Titolo: Sully; Regia: Clint Eastwood; Interpreti: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn, Mike O’Malley; Origine: USA; Anno: 2016; Durata: 96′
Il 15 gennaio del 2009 l’airbus A320-214 della Us Airways, partito dall’aereoporto La Guardia di New York e diretto a Charlotte in North Carolina, fece un avventuroso ammaraggio nelle acque gelide del fiume Hudson mentre stava rovinosamente perdendo quota. Il pilota, rischiando il tutto per tutto, riuscì a portare in salvo le 155 persone presenti a bordo.
Sully è il diminutivo di Chesley Sullenberger, l’uomo divenuto celebre negli USA nel 2009 (all’epoca sessantenne) per aver compiuto, assieme al copilota Skiles, una delle manovre più eclatanti nella storia dell’aereonautica. A seguito di un bird strike (un accidentale impatto con uno stormo di uccelli) l’aereo, dopo appena pochi minuti di volo, ma già a 3200 piedi d’altezza, perse la funzionalità di uno dei due motori (o di entrambi i motori… nel film si dibatte anche su questo aspetto critico). Lanciò così il fatidico “mayday”. Tra le due opzioni più razionalmente concepibili (la planata verso l’una o l’altra delle due piste d’atterraggio segnalate dalla torre di controllo), Sullenberger, con quasi quarant’anni di esperienza alle spalle, seguendo il suo istinto, scelse una terza soluzione: l’ammaraggio sul fiume Hudson. Semplicemente pensò che le indicazioni proposte dalla torre di controllo non fossero valide e, sfidando i calcoli matematici, si affidò al suo semplice istinto.
Clint Eastwood, classe 1930, proprio di questo uomo fuori dell’ordinario parla nel suo ultimo film (presentato al Torino Film Festival 2016), successivo a Hereafter (2010), J. Edgar (2011), Jersey Boys (2014), American sniper (2014). La sceneggiatura, di Todd Komarnicki (Perfect stranger), è basata su “Highest Duty: My Search for What Really Matters”, testimonianza scritta dal vero Sullenberger nello stesso 2009.
Parlando delle sequenze girate nella cabina di pilotaggio, il vero Sullenberger – che ha collaborato alla creazione di Sully – s’è così espresso: «Sono incredibilmente accurate, probabilmente tra le migliori scene di aviazione mai filmate e la maggior parte [dei dialoghi] sono direttamente presi dalle registrazioni di quel giorno».
Eastwood opta per una narrazione contenuta e non particolarmente adrenalinica della vicenda – la scena dell’ammaraggio viene proposta sotto forma di lunghi flashback quando i fatti sono già stati ricordati – ma la narrazione è viva e conduce con ritmo lo spettatore fino all’ultima sequenza (dopo 96 minuti di film).
Nella seconda parte della storia si assiste al contrasto tra l’ ‘eroe’ (da alcuni osannato e per altri versi vittima incompresa) e il National Transportation Safety Board (NTSB), il cui compito è stato quello di verificare la presenza o meno di un errore umano.
L’indagine della NTSB si concluse nel maggio 2010, con un documento finale che proclamava che Sullenberger aveva fatto l’unica cosa che poteva fare, facendola al meglio.
C’è chi dice che il lavoro di Eastwood (tra l’altro non privo di una certa retorica) abbia non poco alterato la parte relativa al vero processo conseguente all’ammaraggio, sostenendo che non vi sia stato affatto un accanimento simile nei confronti di Sullenberger.
In Sully l’ ‘eroe’ viene disegnato dal regista come un personaggio forte e al tempo stesso vulnerabile, coscienzioso fino alla maniacalità, rispettoso, umano, che segue con coraggio e caparbietà il proprio istinto, anche a costo di opporsi alle convenzionalità del sistema e al senso comune. Non cerca la gloria, l’approvazione, il denaro: semplicemente è dedito fino in fondo alla sua missione di pilota. Insomma, banalizzando un po’, un ‘anti-Schettino’. Costui si sente solo sia rispetto alla folla che lo acclama, sia rispetto alla NTSB che lo accusa. Ha però il pieno sostegno del co-pilota Skiles, l’unico vero testimone del fatto e solidale amico.
Convincente la prova in questo senso di Tom Hanks, capace di articolare con sensibilità i vari registri del personaggio. Al suo fianco, una validissima ‘spalla’, Aaron Eckhart, il co-pilota.
Buoni anche gli apporti di Laura Linney, Anna Gunn, Mike O’Malley, Ann Cusack. Tra i vari altri protagonisti compare pure Vincent Lombardi, che realmente fu il primo a portare soccorsi all’aereo planato in mare, col suo traghetto. Molto valide la fotografia di Tom Stern e le musiche di Christian Jacob.

About Luca Mantovanelli
Saturnino, introverso, Luca Mantovanelli ha iniziato presto ad interessarsi di musica e la sua curiosità per l’aspetto creativo e per la psicoanalisi sfocia all’università con una tesi sulla regìa operistica con applicazione al Don Carlos di Verdi. Ma sono proprio le trame delle opere liriche, talvolta – secondo lui - un po’ dispersive e distanti dalla sensibilità moderna, a ricordare a Luca che nel suo passato alcune altre trame (come per esempio di Amadeus e di Film blu) gli avevano cambiato un po’ la vita. Ecco allora una nuova presa di contatto da parte sua con la ‘settima arte’ (e Bobbio ha rappresentato senz’altro per lui un’insolita quanto stimolante esperienza). I suoi incontri con il cinema (di ieri e di oggi) sono stati sempre meno casuali e sempre più dettati dalla curiosità. Luca ritiene che i prodotti artistici migliori (che riscontrino un successo di botteghino o meno) siano quelli che sentiamo riflettere pezzi del nostro Io, e al tempo stesso in grado di indicarci o aprirci una nuova strada…perché è sempre indispensabile un quid di novità. L’introversione ha portato Luca a trovare nella scrittura il suo più congeniale e gratificante mezzo di espressione.