Regia: Wes Anderson
Anno: 2009
Origine: USA
Durata: 87’
Un mondo dove gli animali vestono, parlano (scrivono!) come gli uomini e hanno i loro stessi (o quasi) comportamenti, aspettative, desideri: questo l’universo che mette in scena Wes Anderson nel suo settimo film, Fantastic Mr. Fox.
Il Mr. Fox del titolo è una volpe, ex ladro di pollame, che, in seguito alla promessa fatta alla moglie prima di metter su famiglia, si è ritirato dalla professione. Ma il trasferimento in una nuova casa vicino agli allevamenti dei tre maggiori (e più cattivi) agricoltori della zona risveglia il suo istinto di cacciatore-ladro. L’ultimo grande colpo segreto (o piano generale) ai danni dei tre allevatori, in cui vengono coinvolti il nipote Kristofferson e l’amico opossum Kylie, avrà ripercussioni sulla famiglia di Mr. Fox – composta dalla moglie Felicity e dal figlio “diverso” Ash – e sull’intera comunità di animali che abita nella campagna circostante.
La definizione “un film di Wes Anderson”, almeno agli spettatori più assidui, immediatamente suscita l’aspettativa di determinate tematiche e uno stile ben preciso, aspettativa che puntualmente viene confermata. Fantastic Mr. Fox non fa eccezione? Vediamo.
Elementi ricorrenti: al centro della storia c’è una famiglia e una micro comunità, i cui componenti presentano caratteristiche “eccentriche”; tra i nuclei tematici principali ci sono quello dell’adeguatezza/inadeguatezza rispetto al ruolo di genitori e figli, la relazione padre-figlio, dove il secondo tenta in ogni modo di raggiungere un ideale che lo renda degno dell’attenzione e dell’affetto del genitore, e la diversità che tende ad essere un elemento che esclude; lo stile è molto curato, grandissima importanza è data al colore, alla luce, alle musiche, alla scenografia (specialmente agli oggetti) e, last but not least, alla composizione dell’inquadratura, con un’attenzione estrema alla simmetria.
Ennesimo film “di” Wes Anderson, dunque? Certo, ma se, e sottolineiamo se, un autore è colui che si rende riconoscibile attraverso la ripetizione di costanti tematiche e stilistiche, ciò che lo rende un bravo autore è la capacità di attuare una ripetizione variata. Cosa evidente fin da subito nel film in questione.
Fantastic Mr. Fox è, infatti, il primo film d’animazione di Anderson, realizzato con varie tecniche, tra cui la principale è la stop-motion. Ma non solo, si tratta anche del primo soggetto non originale del regista, in quanto tratto dal romanzo omonimo di Roald Dahl (in italiano “Furbo, il Signor Volpe”), scrittore molto amato dal regista. Un secondo esordio, in qualche modo. E che esordio.
Circondato da una squadra che unisce “vecchie conoscenze”, come il cosceneggiatore Noah Baumbach, i coproduttori Scott Rudin e Jeremy Dawson e il montatore Andrew Weisblum, e nuovi collaboratori, tra cui il direttore della fotografia Tristan Oliver, la coproduttrice Allison Abbate e lo scenografo Nelson Lowry, tutti provenienti dall’esperienza dell’animazione, Anderson dà vita a un universo in cui le sue “ossessioni” stilistiche e tematiche trovano la miglior espressione. Dominano i toni caldi, con colori tendenti al marrone e al rosso-arancio, mentre i costumi, gli oggetti e gli stessi personaggi si rifanno il più possibile alle illustrazioni del romanzo di Dahl, così come gli interni della casa ricreano quelli dell’abitazione dello scrittore, in cui il regista ha trascorso diverso tempo durante la stesura della sceneggiatura. La storia è all’insegna dello humour tipico del regista texano, ma, a differenza dei suoi film in live action, manca (quasi) del tutto l’amarezza di fondo, come se l’animazione insieme ai personaggi e all’ambientazione tipici della favola avessero legittimato il lasciarsi andare ad un maggiore ottimismo. L’uso della stop-motion permette sia una sperimentazione tecnica, che va nella direzione di effetti speciali il più possibile artigianali (il fumo è realizzato con del cotone), sia narrativa, con vari riferimenti e citazioni a diversi film e generi (dalle atmosfere western al musical).
Una particolare nota di merito va ai doppiatori, perfetti nel suggerire le caratteristiche dei personaggi anche attraverso la voce. Ai “soliti noti” Bill Murray, Jason Schwartzman, Owen Wilson (e altri), si aggiungono George Clooney e Meryl Streep, nelle parti di Mr. e Mrs. Fox. La tecnica di doppiaggio utilizzata è del tutto innovativa: la voce è stata registrata in presa diretta nelle location (la campagna inglese, una fattoria in cui erano ambientate le scene d’interni, la casa di Clooney al lago) mentre gli attori recitavano le azioni dei personaggi, per dare una maggiore spontaneità.
Probabilmente uno dei migliori film realizzati da Wes Anderson, Fantastic Mr. Fox si situa in una posizione di eccentricità – caratteristica esaltata nella storia come valore, insieme all’istinto, espressione della vera natura di ciascuno, che non deve essere soffocato dalla razionalità – e, nello stesso tempo, di continuità nella carriera del regista riuscendo a coniugare una nuova forma, quella dell’animazione, con lo stile e i temi consueti. Se l’aspirazione era quella di essere “fantastico”, l’obbiettivo è sicuramente raggiunto.
About Alessandra Pirisi
Tra i fondatori di Cinemagazzino, ne è stata redattrice e collaboratrice fino al dicembre 2018. Laureata all’Università di Bologna in Lettere moderne. I suoi interessi vertono su letteratura (suo primo amore), teatro, danza, cinema, musica e Bruce Springsteen. Si interessa – molto – a serie tv, in particolar modo poliziesche. Ha un'ossessione totalizzante per il cinema indiano.