Per me è un NO! – LA MADRE

 Titolo: La madre; Regia: Angelo Maresca; Interpreti: Carmen Maura, Stefano Dionisi, Laura Baldi; Origine: Italia; Anno: 2014; Durata:90’

Tra senso di colpa, fede e individualizzazione, il rapporto morboso tra una madre ed il figlio prete, coinvolto in una relazione con una donna.

La madre, opera di esordio del regista Angelo Maresca (attore ed autore del cortometraggio Clochard del 2003), presentata in anteprima al recente Taormina Film Festival, è tratta dall’omonimo romanzo breve di Grazia Deledda.

Il progetto di questo film nasce proprio dall’incontro dell’autore Angelo Maresca con la scrittrice premio Nobel per la letteratura: «Il film ha origine da una mia personale curiosità nei confronti dell’autrice Grazia Deledda. Ho visitato la sua casa museo e mi ha incuriosito il personaggio. A parte il tipo di scrittura, ho trovato “La Madre” molto interessante perché attuale per il rapporto tra i personaggi e il senso di oppressione che incute la religione e il rapporto malato tra madre e figlio.»

Maddalena (Carmen Maura, attrice musa del maestro Almodóvar) è la madre di Paolo (Stefano Dionisi), prete in una asettica e fredda chiesa dalla moderna architettura, coinvolto in una relazione sentimentale dalla forte attrazione sessuale con la bella Laura (Laura Baldi). Accortasi della relazione, Maddalena (nome non casuale) cercherà tenacemente di porvi fine, giacché la vocazione di Paolo ha la ulteriore, intima funzione di assolvere il suo senso di colpa scaturito da un incontro sessuale a cui ha ceduto da giovane.

All’intimo dibattersi della madre tra bene e male, facce opposte della stessa natura umana che, rifiutata nella sua unità, le si manifesta quale visionaria follia, fa da contraltare il medesimo dibattersi di Paolo tra senso di colpa e vocazione. L’unico personaggio centrato è Laura, così innamorata di Paolo e desiderosa di trascorrere la sua vita con lui da arrivare a proporgli di fuggire insieme.
Alla fine (*spoiler*) Paolo sceglierà se stesso, abbandonando sia la madre, che la Chiesa, che Laura, per andare verso una autentica, autonoma individuazione.

LA MADRE

La narrazione filmica ne La Madre predilige riprese senza parole, con una composizione curata dell’inquadratura anche dal punto di vista cromatico, alternando sequenze in esterni ambientati nel quartiere Eur di Roma (un non-luogo emblema di un mondo senza mezzi toni) asettici e costruiti su una rigida schematizzazione e su colori freddi, e sequenze in interni cupi, popolati da innumerevoli immagini sacre che, lungi dall’alleggerire l’animo, sembrano conferirgli maggiore oppressione.
Si tratta però dell’unico elemento mediamente riuscito, uno schema (che ripetuto sistematicamente rivela il suo meccanicismo) sul quale l’autore poggia tutta l’opera, forse nell’intento di conferirle senso e potenza narrativa, ma che si rivela una struttura fragile ed inadeguata a sostenere e reggere un intero film che, per il resto, langue nella noia e nella mediocrità.

Si rivela modesta la recitazione degli interpreti, ivi inclusa l’altrove brava Carmen Maura, la quale nel ruolo di Maddalena utilizza solo due espressioni (allucinata e semi-allucinata), fino a rasentare un livello da teatrino parrocchiale rispetto ai personaggi minori.
Langue la sceneggiatura che si inserisce o con dialoghi inefficaci o con declamazioni, tese alla vana ricerca della frase ad affetto cui affidare la confusa chiave di lettura di tutto il film, affidate alla voce fuori campo per lo più del protagonista maschile.
Scontate le sequenze delle visioni deliranti della madre, così come i flash-back dei suoi ricordi, e prive di tensione erotica quelle degli incontri tra Paolo e Laura.

la madre 2

L’effetto finale che si determina non trasmette nulla di rilevante allo spettatore che, lungi dall’essere smosso da una minima emozione, rimane fermo come le fredde architetture del Colosseo quadrato che osserva.
E quando manca emozione, manca anche quella spinta alla riflessione che l’autore vorrebbe innescare – in questo caso senza riuscirci – e la cui assenza finisce per rendere La Madre un melodramma dalla debole incisività che si trascina stancamente per 90 interminabili minuti.

VOTO: 3/10

About Alessandra Quagliarella

Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.

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