Probabilmente Damien Chazelle non è un vero e proprio innovatore, ma è molto interessante il suo approccio al cinema attraverso la componente musicale e il modo di porsi verso le precedenti forme e contenuti della settima arte. Il legame con la musica (in particolare con il jazz, cardine dei suoi studi e della sua formazione) è talmente importante che, mentre Chazelle scrive le sceneggiature dei suoi film, l’amico e collega compositore Justin Hurwitz lavora simultaneamente alla colonna sonora. Il loro sodalizio crea quindi una forte coesione ed un amalgama fra questi elementi che nascono, crescono e si definiscono reciprocamente.
L’esordio alla regia di Chazelle è del 2009 con Guy and Madeline on a Park Bench, che in Italia viene presentato in concorso al 27° Torino Film Festival, aggiudicandosi il Premio Speciale della Giuria. Nel film, assumono una particolare rilevanza la scelta stilistica di inquadrature, il montaggio e l’estetica definite da Chazelle: nonostante sia girato in HD, è stato modificato per avere l’apparenza di una pellicola 16 mm. Ai 4/3 della dimensione dello schermo e al bianco/nero si accompagna la scelta di inscenare un racconto dal carattere frammentario, episodico, quasi improvvisato, come il jazz, fulcro del film. Chazelle insiste su dettagli e primissimi piani e utilizza un montaggio ritmato nei momenti narrativi e piano-sequenza durante i momenti musicali. La libertà dei movimenti di macchina a mano, le panoramiche a schiaffo, i cambi di fuoco, l’uso di focali lunghe e gli zoom ricordano le sperimentazioni degli anni Sessanta grazie alle macchine leggere sviluppate da Robert Drew; mentre alcuni stacchi del montaggio, come la camera a mano che segue Madeline nelle strade della città o lo sguardo diretto in macchina durante alcuni numeri musicali, ricordano le trasgressioni della Nouvelle Vague francese.
Nel 2013 Chazelle gira un cortometraggio, Whiplash, presentato al Sundance per cercare i fondi per realizzare l’omonimo film del 2014. La storia ha al centro un giovane batterista, Andrew, soggiogato dal suo insegnante Terrence Fletcher e alla continua ricerca della sua approvazione e della strada verso il successo. Il giovane regista si fa subito notare dall’Academy, che candida il lungometraggio al premio per la migliore sceneggiatura non originale. Nonostante la storia sia stata scritta da Chazelle, come quella di Guy and Madeline on a Park Bench e del successivo La La Land, la candidatura non è per la sceneggiatura originale, poiché il suo film si sviluppa partendo dal cortometraggio.
Nel 2013 il regista firma altre due sceneggiature: The Last Exorcism e Il Ricatto. La trama di quest’ultimo film, prodotto in Spagna e diretto da Eugenio Mira, narra la storia di un pianista che torna alla ribalta dopo una pessima esibizione avvenuta cinque anni prima. Al suo arrivo sul palcoscenico trova un biglietto in cui viene minacciato di essere ucciso se sbaglierà i difficili passaggi tecnici del brano che dovrà suonare. Il film è un thriller e, anche in questo caso come in Whiplash, il protagonista deve raggiungere la perfezione dell’esecuzione musicale.
Il grande successo di Chazelle arriva pochi anni dopo, nel 2016, con il tanto discusso La La Land. Il regista porta sul grande schermo un genere, il musical, che ai giorni nostri non gode più della popolarità che aveva negli anni Cinquanta, quando l’unità di Arthur Freed alla MGM sfornava continui capolavori. Chazelle racconta Los Angeles in modo onirico e irreale, dando alla storia un carattere atemporale. Il regista “muove” il film attraverso le sue passioni, i suoi sogni, le pellicole e la musica che l’hanno inspirato, dichiarandoli apertamente attraverso le numerose citazioni.
