
Titolo originale: Pequeñas coincidencias; Regia: Javier Veiga, Miguel Conde, Mario Montero (II); Interpreti: Marta Hazas, Javier Veiga, Mariano Peña, Unax Ugalde, Juan Ibáñez Pérez; Origine: Spagna; Anno: 2018; Durata: stagione 1 – 8 puntate (400’) Stagione 2 – 12 puntate (360’) Distribuzione: Prime Video
BREVE PREMESSA A “PICCOLE COINCIDENZE”
Tanto è stato detto su questo strano momento storico che stiamo vivendo. Alcuni urlano che ci hanno privato della nostra vita e della nostra libertà, altri suggeriscono che ce ne hanno restituita invece una nuova e di maggior valore.
Mi sono interrogata su come mi sento in merito. Se privata di qualcosa, se arricchita.
L’immagine che mi si è formata nella testa è questa, forse balzana, metafora.
Mi sembra che un estraneo abbia svuotato l’intera scatola della mia vita rovesciando tutto il contenuto sul pavimento e io mi sia ritrovata a osservarlo forse per la prima volta.
Con meraviglia ho notato che nulla si è rotto, quindi con pazienza, interrotta da momenti di isterico sconforto, ho rimesso a posto tutto nello scrigno, approfittandone per fare ordine e stabilire nuove collocazioni al suo interno.
Il primo impulso è stato un catartico decluttering. Inizialmente solo degli armadi, poi di tutto il resto.
La mia scatola è stata pian piano riempita nuovamente, ho suddiviso le cose in maniera più equa e mi sono accorta che, toh, mi resta ancora altro spazio! Aveva ragione Marie Kondo, a questo serve il decluttering!
Il tempo/spazio che mi avanza ho deciso di dedicarlo ai miei primi amori, nati durante quel delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza e che, per questo sono destinati a restare tali per il resto della vita: il cinema e la scrittura.
Nonostante siano passati più di sei lustri da allora, non sono Kubrick, né tantomeno Shakespeare, quindi scrivo alla mia maniera questo pezzo che è piuttosto un personale consiglio cinematografico su come trascorrere qualche ora (12/13 per l’esattezza) in allegria e spensieratezza, per ricordarci che ridere fa bene al corpo e alla mente e che torneranno gli abbracci degli amici nelle sere d’inverno, i tuffi in mare al tramonto e tutte le altre gioie della vita che davamo per scontate e che scontate non sono mai.

Marta è una donna single e, dopo varie relazioni lunghe ma finite male, sente che è arrivato il momento di avere un figlio.
Javier è uno scapolo di lungo corso che nel subconscio inizia ad avvertire il bisogno di diventare padre.
Marta e Javier non si conoscono e il destino si diverte a giocare con le loro vite facendoli sfiorare e mai incontrare, finché un bel giorno…
Leggendo la trama si potrebbe pensare a un incrocio tra una versione allegra di Sliding doors e l’evoluzione di uno spin off di Sex and the city, ma la serie TV Piccole coincidenze è così originale da non assomigliare a nient’altro che a sé stessa.
Innanzitutto per i dialoghi calibrati perfettamente, in cui ogni singola frase è permeata da un’ironia brillante che evita battute scontate. In secondo luogo per gli attori, la cui mimica facciale esalta al massimo questa ironia, contribuendo a rafforzare la verve comica dei personaggi e a dare efficacia scenica e brio alla sceneggiatura (di cui è autore Javier Veiga, anche interprete).
Il plot può sembrare banale: è la storia di due single che dopo anni di relazioni one-night stand o più lunghe ma ugualmente fallimentari, avvertono l’esigenza di diventare genitori solo perché assordati dall’inquietante ticchettio dei loro orologi biologici.
In realtà le bombe a orologeria biologiche di Marta e Javier non si limitano a ticchettare, ma si fanno vedere e sentire, personificandosi in strane apparizioni, come succede a Javier nella prima puntata: “Sono una proiezione immaginaria del tuo inconscio che si manifesta in forma apparentemente corporea per rivelare il tuo desiderio represso di essere padre” gli dice l’apparizione.

Il caso fa incrociare – e a volte scontrare – i due protagonisti per le strade e nei locali di una seducente Madrid, senza mai dar loro la chance di guardarsi negli occhi e conoscersi.
Ma il fato sta tessendo le trame delle loro vite, intrecciandole con i fili invisibili della “legge dei sei gradi di separazione” secondo cui A conosce B che conosce C che conosce D che conosce E che conosce A… Insomma, inevitabile che prima o poi anche A e D si conoscano.
Intricati sono i percorsi labirintici che l’imperscrutabile destino disegna, ma Javier Veiga li sa ricostruire in maniera sapiente e leggera, con la giusta consapevolezza che anche nella vita reale l’amore è governato dal caso, spesso beffardo, e da tante ‘piccole coincidenze’.
Quello che distingue questa sitcom dalle altre commedie romantiche è soprattutto la caratteristica di riuscire continuamente a stupire lo spettatore. Già dal primo fotogramma della primissima scena il senso di ciò che stiamo vedendo viene capovolto, disattendendo quella che è la sua accezione di significato più immediata per mostrarci un’altra via semantica che diverte e sorprende ogni volta.

I due protagonisti, Javier e Marta, nella vita reale sono marito e moglie. Sarà per questo che l’affiatamento che c’è tra loro si nota subito, si fanno da spalla l’un l’altra sia nella prima che nella seconda stagione, in cui *SPOILER la loro relazione, nata solo alla fine della prima stagione, si consolida e i due si troveranno a dover affrontare i problemi quotidiani di coppia, ma soprattutto interrogarsi sulla loro reale volontà di avere un figlio. Sono una coppia imperfetta e per questo così reali da creare un’immediata simpatia ed empatia nello spettatore. FINE SPOILER*
Dopo questo panegirico che può far pensare che io sia amica del regista o lavori per Amazon Prime Video, che produce la serie, sento di dover fugare ogni dubbio e ammettere che Piccole coincidenze una pecca ce l’ha: provoca seri effetti collaterali e, per correttezza di informazioni, è giusto che ve li elenchi.
- Ti fagocita in un bulimico binge watching
- Appena finito di vedere la puntata n. 12 della stagione 2 sviluppi la sindrome dell’abbandono
- Vorresti trasferirti a Madrid domani stesso
- Inizi ad avere anche tu allucinazioni visive che si traducono in strane apparizioni in casa (beh, questo solo se sei facilmente suggestionabile…)
Buona visione.
In tutti i sensi.

About Ivana Mennella
Partenopea di nascita e spirito, ma milanese di adozione, si trasferisce all’ombra della bela Madunina nel 2007. A 10 anni voleva fare la regista. A 20 la traduttrice per sottotitolaggio e adattamento dialoghi. A 30 la sceneggiatrice. A 40 sa con certezza una sola cosa ossia che il cinema è ancora e resterà sempre la sua più grande passione.