Regia: Roger Michell; Interpreti: Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum; Anno: 2013; Origine: United Kingdom; Durata: 93′
Nick e Meg sono una coppia non più giovane che decide di festeggiare il trentesimo anniversario di matrimonio nel luogo romantico dove ha trascorso la luna di miele: Parigi. La città e un incontro fortuito con un vecchio amico li faranno meditare sulla loro relazione.
Nato dalla collaborazione tra il regista Roger Michell (di cui ricordiamo il fortunato Notting Hill) e lo scrittore Hanif Kureishi (sua la sceneggiatura di My beautiful laundrette), Le weekend è un film che ha tutte le carte in regola: sodalizio consolidato tra sceneggiatore e regista, una città tra le più cinematografiche al mondo, attori di spessore (Jim Broadbent ha vinto il premio BAFTA come miglior attore per Moulin Rouge nel 2001, mentre Lindsay Duncan ha interpretato la madre di Alice nella pellicola di Tim Burton Alice in Wonderland), eppure non “arriva”. Parigi è ridotta a sfocato sfondo da cartolina e si percepisce una sorta di intermittenza nei dialoghi, come fossero attraversati da micro cortocircuiti semantici che non danno fluidità alla storia.
Non scatta empatia con i personaggi che risultano poco spontanei, eccessivamente impostati. Questa mancanza di scioltezza si sente soprattutto nei momenti in cui il regista prova a virare verso un registro leggero. In più di una scena, i protagonisti corrono come due ragazzini spensierati dopo aver compiuto una marachella, stimolano le loro fantasie sessuali con gesti e parole a cui non erano più abituati, dopo anni di matrimonio, si cercano, si allontanano in movimenti asincroni, ma quello che passa attraverso lo schermo sono solo tentativi maldestri, appena accennati e per questo poco convinti, oltre che poco convincenti. Suonerebbero coerenti con la struttura filmica se fossero scelte registiche intenzionali e potessero quindi essere letti in chiave di fallimento sentimentale di una coppia alla deriva, che dopo anni cerca di riaccendere un fuoco spento, di far risorgere fenici dalle ceneri, ma probabilmente non è questo l’intento di Michell.
Mentre il film si snoda lento verso la fine tra le tante, forse troppe, schermaglie tra Nick e Meg, il regista fa brillare di nuovo una scintilla dell’amore che forse splendeva nei loro occhi tre decadi prima.
Un accenno di lieto fine.
I continui accenni letterari (Meg e Nick sono entrambi insegnanti) rendono sicuramente sofisticata questa commedia, ma anche la frase di Samuel Beckett che Nick cita durante la loro visita al cimitero di Père Lachaise, “Intendiamo amore quando diciamo amore?”, non basta a suggerire la poesia amara della difficoltà di mantenere in vita una relazione.
Né funziona l’ingresso in scena del bravo Jeff Goldblum, qui nelle vesti di un vecchio amico universitario di Nick. Il suo personaggio si riduce ad una figura macchiettistica che ha il ruolo di evocare vecchi sogni giovanili e antichi sentimenti, ma con un piatto entusiasmo.
Poi, quando scorrono insieme ai titoli di coda le note familiari della splendida Pink Moon di Nick Drake, per un attimo sentiamo muovere qualcosa dentro e percepiamo una punta di nostalgia per l’inizio di ogni storia d’amore, ma la pellicola è già finita.
VOTO: 5/10

About Ivana Mennella
Partenopea di nascita e spirito, ma milanese di adozione, si trasferisce all’ombra della bela Madunina nel 2007. A 10 anni voleva fare la regista. A 20 la traduttrice per sottotitolaggio e adattamento dialoghi. A 30 la sceneggiatrice. A 40 sa con certezza una sola cosa ossia che il cinema è ancora e resterà sempre la sua più grande passione.