NIGHT MOVES

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Regia: Kelly Reichardt
Anno: 2013
Origine: USA
Durata: 112’

 

Il film racconta il prima, il durante e il dopo di una estrema azione di protesta ambientalista (leggi “ecoterrorismo”) da parte di tre personaggi: Harmon, Dena e Josh.
La diga idroelettrica che viene fatta esplodere da questi a circa metà del film, è il simbolo del “mostro” da abbattere. Da lì comincia la vera tragedia dei protagonisti, costretti a separarsi per disseminare le loro tracce. La figura di Harmon inizia ad essere messa definitivamente in primo piano, e proprio dal suo punto di vista si continuerà a vivere la storia. L’atmosfera si fa tesa, la paranoia e il tormento assillano i personaggi, in un clima allucinato dove la regista riesce a volare molto alto, evitando stereotipi e facili effetti.
I nervi cedono a Dena, che quasi già smaterializzandosi nel clima di ineluttabilità, si confida con un’amica sul fatto commesso. Ad Harmon non rimane che fare una cosa: uccidere la ragazza. Il film si interrompe bruscamente non appena il ragazzo decide di gettare via la scheda del proprio cellulare e di trovare (incautamente?) a pochi passi da quel bidone dell’immondizia un lavoro come commesso. La scheda verrà trovata e lui incastrato? Oppure ricomincerà per lui una nuova vita?

Night moves, della regista originaria della Florida Kelly Reichardt (suoi i precedenti River of grass, Old Joy, Wendy and Lucy), è un thriller di ampio respiro, drammatico e dall’atmosfera quanto mai rarefatta e cupa. Presenta dei momenti di pura suspense ma il ritmo non è sempre così sostenuto. I tempi piuttosto dilatati delle azioni (per di più poche, immerse in un mare di attese e di non-dialogo) mirano a suscitare nello spettatore la sensazione di un realistico (nel senso di ‘veritiero’) tempo d’azione. Siamo molto distanti quindi dai tempi e dai ritmi di un action movie classico.
Il gesto estremo nei confronti della diga, prevedibilmente non risveglia nella popolazione locale alcun germe di sdegno nei confronti di quella potente insidia ambientale (quale è appunto una diga idroelettrica), ma provoca, in modo diretto e indiretto, due vittime, una delle quali è appunto Dena.
Il film può nel complesso piacere per le atmosfere che la Reichardt riesce a creare, e per una certa efficacia da parte degli attori, ma con un paio di avvertenze. La considerazione ambientalista si limita a modeste e banali informazioni: nessuna illuminazione, nessuna reale opera di sensibilizzazione per lo spettatore. In più, gli appassionati del genere catastrofico non si aspettino da Night moves scene spettacolari.
Mentre alla Reichardt risulta facile forgiare i paesaggi e le ambientazioni del film in modo sapientemente ‘cinematografico’ (complici anche le musiche di Jeff Grace), non si può dire lo stesso dei personaggi, che appaiono, a conti fatti, un po’ “televisivi”.
Jesse Eisenberg (The Hunting Party, The Social Network, To Rome With Love) ha dato credibilità al personaggio di Harmon, ma nel complesso pare un po’ statico e monocorde. Dakota Fanning, Dena (già ne La guerra dei mondi e celebre per la saga di Twilight), nonostante l’avvenenza fisica e e la sua resa non troppo stereotipata del personaggio, non risulta particolarmente ingegnosa sul piano interpretativo.
Peter Sarsgaard. Josh (The cell, Lezioni d’amore, An education) ha svolto bene la parte del capobanda, appositamente un po’ defilato e quindi anche enigmatico.

About Luca Mantovanelli

Saturnino, introverso, Luca Mantovanelli ha iniziato presto ad interessarsi di musica e la sua curiosità per l’aspetto creativo e per la psicoanalisi sfocia all’università con una tesi sulla regìa operistica con applicazione al Don Carlos di Verdi. Ma sono proprio le trame delle opere liriche, talvolta – secondo lui - un po’ dispersive e distanti dalla sensibilità moderna, a ricordare a Luca che nel suo passato alcune altre trame (come per esempio di Amadeus e di Film blu) gli avevano cambiato un po’ la vita. Ecco allora una nuova presa di contatto da parte sua con la ‘settima arte’ (e Bobbio ha rappresentato senz’altro per lui un’insolita quanto stimolante esperienza). I suoi incontri con il cinema (di ieri e di oggi) sono stati sempre meno casuali e sempre più dettati dalla curiosità. Luca ritiene che i prodotti artistici migliori (che riscontrino un successo di botteghino o meno) siano quelli che sentiamo riflettere pezzi del nostro Io, e al tempo stesso in grado di indicarci o aprirci una nuova strada…perché è sempre indispensabile un quid di novità. L’introversione ha portato Luca a trovare nella scrittura il suo più congeniale e gratificante mezzo di espressione.

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