La La Land è molto più simile a Guy and Madeline che non a Whiplash. È già stato affrontato lo stile di Guy and Madeline, ma è interessante sottolineare il fatto che la storia dei protagonisti venga raccontata nei titoli di testa: una sorta di videoclip musicale che mostra il loro incontro e la loro separazione. Subito dopo, uno stacco a nero e una didascalia ci portano indietro nel tempo, a una settimana prima, di modo che lo spettatore rivive con i personaggi alcuni momenti già visti in precedenza. Anche in La La Land assistiamo ad un’operazione simile: dopo il magnifico piano-sequenza della scena di apertura, la storia segue i due personaggi riproponendo secondo i loro punti di vista la scena del loro “primo incontro” nel traffico della metropoli. In entrambi i casi, le sequenze iniziano con una successione di dettagli che ci immettono nel mondo di uno dei due protagonisti. Le assonanze del primo e ultimo film di Chazelle sono riscontrabili anche in altre scene: quelle del tip-tap in piano-sequenza, con due amanti che si attirano e respingono, e l’ombra del profilo di Madeline durante un numero musicale che viene riproposto per Mia in La La Land nella sequenza onirica della sua fortunata audizione. Oltre alla somiglianza di alcune sequenze, anche il montaggio di La La Land è, per certi versi, simile a quello di Guy and Madeline, con alternanza di stacchi ritmati e lunghi piano-sequenza, mentre in Whiplash regna invece un montaggio frenetico di inquadrature ricche di dettagli. Lo stile di Chazelle non si basa solo su un gioco di inquadrature e montaggio, ma, per i tre film, sceglie gamme di colori assai diverse: passiamo dal bianco e nero di Guy and Madeline ai colori freddi e tinte ocra di Whiplash, fino ad arrivare ai colori vivi e accesi, simili al primo technicolor, per La La Land.
Tutti e tre i lungometraggi raccontano di una coppia e della loro relazione. Se in Whiplash ciò che viene inscenato è uno scontro, negli altri due film viene raccontata un storia d’amore che in entrambi i casi ha una breve durata, ma resta indelebile nella memoria dei personaggi. Chazelle mette quindi in scena storie ed emozioni diverse con un linguaggio molto calibrato e sempre in sintonia con la musica. Tutti i protagonisti dei film di cui firma la regia sono jazzisti, ma affrontano la musica in modo diverso ed il linguaggio cinematografico ne è influenzato. Da una parte troviamo il protagonista di Whiplash che colpisce con violenza la sua batteria alla ricerca di perfezione ed approvazione, dall’altra, un più maturo e deciso Sebastian, protagonista di La La Land, che sogna di aprire un suo locale e ridare vita al jazz, un genere musicale sempre meno ascoltato. Tra Sebastian e Chazelle sembra esserci un’assonanza legata proprio al voler proporre qualcosa che sta scomparendo: il regista, con le tecniche utilizzate e la struttura della storia, mostra la chiara intenzione di far rivivere il cinema del passato.
Come anticipato, i tre jazzisti vivono storie diverse ma tutte di coppia: Guy e Madeline, Andrew e l’insegnante Fletcher, Sebastian e l’aspirante attrice Mia. I loro scontri e incontri muovono le trame e sono messi in scena con uno stile molto diverso, accompagnato dalla decisione di concludere le vicende attraverso uno scambio di sguardi. Tutti questi personaggi ricercano il successo e l’approvazione del pubblico con una completa dedizione verso la propria arte senza poter dividere quest’amore con qualcos’altro o qualcun altro altro.
Una tromba, una batteria e un pianoforte, tre strumenti dalle sonorità molto diverse come i tre film di cui sono protagonisti. Qual è, dunque, il fulcro del cinema di Chazelle? Oltre allo sguardo nostalgico, ma fresco e vario del regista, è la presenza dell’arte e lo stretto rapporto che un’artista instaura con essa.
About Giulia Scalfi
Dopo la laurea triennale DAMS con la tesi Da Caramel a E ora dove andiamo?: Il Cinema di Nadine Labaki, consegue la laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale discutendo la tesi Evoluzione del montaggio e del sonoro nella saga di James Bond. Il particolare interesse per il linguaggio cinematografico la porta a concentrasi maggiormente sulla struttura dei film e sulle scelte stilistiche. E' stata conquistata dal cinema grazie a film come Effetto Notte, Frankenstein Junior e Chicago. Non può negare la profonda stima nei confronti di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez nonostante provi una profonda ammirazione per le cineaste di ieri e di oggi.