BABBO NATALE: TRA SOGNO E INNOVAZIONE

C’era una volta un uomo con una lunga barba bianca tutto vestito di rosso. Il suo compito era quello di andare in giro, la notte di Natale, con una slitta trainata da renne, a portare regali a tutti i bambini del mondo…

Quell’uomo era Babbo Natale, Santa Claus, Père Nöel, Weihnachtsmann. Tanti nomi per un’unica magica figura.
Che sia pura invenzione umana o semplice realtà, la storia di Babbo Natale ha origini antichissime, addirittura cristiane. Viene infatti assimilato a un personaggio vissuto in Italia durante il IV secolo: San Nicola di Bari, vescovo cristiano. Sicuramente i connotati fisici e le caratteristiche propriamente estetiche del personaggio fanno sì che questa figura sia in qualche modo considerata come il vero e proprio antenato di Papà Natale. Così la modernità si è nutrita ed ha assorbito le antiche credenze popolari, facendole proprie, fino ad elaborare la figura di un uomo che inglobasse nel proprio bagaglio culturale tradizioni religiose, antiche credenze popolari e personaggi realmente esistiti.

Primo tra tutti il vestiario, infatti i suoi abiti erano simili a quelli vescovili: copricapo liturgico rosso con una croce dorata e il vincastro, bastone ricurvo riccamente decorato. Certamente anche l’abito del nostro Babbo Natale ha subito nel tempo diverse variazioni. Anche se la barba, tutt’ora in voga, gli conferisce un’aria saggia e familiare, gli altri elementi riconducibili a San Nicola da Bari sono andati via via scomparendo. Il cambiamento più eclatante di tutti è senza dubbio l’abito: abbandonati tonaca, bastone e cappello papale si è passati ad una più comoda divisa. Giacca e pantalone rossi con inserti di pelliccia bianca sono diventati l’elemento imprescindibile di ogni Babbo Natale!
Dunque dall’origine fino ad oggi, questa figura ha subito una significativa evoluzione che l’ha portata ad allontanarsi dal legame con la tradizione cristiana per entrare prepotentemente nell’immaginario collettivo influenzandolo in maniera preponderante.

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Il rosso, protagonista indiscusso, è per antonomasia il colore che rappresenta il Natale e lo spirito del quale questa festa si anima: la passione, l’amore, la gioia, la vita. Tutto nel periodo natalizio si tinge di un rosso colto nelle sue mille sfaccettature e tonalità. Anche se non tutti sanno che, originariamente, il nostro caro Père Nöel vestiva di verde! E infatti nelle più antiche rappresentazioni letterarie, e non solo, viene raffigurato con una divisa uguale a quella dei nostri giorni ma di colore diverso. La domanda che sorge spontanea è, perché? Si narra che il cambiamento avvenne a Boston nel 1885 a causa di alcune illustrazioni di cartoline natalizie da parte di un tipografo. Sono però in molti a sostenere che questa variazione di colore sia dovuta alla campagna pubblicitaria della Coca-Cola iniziata nel 1939, poiché fin da subito il brand ha associato l’immagine di Babbo Natale a quella della bibita, creando un binomio che ancor oggi risulta indissolubile. Che sia stato Babbo Natale ad adattarsi al colore della più famosa bibita o viceversa, è indubbio il fatto che questa scelta ha cambiato ed influenzato gli avvenimenti futuri: letteratura, cinema e televisione sono diventati i maggiori fruitori di una delle figure più importanti dell’immaginario collettivo.

Da sempre canale privilegiato di diffusione, il cinema si nutre in maniera vitale di tutto ciò che accade nel mondo, plasmandolo, elaborandolo e modificandolo a suo piacimento. E così nasce quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio filone: Santa Claus e le sue meravigliose avventure. America, Asia, Europa: senza dubbio Papà Natale ha fatto il giro di tutti i continenti con la sua slitta, fino ad approdare dai grandi schermi sino al comodo televisore di casa nostra. L’immancabile divisa rossa e la lunga barba bianca, quasi a voler nascondere il suo vero volto, sono stati fonte d’ispirazione per numerosi registi. Tuttavia nonostante l’aspetto sempre uguale, le avventure che lo vedono coinvolto variano di volta in volta. In Caro Babbo Natale del 1991 una famiglia in difficoltà è pronta a sgretolarsi ma, con l’aiuto inaspettato di Babbo Natale, riesce a cambiare le proprie sorti; nel più recente Che fine ha fatto Santa Claus?, Babbo Natale si nasconde dietro l’identità di un padre come tanti, mentre in Chiamatemi Babbo Natale il nostro amico vestito di rosso dopo 200 anni di veneranda attività, cerca qualcuno che lo sostituisca.

