UNA PROMESSA

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Regia: Patrice Leconte; Interpreti: Rebecca Hall, Alan Rickman, Richard Madden, Maggie Steed, Christelle Cornil; Anno: 2013; Origine: Francia; Durata: 95

Si ripresenta il triangolo amoroso “lui anziano e malato – lei bellissima e giovane – lui bello e ancora più giovane di lei”. Il giovane Friedrich Zeitz riesce ad entrare nelle grazie dell’anziano imprenditore Hoffmeister (sofferente di cuore) e a fare carriera, nonché a conquistare l’amore della moglie Charlotte (per la quale lascia, senza provare rimorso alcuno, la sua pur bella ma umile fidanzata, Anna). Hoffmeister, ingelosito, promuove Zeitz per un incarico in Messico della durata di due anni. I due amanti saranno dunque costretti a lasciarsi ma con una promessa: quella di riunirsi e concretizzare il loro amore non appena il progetto lavorativo si sarà concluso. Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale allunga i tempi del rientro…

Una promessa è un film di Patrice Leconte (regista che ha legato il suo nome a titoli quali Ridicule, La fille sur le pont, Confidences trop intimes) ispirato alla novella Le voyage dans le passé (Viaggio nel passato) scritta negli anni ’20 dal noto scrittore viennese Stefan Zweig (1881-1942).
Il film, presentato un anno fa alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia, è magnificamente girato, con attori ineccepibili e una fotografia preziosa. Anche la sceneggiatura rappresenta senz’altro un punto di forza.
La vicenda, incentrata sul mito di Edipo (un Edipo però “dagli spigoli arrotondati”), presenta una situazione – quella del raggiungimento “quasi” in un colpo solo, da parte del giovane protagonista, del successo sia lavorativo che amoroso-erotico – che presuppone, alla base, il desiderio di soddisfacimento di due ambizioni elementari proprie della psiche umana. Ambizioni che, peraltro, così fuse assieme, sono uno dei clichè tipici della letteratura e del cinema. Proprio di questa “fantasticheria” ha scritto Freud nel suo saggio Il poeta e la fantasia del 1907: da quel momento l’uomo ha iniziato a dare un nome ai suoi comportamenti e a prendere coscienza dei suoi desideri (tuttavia, l’autore dell’Interpretazione dei sogni era stato all’epoca anche molto osteggiato e non è un caso se, nel film, viene evocato in modo ironico).

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A caratterizzare il personaggio aristocratico di Charlotte è la sua confidenza con la musica. Pur dilettante, suona con sentimento e grande sensibilità il pianoforte; nel film riecheggia più e più volte il noto Andante dalla Sonata n.8 op.13, la Patetica, di Beethoven, vero e proprio doppio della giovane donna. Un brano di musica tanto semplice, quanto sublime, che sembra rispecchiare in pieno, emotivamente, la dialettica “desiderio (distanza)-appagamento (avvicinamento)” su cui è giocato il rapporto tra i tre personaggi principali.
È interessante notare che la scelta del regista non è caduta su di uno Schubert per descrivere la sofferenza d’amore, ma su qualcosa di differente, più in sintonia con la tinta del film.
Hoffmeister, sebbene incarni la figura del rivale e spinga Zeitz all’ “esilio”, non è da considerarsi una figura realmente negativa. Egli anzi si inchina di fronte all’amore tra i due, di cui si accorge un po’ alla volta.
Charlotte inizialmente nega di essere innamorata di Zeitz per timore di essere da lui giudicata, e dissimula i propri sentimenti, per poi ammetterli in un secondo momento senza remore. Castamente promette (da qui, il titolo) che dopo due anni, il tempo della permanenza dell’amato in Messico, gli si concederà.

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Una promessa è un film per la verità consigliabile soprattutto a quelli che ritengono i film in costume dei “melodrammoni” fatti solo di sospiri e di “esteriorità” – Una promessa non è questo -, con l’avvertenza che il contenuto, tuttavia, non offre particolari tratti originali (sarebbe opportuno rilevare se di ciò sia più responsabile Leconte o Zweig).
Tra tutti gli interpreti, brilla per grandezza interpretativa nel ruolo di Charlotte la fascinosa e di conturbante bellezza Rebecca Hall (Vicky Cristina Barcelona e Dorian Gray), figlia d’arte del regista Peter Hall e della cantante Maria Ewing.
Ma considerevoli sono pure gli apporti dello scozzese Richard Madden (Zeitz), del veterano londinese Alan Rickman (Die Hard, Sense and sensibility, saga di Harry Potter), nonché della giovane belga Christelle Cornil (nei panni della ragazza di Zeitz).

 

VOTO: 6

About Luca Mantovanelli

Saturnino, introverso, Luca Mantovanelli ha iniziato presto ad interessarsi di musica e la sua curiosità per l’aspetto creativo e per la psicoanalisi sfocia all’università con una tesi sulla regìa operistica con applicazione al Don Carlos di Verdi. Ma sono proprio le trame delle opere liriche, talvolta – secondo lui - un po’ dispersive e distanti dalla sensibilità moderna, a ricordare a Luca che nel suo passato alcune altre trame (come per esempio di Amadeus e di Film blu) gli avevano cambiato un po’ la vita. Ecco allora una nuova presa di contatto da parte sua con la ‘settima arte’ (e Bobbio ha rappresentato senz’altro per lui un’insolita quanto stimolante esperienza). I suoi incontri con il cinema (di ieri e di oggi) sono stati sempre meno casuali e sempre più dettati dalla curiosità. Luca ritiene che i prodotti artistici migliori (che riscontrino un successo di botteghino o meno) siano quelli che sentiamo riflettere pezzi del nostro Io, e al tempo stesso in grado di indicarci o aprirci una nuova strada…perché è sempre indispensabile un quid di novità. L’introversione ha portato Luca a trovare nella scrittura il suo più congeniale e gratificante mezzo di espressione.

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