Regia: Nanni Moretti; Interpreti: Nanni Moretti, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Riccardo Scamarcio; Origine: Italia; Anno: 2021; Durata: 119’
Le vite e i destini di tre famiglie che vivono nello stesso condominio si intrecciano in un crescendo drammatico.
Nella sala del cinema Anteo City Life di Milano un pubblico emozionato ed entusiasta applaude al discorso di Nanni Moretti mentre presenta il suo film Tre piani.
L’applauso del pubblico va innanzitutto alla coraggiosa fiducia del regista di ritardare l’uscita del suo film per aspettare la riapertura delle sale e non cedere alle lusinghe delle varie piattaforme, segno dell’incrollabile fede e amore che Moretti ha verso la settima arte e che contraddistingue il suo modo di fare cinema.
Sentita è stata anche la chiusa del suo discorso in cui invita a fare tesoro dell’esperienza della pandemia che ci ha costretto a vivere, per ovvi motivi, separati gli uni dagli altri, suggerendo tra le righe di aprirsi anche metaforicamente all’altro (inteso non solo come vicino di casa) e imparare a verticalizzare la conoscenza e le relazioni con gli esseri umani che ci sono accanto.
Primo film di Nanni Moretti basato su un soggetto non originale, Tre piani è il riadattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo. Come ha affermato lo stesso Moretti, non è stato facile trasporre sul grande schermo le pagine del libro di Nevo data la struttura di alcuni passaggi non semplici da rendere drammaturgicamente al cinema. Importante è stato quindi il contributo di Valia Santella e Federica Pontremoli che hanno scritto a sei mani, insieme al regista, la sceneggiatura del film.
Come ci dice lo stesso Moretti, il suo Tre piani si allontana per certi aspetti dal libro, in quanto ha voluto ampliare l’orizzonte temporale del film raccontando anche i presupposti e le conseguenze delle azioni umane.
In un’ideale dramma in tre atti ci spostiamo tra i tre piani fisici di un condominio borghese della Roma bene e tre piani temporali: il momento in cui gli eventi travolgono le vite dei condomini, cinque anni dopo quegli eventi e cinque anni dopo ancora.
Al primo piano Lucio e Sara vivono con la loro figlia Francesca e accanto a loro, nell’appartamento di fronte, una coppia di anziani Renato e Giovanna che fanno spesso da babysitter alla piccola Francesca.
Al secondo piano abita Monica, “vedova bianca” di Giorgio perennemente in trasferta di lavoro.
Al terzo gli integerrimi Dora e Vittorio con lo scapestrato figlio Andrea.
Tre famiglie e tre nuclei narrativi a sé stanti destinati a intersecarsi.
Presentato alla 74esima edizione del Festival di Cannes 2021, il regista ha ricevuto una standing ovation di 13 minuti da parte del pubblico, ma un’accoglienza molto fredda da parte della critica festivaliera e anche del pubblico italiano.
In particolare, le critiche peggiori al film sono state mosse proprio da quella fetta di pubblico che si definisce “morettiano” e si ritiene deluso da questo film in cui sembra, a parer suo, non esserci traccia dello sguardo a tratti ironico, a tratti lungimirante del regista accusato di essere “invecchiato”.
Io che apprezzo molto il cinema di Nanni Moretti sono rimasta invece piacevolmente sorpresa da un film diverso dal solito, ma non per questo percepito come “orfano” di Moretti. C’è lui nella sensibilità verso certe tematiche quali la difficoltà dell’essere genitori e il rapporto tra colpa e giustizia. Inoltre, non c’è nulla di vecchio o anacronistico rispetto ai nostri tempi che anzi si rispecchiano pienamente nel film innanzitutto nella convinzione che ogni gesto che compiamo coinvolge non solo noi stessi, ma l’intera comunità alla quale siamo strettamente connessi nostro malgrado. L’atmosfera cupa che pervade Tre piani rimanda alla realtà in cui siamo, mai come adesso, immersi. Una realtà frammentata, fatta di sospetti, violenze e follie costipati nei claustrofobici metri quadri dei nostri appartamenti chiusi a doppia mandata.
About Ivana Mennella
Partenopea di nascita e spirito, ma milanese di adozione, si trasferisce all’ombra della bela Madunina nel 2007. A 10 anni voleva fare la regista. A 20 la traduttrice per sottotitolaggio e adattamento dialoghi. A 30 la sceneggiatrice. A 40 sa con certezza una sola cosa ossia che il cinema è ancora e resterà sempre la sua più grande passione.