Regia: David Ayer; Interpreti: Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Benthal; Origine: USA; Anno: 2014; Durata: 134′
La Seconda Guerra Mondiale sta per giungere al termine, gli americani sono alle porte di Berlino e l’equipaggio del carro armato statunitense “FURY”, comandato da Don ‘Wardaddy’ Collie (Brad Pitt), prosegue le sue incursioni di supporto alla fanteria…
La Seconda Guerra Mondiale, probabilmente per la sua gravità e per il ruolo cruciale che ha avuto nel determinare il destino della Storia moderna, continua ad essere una improsciugabile fonte di ispirazione per nuovi film.
Il carico emotivo di una Guerra, antico “diletto umano”, può essere insopportabile, la stanchezza fisica e psicologica, derivante dal continuo stato di allerta e incertezza sul futuro, si accumula nel cuore e nella mente dei soldati, messi a dura prova. Anche l’ultimo arrivato, che non ha mai neanche sparato, può perdere la paura e abbandonare rapidamente i propri principi, impugnare una mitragliatrice e accanirsi sul nemico, con incredibile banalità. In questo contesto straniante, ognuno subisce dei profondi stravolgimenti interiori e la violenza, che si accumula negli occhi, può, prima o poi, “esplodere” tutta d’un tratto, creando anche degli eroi…
Senza troppa retorica, senza melense storie d’amore, il film ci restituisce l’immagine di una guerra nella sua cruda realtà: gli americani non sono più solo i trionfanti paracadutisti che distribuiscono cioccolata e sigarette, ma uomini “sporchi” ed estenuati da anni di spari, mine e cannonate. Mettono in mostra le loro debolezze, la loro violenza, anche la loro cattiveria, tutte facoltà “indotte” dalla necessità di sopravvivere. Affiorano parzialmente anche le tensioni interne all’equipaggio del “FURY”. Non l’equipaggio di un veliero invincibile ma quello di una zattera in un naufragio, il più grave naufragio dell’umanità del XX secolo, trasportata lentamente verso il proprio destino.
Nonostante la “gloriosità risicata”, gli appassionati saranno felici di apprezzare i carri armati impegnati in combattimenti coinvolgenti, oltre che un plotone di SS marcianti “spaventoso” per la cura delle uniformi, dettagli da cui traspare la passione e il fascino che la guerra ha sempre suscitato, nonostante tutto, nell’uomo.
Con Fury il regista David Ayer era probabilmente intenzionato a regalarci il miglior film di guerra degli ultimi anni, volendo spodestare, tra gli altri, Il nemico alle porte (2001), ma il risultato è stato appena sfiorato.
Forse le uniche, ma non per questo trascurabili, lacune si riscontrano in una sceneggiatura esile e scarna, senza un convincente corpo centrale, che si risolve in poco e non regge il confronto con la potente componente visiva e sonora. La cura estetica è sublime. La luce fredda delle immagini è spezzata unicamente dal rosso “furioso” del fuoco e gli effetti speciali, nella loro semplicità, sono tutti ben realizzati e molto realistici. Anche la prova attoriale dell’ “equipaggio” è disinvolta e affiatata e Brad Pitt, pur ricordandoci un po’ il tenente Aldo Raine di “Tarantiniana memoria”, è un insostituibile fulcro.
Senza dubbio un film d’azione, anche se la narrazione sa avvalersi sapientemente di alcuni espedienti del thriller o dell’ horror: l’ospedale abbandonato, il buio della notte e la nebbia dei fumogeni sono solo alcuni particolari che aiutano a costruire un’atmosfera cupa e una buona suspense (qualcosa di simile si era visto nel recente ‘71 di Yann Demange).
I titoli di coda, con immagini d’epoca in rapida successione incorniciate dal rosso dello sfondo, sono un piccolo capolavoro che impreziosisce ulteriormente la bella prova visiva, anche se tutto ciò non basta a colmare la scarsa corposità.
Se siete appassionati di carri armati e di II Guerra Mondiale, dovreste assolutamente recuperare La Battaglia dei Giganti (1965), un vero cult del genere.
About Frank Stable
Nasce a Moncalieri (TO) il 30 Maggio 1992, si laurea nel 2018 in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Torino. Benché in famiglia abbia sempre respirato una certa attenzione al cinema la vera passione nasce durante il Liceo Scientifico grazie alla preziosa e ispirante programmazione del canale satellitare "CULT". Sarà il film "Vodka Lemon" di Hiner Saleem a sancire la svolta e trasformare l'interesse in passione. Al di fuori del cinema i suoi interessi sono per le automobili, i viaggi e la fotografia di viaggio, la tecnologia e la grafica.