Regia: Neil Burger
Anno: 2014
Origine: USA
Durata: 139′
Nel futuro prossimo, gli umani si sono divisi in 12 distret… No. No. Aspettate, ho sbagliato film… ricominciamo.
Nel futuro prossimo, dopo l’ennesima guerra, gli esseri umani si sono divisi in 5 fazioni, ognuna rappresentante un valore umano: la sapienza (rappresentata dagli Eruditi), il coraggio (gli Intrepidi), la sincerità (i Candidi), l’amicizia (i Pacifici) e la generosità (gli Abneganti). Ogni fazione regola una parte della città, in modo da far convivere in pace tutti. Al di fuori di queste cinque, ci sono però due fazioni che non fanno parte della gestione della città: gli Esclusi (i senzatetto) e i Divergenti. Quest’ultima, è la più pericolosa perché…coloro che ne fanno parte pensano diversamente dalla massa.
Questo primo capitolo – sì, ce ne saranno altri – tratto dalla serie di romanzi di Veronica Roth, parla della storia di Beatrice Prior (interpretata da Shailene Woodley, protagonista de La vita segreta di una teenager americana, nonché Mary-Jane Watson in The Amazing Spiderman 2 – dove hanno tagliato quasi tutte le sue scene – ), un’Abnegante, che, durante il test che i giovani fanno per determinare in che fazione debbano essere inseriti, scopre di essere proprio una Divergente e, nonostante ciò, sceglie di entrare a far parte degli Intrepidi. E fin qui tutto ok. Ciò che rende Divergent un film che in pochi ricorderanno, è il fatto che è uscito nello stesso periodo di Hunger Games, Shadowhunter, Twilight, ecc.
Si ritrova infatti ad essere una pellicola nella massa delle serie cinematografiche “pasticcio”, mixando generi diversi e scene trite e ritrite di altri film, risultando quindi scontata fino alla fine.
Nonostante ciò, gli attori sono discreti (leggasi: non proprio dei cani). Certo, non sono attoroni – a parte forse i chili di troppo di Kate Winslet – considerando soprattutto che molti vengono da serie tv, o da particine in altri film.
Di altro discorso è il comparto tecnico (montaggio, fotografia, sonoro e regia) e la sceneggiatura. Calcolando la durata del film, un plauso e un complimento lo meritano. La pellicola scorre molto velocemente e le due ore e venti passano senza troppi rallentamenti (come può capitare in film di quella lunghezza… – vero Jackson? Maledetto The Hobbit: The Desolation of Smaug! – ) e senza troppe pretese.
A conti fatti, si può paragonare Divergent ad un cheeseburger di una qualsiasi catena di fast food. Lo ordini pensando: dalle foto sembra buono (il trailer del film), la carne mi piace (la trama), la verdura di contorno ci sta benissimo (gli attori), le varie salse (montaggio, fotografia, sonoro) le avranno messe per un motivo. Ti arriva, lo mangi e quando l’hai finito che cosa ti rimane? Il sapore di un panino come gli altri. E notando solo ora il cognome del regista, direi che il paragone ci sta tutto, no?
di Enrico Colelli