Regia: Atom Egoyan; Interpreti: Colin Firth, Reese Witherspoon; Anno: 2013; Origine: USA; Durata: 115′
Tratto da una storia vera, Devil’s Knot narra la vicenda processuale di tre adolescenti interessati alle pratiche occulte accusati dell’omicidio di tre bambini in Arkansas agli inizi degli anni Novanta.
Il regista Atom Egoyan propone, a distanza di vent’anni, il caso mediatico che sconvolse l’America dell’omicidio dei tre bambini di otto anni Stevie Branch, Christopher Byers e Michael Moore, di cui il film mostra solo il ritrovamento nel fiume della cittadina di West Memphis. Il lungometraggio si concentra infatti sul processo dei tre ragazzi accusati di omicidio, giovani adolescenti mal visti dalla società per il loro anticonformismo e interesse per la stregoneria. Da subito le televisioni si accaniscono sul caso portando il detective privato Ron Lax ad interessarsi della sorte dei tre ragazzi a cui viene augurata la pena di morte in quanto ritenuti colpevoli ancor prima dell’esito del processo.
Accanto alla figura del detective, impressionato dal pessimo lavoro svolto della polizia durante le indagini, si delinea quella di Pamela Hobbs, madre di Stevie Branch, che, nel susseguirsi del processo, inizia a nutrire dei dubbi sulla colpevolezza dei tre, viste le discrepanze fra le testimonianze. Le scene ambientate nella sala del tribunale sono quindi intervallate da riflessioni e ricerche che i due personaggi compiono separatamente, vista la loro posizione in fazioni opposte. Le interpretazioni di Colin Firth e Reese Witherspoon non colpiscono lo spettatore nel profondo ma riflettono comunque gli stati d’animo di un uomo contrario alla pena capitale disposto ad aiutare i ragazzi additati da tutta la società come seguaci del diavolo, e il dolore di una madre che si rifugia nella religione per cercare di sopravvivere.
Nonostante il film mostri rispetto per tutti i personaggi coinvolti nella vicenda, anche con particolare attenzione per i tre ragazzi, il ritmo non è dei più esaltanti ed avvincenti, proprio perché i dubbi dopo il verdetto della giuria aleggiano nella pellicola e lo spettatore non viene mai coinvolto al punto da desiderare che la verità venga svelata.
Si assiste al processo – come se lo spettatore fosse un normale uditore -, si può riflettere sull’accanimento dei media, sulla pena di morte e soprattutto sul potere dei pregiudizi e la necessità di trovare un colpevole nel minor tempo possibile per placare gli animi di un paese distrutto dal dolore e dallo sgomento, nonostante le piste da seguire potessero portare ad un’altra verità.
Voto: 6/10

About Giulia Scalfi
Dopo la laurea triennale DAMS con la tesi Da Caramel a E ora dove andiamo?: Il Cinema di Nadine Labaki, consegue la laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale discutendo la tesi Evoluzione del montaggio e del sonoro nella saga di James Bond. Il particolare interesse per il linguaggio cinematografico la porta a concentrasi maggiormente sulla struttura dei film e sulle scelte stilistiche. E' stata conquistata dal cinema grazie a film come Effetto Notte, Frankenstein Junior e Chicago. Non può negare la profonda stima nei confronti di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez nonostante provi una profonda ammirazione per le cineaste di ieri e di oggi.