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Un grande classico del genere è senza dubbio Il miracolo della 34° strada del 1947 diretto da George Seaton che trasla sullo schermo una commedia fantastica sull’identità di Santa Claus, ambientata ai grandi magazzini Macy’s a New York. Questa storia ebbe talmente tanto successo da farne un remake nel 1994. Anche la Finlandia diviene meta privilegiata per ambientare la storia di Papà Natale, come fa il regista finlandese Juha Wuolijoki che nel 2007 narra di un ragazzo che, nonostante le numerose disavventure, riesce a non perdere l’entusiasmo e la gioia legati all’atmosfera natalizia, sino a diventare lui stesso Babbo Natale. Anche in Italia non mancano i film ove questa figura è protagonista assoluta. Un esempio è la lettura moderna che ne fa il trio di comici Aldo, Giovanni e Giacomo con La Banda dei Babbi Natale del 2010. Il film, diretto da Paolo Genovese, sdoppia, anzi triplica la figura di Babbo Natale, utilizzandolo come maschera da parte di tre uomini per compiere delle rapine.

Ma andando a ritroso nel tempo, non può mancare l’antesignano Walt Disney che nel 1932 realizza Papà Natale, cartone animato tutto incentrato sulla figura di Santa Claus. In soli 7 minuti assistiamo all’articolazione di un racconto su come si svolge la vita all’interno del laboratorio natalizio al Polo Nord: dalla lettura delle immancabili letterine inviate dai bambini di tutto il mondo alla creazione dei regali in fabbrica, sino alla partenza di Babbo Natale su una slitta trainata da renne. Connesso a questo cortometraggio è il successivo La notte di Natale del 1933 nel quale viene raffigurato il momento della consegna dei regali ai bambini in attesa. Un salto temporale molto lungo ci conduce sino al 1993 con Nightmare Before Christmas diretto da Henry Selick ed ideato da Tim Burton. Questo film d’animazione è stato interamente realizzato in stop-motion e animazione, fantasia, musical e commedia noir coesistono tra loro in un’unica opera.

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Sempre dal fronte animazione il 2004 ci regala Polar Express di Robert Zemeckis, ove l’attore Tom Hanks si cimenta nella recitazione di quattro differenti ruoli, tra i quali anche quello di Babbo Natale. Tipologie e periodi storici diversi che attraverso il cinema hanno contribuito a diffondere la figura di un uomo che è entrato nell’immaginario collettivo in sordina sino a diventarne uno dei protagonisti assoluti! Che sia bianco, rosso o verde, Babbo Natale cambia ben poco. Santa Claus con la sua slitta e le sue renne rimane comunque scolpito nella memoria di ogni bambino, che ancora a distanza di anni, la notte di Natale, attende trepidante un uomo con una lunga barba e un sacco pieno di regali che riesca ad esaurire tutti i suoi desideri. Per qualcuno è così e per altri purtroppo no! Magari nel futuro vedremo al cinema o, chissà, anche nella realtà un Babbo Natale diverso nella vita di ogni bambino che porti sotto l’albero quei doni che in alcuni cuori sono andati perduti come la gioia, la felicità, l’amore.

 

About Giulia Sterrantino

Nasce in Sicilia e dopo aver frequentato il liceo classico si trasferisce a Padova per studiare cinema. Si laurea in Spettacolo e Produzione Multimediale con una tesi sulla sceneggiatura italiana contemporanea. Il suo sogno da bambina era quello di diventare una stilista di moda. E forse lo è ancora. Ama i film fuori dal comune, i libri che nessuno ha mai letto, il viola, i rossetti, il suo cane Ulisse, fare dolci e mangiarli, passeggiare in bicicletta, girare per il mondo e tornare a casa.

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