RIEPILOGO NOVEMBRE-DICEMBRE 2024: STRANGER EYES/ANORA/LA STANZA ACCANTO/GRAND TOUR/SOLO PER UNA NOTTE

STRANGER EYES

T.o. Mo Shi Lu; Regia:Yeo Siew Hua;Interpreti: Annica Panna, Wu yan He, Lee Kang Sheng; Origine: Singapore; Anno: 2024; Durata: 2h 6m

Stranger Eyes (Sguardi nascosti t.o. Mo Shi Lu) del regista singaporano #YeoSiewHua, presentato in concorso allo scorso festival di Venezia, è un film sull’#atto del #guardare, sull’essere guardati, sulla interazione tra ruolo attivo/passivo e ricostruzione della realtà. Peiykng #AniccaPanna e Junyang #WuYanHe sono una giovane coppia; durante un pomeriggio al parco Bo, la loro bambina di un anno, scompare. Avviate le indagini dalla polizia tramite l’esame delle telecamere di sorveglianza, i due iniziano a ricevere dvd che riprendono momenti della loro vita, fuori e dentro casa. A spiarli è un vicino, Lao Wo #LeeKangSheng (attore feticcio del regista) ossessionato dal controllo sugli altri. Sarà l’inizio dello sconvolgimento delle vite di ciascuna delle parti in atto, secondo schemi che non sempre rispondono ad una spiegazione razionale. Da #controllo sugli altri a controllo sulle ‘vite degli altri’ (vedi il bellissimo film tedesco del 2007) il passo è breve, se consideriamo che in #Cina il sistema di controllo sui cittadini è così avanzato e capillare da prevedere una vera e propria pagella, cd #digital#score, con sistema premiale o sanzionatorio a seconda che siano messi in atto comportamenti virtuosi o meno. Tra genere #noir, #poliziesco e #psicologico, ispirato a #LaFinestraSulCortile e #Psycho (per la tematica del rapporto con la madre) di #Hitchcock, così come a #CopiaConforme di #Haneke, il film ha un #andamento#libero che sfugge ad una rigida ricostruzione logica, forse anche per esserne stata interrotta la realizzazione durante la pandemia, successivamente ripresa. Quello che però potrebbe essere un limite è proprio il punto di forza di #StrangerEyes: l’#imprevedibilita‘ degli effetti dello sguardo lo rende diverso e particolare, permettendogli di distinguersi. Forse non ci sono tutte le risposte (logiche), anche perché siamo al cospetto di una realtà, quella dell’occhio perpetuo virtuale/virtuoso, ancora troppo recente, sulla quale la #riflessione è appena iniziata. Degno di nota e di visione.

ANORA

Regia: Sean Baker; Interpreti: Mikey Maddison, Mark Eidelstein, Jury Borisov; Origine: Usa; Anno:2024; Durata: 2h 19m

Anora del regista e sceneggiatore statunitense #SeanBaker, #PalmaOro allo scorso #Festival di #Cannes, narra la storia dell’incontro tra Anora #MikeyMadison giovane spogliarellista/escort di Brooklyn, ed Ivan #MarkEidelstein ventenne figlio di un magnate russo. I due vivranno una settimana intensa e folle, comprensiva di matrimonio lampo a Las Vegas, fino all’arrivo dei genitori di Ivan dalla Russia. Tra #romance (PrettyWoman, Cenerentola, Flashdance) e #commedia (Tutto in una notte,Una notte da leoni e TheBlinRing) Anora è un film che si inserisce tra questi generi senza distinguersi né per trattazione dei temi e dei personaggi, né per regia e riprese. Il regista Sean Baker, che nel suo precedente #UnSognoChiamatoFlorida aveva saputo raccontare una storia difficile con una cifra personale, qui perde autorialita’ per propinarci più di due ore di #luoghi#comuni visivi da #male#gaze imperante (primi piani da topless bar a profusione), con #rappresentazione stereotipata e scontata sia dei personaggi (dalla escort sveglia e ‘realizzata’ ai russi ricchi e potenti), sia della storia, con una sceneggiatura che più prevedibile non si può. Né vale a salvare il film il ‘decantato’ finale che anzi conferma l’ulteriore rappresentazione maschile del femminile: Anora si salverà (forse) grazie ad un uomo, gentile questa volta, il body guard Ivan #JuryBorisov (già visto in #Scompartimenton6, quello sì un bel film!), ma comunque sempre e solo grazie ad un #uomo#salvifico. #Autodeterminazione#femminile questa sconosciuta!Resta pertanto del tutto incomprensibile come un film del genere abbia potuto essere premiato con il maggior riconoscimento, la Palma d’oro per miglior film, allo scorso festival di Cannes. Misteri festivalieri.

