Serie tv – SHOW ME A HERO attraverso le canzoni di Bruce Springsteen

Nota dell’autrice: dovendo ripetere molte volte il nome di Bruce Springsteen, invece di utilizzare “Springsteen” ho deciso di scrivere “Bruce”, come faccio sempre quando parlo di lui in normali conversazioni, perché, come molti appassionati, lo considero un amico o uno di famiglia.

MV5BNjUwNTk2NTk5MF5BMl5BanBnXkFtZTgwMzY0OTU0NjE@._V1_UY1200_CR89,0,630,1200_AL_Titolo: Show me a hero
Creatori: David Simon, William F. Zorzi
Regia: Paul Haggis
Sceneggiatura: David Simon, Williamo F. Zorzi
Interpreti principali: Oscar Isaac (Nick Wasicsko), Carla Quevedo (Nay Wasicsko), Catherine Keener (Mary Dorman), Alfred Molina (Henry J. “Hank” Spallone), Winona Ryder (LaTanya Richardson Jackson (Norma O’Neal), Peter Riegert (Oscar Newman), Ilfenesh Hadera (Carmen “Alma” Febles), Natalie Paul (Doreen Henderson), Dominique Fishback (Billie Rowan)
Anno: 2015
Origine: USA
Emittente: HBO (trasmessa in Italia da Sky Atlantic)
Stagioni: 1
Numero episodi: 6

Ambientata tra il 1987 e il 1992, la serie racconta la storia vera di Nick Wasicsko, sindaco democratico di Yonkers (NY), che dovette affrontare la rabbia dei suoi elettori per attuare la richiesta federale della costruzione di unità abitative a basso costo (destinate, quindi, a neri e ispanici) nei quartieri residenziali della città (abitati prevalentemente da bianchi).

«Show me a hero and I will write you a tragedy» scrisse Francis Scott Fitzgerald. La citazione che dà il titolo alla miniserie sceneggiata da David Simon e William F. Zorzi (The Wire) e diretta da Paul Haggis, si riferisce al protagonista, Nick Wasicsko, sindaco della città di Yonkers dal 1987 al 1989, eletto a soli 28 anni. Ma cos’è un eroe? Qualcuno che ha un comportamento irreprensibile ed è privo di qualsiasi difetto? O una persona “normale”, con i suoi pregi e le sue debolezze, ma capace di fare le scelte giuste e non tirarsi indietro quando si tratta di affrontare le conseguenze? Wasicsko appartiene alla seconda descrizione. Non è un eroe, anzi, vince le elezioni grazie alla promessa di non sottostare alla richiesta di costruire case popolari nei quartieri residenziali di Yonkers, ma, una volta messo di fronte alle sue responsabilità di sindaco che deve obbedire alla legge e di fronte all’evidente ingiustizia che l’opposizione dei cittadini bianchi e benestanti comporta, sostiene l’attuazione del progetto, andando incontro alla collera e alla sfiducia dei suoi elettori, oltre che alla perdita del sostegno dei suoi compagni di partito.

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Con Show me a hero, Paul Haggis e gli sceneggiatori Simon e Zorzi costruiscono un racconto coinvolgente e straziante, riuscendo ad appassionare parlando di pianificazione urbana e vicende politiche, ma anche di tolleranza, discriminazione, ambizione e integrità. Tutti gli attori sono in parte, grazie anche all’abilità con cui sono scritti i personaggi, ma spicca Oscar Isaac (premiato con il Golden Globe), interprete di un Wasicsko umano e sfaccettato, protagonista di alcuni momenti drammaticamente sinceri.
La storia di Wasicsko è raccontata tramite flashback, con una struttura in cui si inseriscono anche le vicende di altri personaggi, tutte donne, che fanno da contrappunto agli aspetti più istituzionali della narrazione. Sono le abitanti dei quartieri popolari, dove droga, povertà e criminalità impediscono una vita decente, donne che tentano di sostenere la propria famiglia e crescere i propri figli con dignità: sono loro le possibili abitanti di quelle case che sono tanto osteggiate dalla popolazione bianca di Yonkers, rappresentata nella serie da un’altra donna, Mary, interpretata da Catherine Keener, protagonista dell’arco narrativo più convincente, insieme a Doreen (Natalie Paul) e allo stesso Wasicsko.

