And the Oscar goes to – AMADEUS

Titolo: Amadeus; Regia: Milos Forman; Interpreti: Tom Hulce, F. Murray Abraham, Elizabeth Berridge, Simon Callow, Roy Dotrice; Origine: USA; Anno: 1984; Durata: 160′

Amadeus, del regista ceco Milos Forman, non è solo uno strepitoso film su Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e su un preciso periodo storico (la seconda metà del ‘700). È anche una riflessione sulla psicologia del genio artistico; sull’invidia che consuma l’animo dei ‘mediocri’; sul difficile rapporto tra un padre ambizioso e castrante ed un figlio predestinato. Il tabù dei tabù, ovvero la morte, viene qui impietosamente ‘esalato’ come persecutorio, sfidando il pudore dello spettatore. Film cult biografico-romanzato, in costume, dall’ineguagliabile verve, da quel lontano 1984 non cessa di provocare vertigini agli spettatori di ogni età. Ai puristi che non si lasciano convincere perché ne criticano la non attendibilità storica, rispondo che si tratta comunque di un capolavoro assoluto, persino capace di scatenare un viscerale amore per la musica (quella ‘còlta occidentale’, detta anche impropriamente ‘classica’). Tom Hulce (Mozart), Murray Abraham (Salieri), Elizabeth Berridge (Constanze), Roy Dotrice (Leopold), Simon Callow (Schikaneder), tutti insuperabili, disegnano dei personaggi vividi, indimenticabili, conturbanti, a cui non si può non affezionarsi. Un film che non mancherà di farvi desiderare di visitare Salzburg, Vienna, Praga. Suggerisco la lettura dell’epistolario mozartiano (quello più completo finora, a cura di Marco Murara, della Zecchini Editore), per mantenere vivo il ‘dialogo’ con i personaggi del film.

Amadeus ha vinto l’Oscar come Miglior film nel 1985 (oltre a quelli per Miglior attore – F. Murray Abraham, regia, sceneggiatura non originale, costumi, scenografia, sonoro, trucco).

 

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About Luca Mantovanelli

Saturnino, introverso, Luca Mantovanelli ha iniziato presto ad interessarsi di musica e la sua curiosità per l’aspetto creativo e per la psicoanalisi sfocia all’università con una tesi sulla regìa operistica con applicazione al Don Carlos di Verdi. Ma sono proprio le trame delle opere liriche, talvolta – secondo lui - un po’ dispersive e distanti dalla sensibilità moderna, a ricordare a Luca che nel suo passato alcune altre trame (come per esempio di Amadeus e di Film blu) gli avevano cambiato un po’ la vita. Ecco allora una nuova presa di contatto da parte sua con la ‘settima arte’ (e Bobbio ha rappresentato senz’altro per lui un’insolita quanto stimolante esperienza). I suoi incontri con il cinema (di ieri e di oggi) sono stati sempre meno casuali e sempre più dettati dalla curiosità. Luca ritiene che i prodotti artistici migliori (che riscontrino un successo di botteghino o meno) siano quelli che sentiamo riflettere pezzi del nostro Io, e al tempo stesso in grado di indicarci o aprirci una nuova strada…perché è sempre indispensabile un quid di novità. L’introversione ha portato Luca a trovare nella scrittura il suo più congeniale e gratificante mezzo di espressione.

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