BARI BRASIL FILM FESTIVAL – ALGUMA COISA ASSIM

Titolo originale: Alguma Coisa Assim; Titolo italiano: Qualcosa di simile; Regia: Esmir Filho e Mariana Bastos; Interpreti: Caroline Abras, André Antunes, Clemens Schick, Juliane Elting e Knut Berger; Origine: Brasile/Germania; Anno: 2017; Durata: 80’

Non esistono storie globali(zzate), di quelle che sentiamo avrebbero potuto far parte delle nostre vite allo stesso modo, alla stessa età, in ogni dove ci capiti di esistere. Ecco perché Alguma Coisa Assim si staglia dallo schermo per bisbigliarci all’orecchio e bombardarci, allo stesso tempo, tutte quelle differenze, ossimori, che sembrano abitare la vita del mondo quando cresce (come nell’adolescenza). Fino a diventarci irriconoscibile, o troppo familiare.

La quarta edizione del Bari Brasil Film Festival organizzato dall’Associazione Culturale Abaporu in corso fra Bari e Matera dall’11 al 20 Ottobre si ispira dichiaratamente al tema della diversità e nel secondo appuntamento di sabato 12 Ottobre ha proposto un film diretto dal 37enne regista Esmir Filho – presente in sala in occasione della proiezione – e da Mariana Bastos.  Alguma Coisa Assim, premiato dagli spettatori come miglior film, è nato dall’omonimo cortometraggio del 2006 (Premio della Critica al Festival di Cannes) con gli stessi attori protagonisti. Il film racconta in forma di diario il legame fra due giovani brasiliani originari di San Paolo – Caio e Mari – nel corso di 10 anni e in due diverse parti del mondo: Brasile e Germania, San Paolo e Berlino.

I registi sperimentano, sia nelle scelte di fotografia (Juan Sarmiento) che di musica (Lucas Santana). La fotografia è incisiva proprio nel mantenere il ritmo dei continui flash-back e flash-forward, con un respiro di psichedelia che emana dai night-club fino agli ambienti esterni, così come di intimità, lentezza, bucolicità riguardo ai due corpi che si sfiorano di un amore che non conoscono e non nominano da sempre. La musica evidenzia proprio la censura della comunicazione profonda al di là della complicità viscerale, delle risate, delle confidenze, mostrando le crepe di un rapporto apparentemente consolidato, punto di forza nel racconto di Alguma Coisa Assim.

Caio e Mari sono due giovani che si conoscono fin da adolescenti; insieme attraversano la vita notturna di San Paolo, cominciando ad esplorare ciascuno la propria identità, la propria sessualità, i desideri. Caio scopre la sua omosessualità, proprio mentre il film focalizza il suo obiettivo sui corpi dei due ragazzi, avvinghiati ma senza baci. Questo vulcano di passione di amicizia eterosessuale viene proposto durante tutto il film, quando Caio si unirà in matrimonio con un altro uomo fino a quando andrà a trascorrere un periodo di ricerca a Berlino, dalla sua vecchia amica Mari.

Mari (Caroline Abras) vive con disturbo, mai affrontandolo, il suo amore per Caio, la sua gelosia nei confronti dei suoi partner, perfino quando è sua testimone di nozze. Caio – interpretato da André Antunes in origine attore professionista, nel corso degli anni divenuto psicoanalista – vive apertamente il suo amore con i suoi partner e con Mari, sembrando solo in apparenza più equilibrato di lei. Entrambi vivono il sapore e l’amaro dei loro incontri in Brasile così come in Germania, certamente con una diversa consapevolezza, ma con la stessa voglia di non risolversi in una separazione netta, anzi con la voglia di unirsi per la prima volta come non avevano mai sperimentato. La fotografia, estremamente poetica ed espressiva, rende questo momento quasi un Eden con i due giovani Adamo ed Eva che fanno ricominciare la vita, neofiti a se stessi.

Alguma Coisa Assim racconta tutte le sfumature dell’amicizia, dell’amore, dei sessi, delle regioni del mondo. Seppure alcune critiche abbiano rintracciato nella regia una dicotomia narrativa tra la libertà dei costumi del Brasile e la sostanziale società conservatrice in Germania, questa lettura risulta in effetti lontana da una prospettiva post-coloniale, oltre che poco incline a dare giusto valore ai dettagli in entrambi i contesti. Sarà infatti proprio una precisa procedura legale tedesca a cui protagonisti dovranno far ricorso, a permettere loro di dare parola ai sentimenti che non si sono mai detti di provare.

Il diverso”, tema ispiratore del Bari Brasil Film Festival di quest’anno, si pone quindi come differenze che né si asportano né si esportano, neanche con l’empatia, ma che possono essere riconosciute da chi ha avuto il coraggio di vivere i propri sentimenti con tutta la loro confusione e irriconoscibilità. Questo porta ad escludere una lettura tipicamente cross-culturale di Alguma Coisa Assim a favore di una intersezionale (razza, genere, orientamento sessuale, classe), capace di rendere evidente l’intreccio di più differenze e – in ultima analisi – la sua unicità. L’identificazione non è un viatico per la comprensione.

C’è un fra le righe, infinitamente piccolo, molto quotidiano e informale e immediatamente comune nei dialoghi fra Caio e Mari, sia nelle loro conversazioni a San Paolo che a Berlino, nei club di entrambe le metropoli; i due protagonisti riescono a comunicare aspetti psico-linguistici sottili e coinvolgenti, non semplicemente con lo slang o con tratti da subculture. Qualcosa di simile a tutt* noi, che mantiene la confusione nello sguardo del pubblico tra distanze, somiglianze, etichette sociali, senza mai rendere superflue né le parole né i corpi.

Rossella Traversa

Lecturer in Psicologia presso la University of New York di Tirana dal 2017 al 2019. Si è occupata di corporeità e potere trascorrendo 9 mesi negli Stati Uniti – tra il 2010 e il 2011 – come visiting scholar presso la Clark University. Dal 2015 scrive di spettacolo (principalmente teatro, danza, cinema, arte contemporanea) e dal 2016 su https://www.artslife.com/author/rossella-traversa/ dopo aver conseguito un Master in Critica Giornalistica dello Spettacolo (Teatro, Cinema, Musica e Televisione) presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma.

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