Regia: Jean-Marc Vallée
Anno: 2013
Origine: USA
Durata: 117′
Il Dallas Buyers Club è un’associazione fondata allo scopo di procurare ai sieropositivi medicinali non approvati negli Stati Uniti attraverso grosse importazioni da diversi paesi del mondo: il film è ispirato alla vicenda di colui che ne è stato il fondatore, Ron Woodroof.
Settimo lungometraggio del regista canadese Jean-Marc Vallée, la pellicola era in concorso all’ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma che ha assegnato il premio come miglior attore al protagonista, Matthew McConaughey, e il Premio BNL del pubblico per il Miglior Film.
Anche i Golden Globe del 2014 hanno premiato le interpretazioni del protagonista e della sua spalla, Jared Leto, attore e frontman dei 30 Seconds to Mars.
Non potevano mancare le nomination all’Oscar per i due attori, che hanno perso un totale di 37 Kg in meno di 6 mesi (-23 Kg McConaughey e -14 Kg Leto, arrivando a pesare per la sua interpretazione del transessuale 52 Kg).
Ma il film concorre agli Oscar anche per il “Miglior Trucco e Acconciatura”, il “Miglior Montaggio”, la “Miglior Sceneggiatura Originale”, firmata da Craig Borten e Melissa Wallack, e soprattutto per il “Miglior Film”.
Dallas Buyers Club è stato girato in soli 25 giorni con un budget di 5 milioni di dollari, ma è un film scritto circa 20 anni fa che non è riuscito a trovare finanziatori certi fino al 2011. Ci furono molte proposte per la regia e l’attore che avrebbe dovuto interpretare Woodroof: negli anni novanta il progetto era nelle mani di Dennis Hopper e Woody Harrelson, poi Marc Foster e Brad Pitt, mentre nel 2008 venne stipulato un contratto, poi sciolto, con Craig Gillespie e Ryan Gosling. Venuto a conoscenza del progetto, McConaughey si adoperò affinché il film fosse realizzato e inizialmente la parte del transessuale con cui il protagonista fonda la società doveva essere di Gael García Bernal.
Il film è ambientato fra il 1985 e il 1988 ed è tratto dalla vera storia di Woodroof su cui nel 1992 era comparso un articolo, scritto da Bill Minutaglio sul “Dalls Morning News”, con il titolo “Buying time”. Lo sceneggiatore Craig Borten ha poi intervistato lo stesso Woodroof un mese prima della sua morte e su di lui ha sviluppato l’equilibrata sceneggiatura del film, che non manca di momenti toccanti ma anche ironici. Nel film di Vallée il protagonista è ritratto come un cowboy omofobo che partecipa ai rodei e si concede ogni tipo di vizio, mantenendosi con scommesse e un lavoro di elettricista. In realtà l’autentico Woodroof non ha mai preso parte a un rodeo, ma questo particolare è stato inserito nel film proprio come metafora: Ron fronteggia i tori come ha il coraggio di fronteggiare la sua malattia. Inoltre non era un uomo troppo aggressivo e molti sostenevano fosse apertamente bisessuale; al contrario, nella sceneggiatura, è totalmente avverso all’omosessualità, come rivendica il flashback che mostra il momento del contagio avvenuto con una tossicodipendente.
Nel film i personaggi che circondano il cowboy sono rappresentativi dei gruppi di persone che Woodroof ha frequentato nel periodo della gestione del Buyers Club: i gay e transessuali, incarnati da Rayon, e i dottori che sostenevano le cure vietate negli Usa, nella figura della dottoressa Eve Saks, interpretata da Jennifer Garner. Al contrario nel film non sono presenti l’ex-moglie e la figlia di Woodroof.
L’interpretazione di McConaughey è veramente convincente, al di là di tutti i chili persi per sostenere la parte e il personaggio, e per quanto il suo atteggiamento muti dall’inizio alla fine del film, questo cambiamento è solo il veicolo dell’elemento centrale e tematico: la lotta che persegue per ottenere le cure che gli servono spostandosi personalmente nel mondo per recuperare le varie medicine. È attestata nel film una mancata comunicazione tra malati e medici che devono accertarsi dell’efficacia dei farmaci, e infatti i dottori, considerato che noi accompagniamo in tutta la sua avventura McConaughey, vengono ritratti come antagonisti.
Appena i medici comunicano a Ron che ha contratto il virus e gli rimangono solo 30 giorni di vita, la struttura del film viene divisa da un fondo nero in modo da contrassegnare i giorni che passano da quella diagnosi. La divisione del lungometraggio non è omogenea ma questo non disturba lo spettatore che viene totalmente immerso nella malattia e nelle sensazioni di Woodroof attraverso un suono soggettivo/acusmatico che percepisce il personaggio, un forte fischio che rispecchia il dolore e la debolezza del corpo malato.
Gli elementi tecnici della pellicola sono realizzati in modo che lo spettatore venga reso totalmente partecipe della situazione, e fanno del film, nonostante il tema (forte) e la vicenda narrata (amara), un’opera dal piglio critico del tutto coinvolgente e godibile.

About Giulia Scalfi
Dopo la laurea triennale DAMS con la tesi Da Caramel a E ora dove andiamo?: Il Cinema di Nadine Labaki, consegue la laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale discutendo la tesi Evoluzione del montaggio e del sonoro nella saga di James Bond. Il particolare interesse per il linguaggio cinematografico la porta a concentrasi maggiormente sulla struttura dei film e sulle scelte stilistiche. E' stata conquistata dal cinema grazie a film come Effetto Notte, Frankenstein Junior e Chicago. Non può negare la profonda stima nei confronti di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez nonostante provi una profonda ammirazione per le cineaste di ieri e di oggi.