IL RICCIO

Titolo: Il riccio; Titolo originale: Le hérisson, Regia: Mona Achache; Interpreti: Josiane Balasco, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Brochet; Origine: Francia, Italia; Anno: 2009; Durata: 100’

Le vite di una bambina, una portinaia e un signore giapponese scorrono parallele e si sfiorano in un palazzo parigino.

Vi è un concetto che ricorre costantemente durante tutto Il riccio ed è quello di eleganza. Questo concetto abbraccia trasversalmente tutti i personaggi, come fosse un guanto indossato durante i mesi invernali per riparare la pelle dal freddo, ma, al tempo stesso, non permette di avere la sensibilità per afferrare gli oggetti più piccoli e delicati. Questi ultimi sono i tre protagonisti del film: Paloma, una giovane ragazza di undici anni appartenente a una famiglia alto borghese, Renée Michel, portinaia dello stabile dove vive Paloma, e Kakuro Ozu, raffinato signore giapponese che porta con sé la quasi scomparsa abilità di toccare l’anima delle persone che incontra. È nell’intreccio di queste tre vite che si nasconde il significato del titolo del film, nelle caratteristiche dei tre personaggi che, nascondendosi dietro i propri aculei, non riescono a uscire da una vita che ha portato loro solo sofferenza e cattive notizie.

Paloma si presenta, all’inizio del film, con un obiettivo preciso, che porterà a termine il giorno del suo dodicesimo compleanno; Renée conduce la propria vita “al buio”, quasi come se questo potesse difenderla dalla sofferenza, tenendola lontana dalle relazioni umane che lei stessa ha smesso di cercare. A stravolgere questa sua convinzione è proprio l’eleganza e la sincera ingenuità di un signore giapponese che, grazie alla sua cultura e all’interesse nei confronti di Renée, riuscirà a farle scoprire cosa vi è oltre una libreria nascosta, accendendo una piccola lampadina nelle sue giornate grigie.

Il riccio, tra dialoghi concitati sulle scale di raffinati palazzi rinascimentali, famiglie per bene che non curano la relazione con i propri figli preferendo le situazioni mondane, e voci fuori campo dei personaggi stessi, mostra uno spaccato della realtà francese, dal punto di vista di generazioni diverse: quello di una bambina e quello di due adulti che si sentono diversi dagli altri. La caratteristica comune dei tre personaggi è la paura di trovarsi a vivere dentro una bolla, come quella dei pesci rossi, e, per questo motivo, decidono di costruirsi rifugi propri, irraggiungibili da chi, nella bolla, ormai vive da anni.

Nel momento in cui sembra che il dolore e la paura siano stati messi da parte vi è un colpo di scena, dopo il quale Il ricciotermina. Anche in questo momento, l’eleganza e la dolcezza si fanno più forti e vivide, attraverso una domanda rivolta al mondo e, inevitabilmente, a chi sta guardando il film. È una sofferenza strana quella che caratterizza la vita dei protagonisti, quasi paragonabile ad una foglia che lentamente cade dall’albero e si poggia a terra, senza fare rumore.

 

di Paola Sacchelli

 

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