116′
Susan, proprietaria di una galleria d’arte, riceve il manoscritto del romanzo dell’ex marito Edward, da cui è separata da 19 anni. Leggendolo (il libro è un thriller che la tiene sveglia la notte), ricorda la storia con Edward e la loro separazione.
Enormi donne di mezza età completamente nude ammiccano e si muovono provocanti su uno sfondo rosso, in slow motion. Animali Notturni di Tom Ford (vincitore del Gran Premio della Giuria a Venezia 73) si apre su questi titoli di testa, ipnotici ed enigmatici come il film stesso. Le donne fanno parte di una performance allestita nella galleria della protagonista, Susan, affermata curatrice d’arte, sposata con Walker, facoltoso e prestante uomo d’affari. La donna, tuttavia, appare subito distaccata da ciò che la circonda, forse preoccupata, senza dubbio stanca. È suo il respiro che si avverte in sottofondo alle immagini dall’alto delle strade trafficate di Los Angeles, snodi simmetrici e, anch’essi, ipnotici.
Le sequenze iniziali di Animali notturni sembrano segnare il tono del film: un’atmosfera rarefatta e d’attesa, una spirale in cui lo spettatore è immerso e che piano piano si srotola, svelando le apparenze. Ma la situazione ha un brusco cambiamento quando Susan comincia a leggere il libro che le ha inviato l’ex marito e che diventa la seconda trama del film. Improvvisamente la brutale tensione del racconto di una famiglia in viaggio di notte che è presa di mira da un gruppo di efferati criminali, sconvolge la vita di Susan e l’atmosfera del film, che si rivela un gioco di specchi continuo, una storia dentro la storia e una terza – quella del matrimonio tra Susan ed Edward – che viene evocata dai ricordi della protagonista, storie opposte e diversissime tra loro (per lo meno quella che è la vita di Susan e la trama del libro), ma allo stesso tempo, forse, simili in modo inquietante. L’opposizione e la somiglianza sono sottolineate dalle tonalità: la freddezza e asetticità del mondo di Susan, bianco, acciaio e notturno; l’asfissiante calore di quello di Tony, protagonista del romanzo, immerso in un Texas piatto e inondato dal sole; ma il “contatto” tra i due mondi avviene quando in entrambi è notte, momento in cui Susan comincia a leggere il libro e sfondo dell’incipit del romanzo stesso.
L’attenzione per una forma “perfetta” fa risaltare la crudeltà e l’efferatezza del comportamento di Susan che per ambizione ed egoismo sacrifica i sentimenti propri e altrui, ma anche quelle di una vendetta che si serve di una tortura metaforica e tuttavia reale, che ha il suo specchio nella violenza concreta, ma relegata alla finzione letteraria. La cura patinata che il regista dedica alle inquadrature, ai colori (il rosso che torna con insistenza, nelle chiome delle donne protagoniste, nello sfondo dei titoli di testa, in un divano in mezzo al deserto texano), alla scenografia, è quindi giustificata dal contenuto, che coinvolge lo spettatore e lo lascia con molti interrogativi, senza, però, l’impressione di un film irrisolto.

About Alessandra Pirisi
Tra i fondatori di Cinemagazzino, ne è stata redattrice e collaboratrice fino al dicembre 2018. Laureata all’Università di Bologna in Lettere moderne. I suoi interessi vertono su letteratura (suo primo amore), teatro, danza, cinema, musica e Bruce Springsteen. Si interessa – molto – a serie tv, in particolar modo poliziesche. Ha un'ossessione totalizzante per il cinema indiano.