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La narrazione ha un filo nascosto che collega la storia di Wasicsko a quella degli altri personaggi: la musica di Bruce Springsteen. Le canzoni di Bruce sono presenti in tutti e sei gli episodi, 12 pezzi in tutto. Scelta di post produzione non fu mai più azzeccata. La musica di Bruce è tra le più rappresentative del New Jersey e i protagonisti delle sue canzoni sono spesso molto simili ai personaggi di Show me a hero, su tutti Nick Wasicsko, perfetto personaggio springsteeniano.
Il primo episodio, dopo il prologo, si apre sulle note e le parole di Gave it a name (uno degli outtake inseriti nella raccolta Tracks del 1998), mentre le immagini mostrano l’ambientazione di Show me a hero, persone per strada, case (intervallando quartieri popolari e residenziali), New York e poi Yonkers viste da un elicottero. Ma le parole della canzone non sono concilianti, raccontano di impulsi violenti e incontrollabili, quelle contrapposizioni che saranno le protagoniste della serie.

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Gli altri pezzi di Bruce inseriti nel corso della storia variano tra canzoni che danno ulteriori indizi sulla situazione rappresentata e altre che sono semplice sfondo alla scena. Nel secondo caso troviamo due pezzi, Ramrod e Cadillac ranch (entrambi parlano di voglia di divertirsi e hanno temi abbastanza leggeri), utilizzati in due sequenze che si rispecchiano e contrappongono: la prima risuona dall’auto di Nick mentre lui e la fidanzata Nay guidano attraverso il quartiere del sindaco uscente e realizzano, attraverso la vista di cartelli con il nome Wasicsko, di poter vincere le elezioni; la seconda, trasmessa sempre dalla macchina del protagonista, fa da sottofondo a una scena della quarta puntata, in cui i cartelli nei quartieri della città hanno tutti il nome dell’avversario di Nick e preannunciano la sconfitta di quest’ultimo. Al primo caso, invece, corrisponde l’uso di altre due canzoni, usate sempre in due scene simili tra loro, ma che, attraverso i testi, danno più indizi riguardo alla situazione: All that heaven will allow (che esprime speranza e amore, “We’ll fill this house with all the love / all that heaven will allow”) fa da sottofondo al momento in cui Nay si trasferisce da Nick, mentre Brilliant disguise (in cui il protagonista ha dei dubbi sulla relazione con la moglie) risuona mentre i due si trasferiscono nella nuova casa, presagendo tempi difficili. Altri pezzi, talvolta intradiegetici, altre extradiegetici e di collegamento tra le varie storie, sono Valentine’s day, Tenth avenue freeze-out, Secret garden, Racing in the street, My beautiful reward e Lift me up, che accompagna il finale, costruito alternando il funerale di Nick con le storie degli altri personaggi.

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Ma la canzone di Bruce più rappresentativa di Show me a hero è la seconda che sentiamo, Hungry Heart. Nella scena, Nick ha appena annunciato, al tavolo di un bar, al fratello e a un amico che si candiderà a sindaco, si avvicina al juke-box e fa partire Hungry Heart, commentata con questo scambio di battute: “Springsteen? This again? Oh, come on!”, Nick: “It’s my theme song!”. E, in effetti, Nick ha un “cuore affamato”, vuole ad ogni costo essere al centro della scena politica, essere in mezzo ai giochi amministrativi. Hungry Heart è la sua canzone, ma è anche la canzone di tutta la serie, perché esprime il desiderio che accomuna i vari personaggi, che, in fondo, vogliono solo “una casa, un posto dove riposare” (“Everybody needs a place to rest / Everybody wants to have a home / Don’t make no difference what nobody says / Ain’t nobody like to be alone”). Case che rappresentano una vita decente e che altri, per ottusità o razzismo, tentano in ogni modo di impedire che siano costruite, ma che il sacrificio e l’onestà di Nick contribuiranno a realizzare.

About Alessandra Pirisi

Tra i fondatori di Cinemagazzino, ne è stata redattrice e collaboratrice fino al dicembre 2018. Laureata all’Università di Bologna in Lettere moderne. I suoi interessi vertono su letteratura (suo primo amore), teatro, danza, cinema, musica e Bruce Springsteen. Si interessa – molto – a serie tv, in particolar modo poliziesche. Ha un'ossessione totalizzante per il cinema indiano.

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