HABEMUS PAPAM

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Regia: Nanni Moretti; Interpreti: Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli, Nanni Moretti; Origine: Italia, Francia; Anno: 2011; Durata: 104′

Con Habemus Papam presentato al 64° Festival di Cannes, Nanni Moretti prosegue con l’intento, intrapreso con La stanza del figlio e culminato con il recente Mia madre, d’indagare attraverso il mezzo cinematografico i moti dell’animo umano, quei sentimenti talvolta inespressi fatti di parole non dette. Habemus Papam narra la storia di un uomo divenuto Papa che non riesce a portare avanti il suo compito perché sente di essere tra coloro che non possono condurre, ma devono essere condotti. Un uomo prima di tutto, che a differenza di molti altri, è in grado di affrontare le debolezze che invadono il suo animo davanti al mondo intero e a quei fedeli giunti a Roma da ogni parte del globo solo per conoscere il loro Papa.

Ma l’inquietudine umana a volte è più forte di qualsiasi responsabilità e la fuga dal mondo e da se stessi si prefigura come l’unica soluzione possibile: l’indecisione o forse la non accettazione di un percorso di vita prestabilito divengono in questo film il motore di tutta la narrazione. Una narrazione altalenante, come i sentimenti dell’attore protagonista Michel Piccoli che interpreta il Cardinale Melville, ma anche dello stesso Moretti nei panni dello psicanalista Brezzi.

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Due modi di vivere opposti, uno alter ego dell’altro, ma entrambi travolti da una ricerca del proprio io che non conosce confini spaziali e temporali e che si esprime in un’alternanza costante tra spazi aperti e chiusi: Melville fugge, cercando la libertà in una Roma fatta di ricordi e di sogni, girovagando per le strade della città alla ricerca di un passato ormai sbiadito, con lo scopo di «Ricordare tante cose della mia vita, cose che ho dimenticato» come confida lui stesso alla psicanalista, mentre Brezzi, costretto a rimanere all’interno del Vaticano, tenta con le proprie idee psicanalitiche di stravolgere le vite e le abitudini dei cardinali.

Un film straordinario, scritto da Moretti insieme a Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, che cela dietro la critica ironica nei confronti della Chiesa e dei suoi metodi, una profonda analisi umana, delle inquietudini e delle debolezze anche di chi crediamo non possa sbagliare mai. Un film dolce-amaro sul coraggio di cambiare e di affrontare le paure che si presentano nei nostri animi come scogli insormontabili, impedendoci di vivere i cambiamenti nel modo più sereno possibile.

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Movimenti di macchina precisi e l’uso di un montaggio alternato sottolineano la contrapposizione interiore sviluppata visivamente nel dualismo tra spazi aperti e chiusi, ad esempio tra le strade affollate di Roma e i tranquilli cortili del Vaticano, passando attraverso il teatro, luogo d’incontro di due universi opposti e nel quale l’interazione di finzione e realtà non lascia via d’uscita.

Ma questa contrapposizione, sulla quale si costruisce tutto il film è connotata anche attraverso la scelta dei costumi, affidata a Lina Nerli Taviani, la quale riesce a giocare durante tutta la narrazione con i colori: da quelli presenti all’interno del Vaticano, come il verde intenso dei giardini, il rosso sgargiante degli abiti cardinalizi o il bianco lucente della veste papale, a colori che paradossalmente sembrano affievolirsi sino a scomparire tra le vie della città, nella quale prevalgono nero, grigio, marrone, come gli animi travagliati e tesi di chi la attraversa nella speranza di trovare il giusto equilibrio tra sogno e realtà, anche nella consapevolezza che prima o poi “todo cambia”.

About Giulia Sterrantino

Nasce in Sicilia e dopo aver frequentato il liceo classico si trasferisce a Padova per studiare cinema. Si laurea in Spettacolo e Produzione Multimediale con una tesi sulla sceneggiatura italiana contemporanea. Il suo sogno da bambina era quello di diventare una stilista di moda. E forse lo è ancora. Ama i film fuori dal comune, i libri che nessuno ha mai letto, il viola, i rossetti, il suo cane Ulisse, fare dolci e mangiarli, passeggiare in bicicletta, girare per il mondo e tornare a casa.

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