LA STANZA ACCANTO

T.o. The room next door; Regia: Pedro Almodovar; Interpreti: Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro; Origine: Spagna; Anno: 2024; Durata: 1h 50m

La stanza accanto (t.o.The room next door) del regista spagnolo #PedroAlmodovar, suo primo film statunitense e #LeoneOro allo scorso festival di #Venezia, è tratto dal romanzo #Attraversolavita di #SigridNunez. Martha #TildaSwinton reporter di guerra e Ingrid #JulianneMoore scrittrice con la paura della morte, amiche negli anni della loro giovinezza, si ritrovano a New York dopo tempo; l’occasione è la malattia di Martha, un #tumore che si rivela essere terminale. Martha chiedera’ ad Ingrid di assisterla nel #suicidio che ha deciso di attuare. ‘Lasciare questo mondo lucidamente credo sia un diritto fondamentale di ogni essere umano. L’essere umano deve essere libero di vivere e di morire, quando la vita sia fatta solo di sofferenza’ ha dichiarato il regista che ha quindi voluto realizzare un #film#politico, diretto cioè ad aprire la strada a questa conquista civile. Il ‘come’ lo faccia resta un esempio di maestria, sensibilità e delicatezza: dai #cromatismi accurati, alla sceneggiatura di cui è autore, alle scenografie, ai costumi, tutti elementi che ci parlano. E, soprattutto, grazie alla #interpretazione delle due bravissime #protagoniste, #TildaSwinton e #JulianneMoore, che mettono in atto una danza, una #coreografia di progressivo avvicinamento/allontanamento, ri-unione/distacco, accettazione dei propri limiti/(per Ingrid l’idea stessa della morte)/perdita (per Martha la vita), una danza intima, intensa e avvolgente, di #amicizia e solidarietà femminili. Come spettatrici, anche nei giorni successivi alla visione, ci si sente immerse in una dimensione altra, fortemente riflessiva, ma anche pacificata. Una #critica di #classe al film (e al regista, attualmente) potrebbe essere l’eccessiva #glamourizzazione e rappresentazione di un mondo da ricchi dove tutto è più facile, anche morire. Ma è davvero utile rispetto ad un film che arriva e colpisce le nostre corde anche grazie all’immersione nel bello e in quella magica atmosfera? Da vedere, ovviamente!

GRAND TOUR

Regia:Miguel Gomez; Interpreti: Goncalo Waddington, Crista Alfaite; Origine: Portogallo; Anno: 2024; Durata: 2h 8m

Grand Tour (del regista portoghese #MiguelGomez (premio per la #miglior#regia allo scorso #festival di #Cannes) è un misto tra pura #esperienza#cinematografica e #trattato#antropologico. Agli inizi del secolo scorso Edward #GonçaloWaddington, ufficiale dell’impero britannico a Rangoon in Birmania, scappa dalla sua fidanzata Molly #CristaAlfaiate che lo sta raggiungendo per sposarsi. La fuga del primo, cui corrisponde l’inseguimento della seconda, ( i due punti di vista, nonché blocchi narrativi del film), porterà entrambi ad effettuare un vero e proprio “grand tour” dell’ Asia, come era all’epoca in uso: dalla Birmania alla Thailandia, fino al Giappone, a Shangai ed alle foreste di bambù verso il Tibet. Il modo in cui il regista racconta è particolarissimo: una voce narrante fuori campo, il cui idioma cambia a seconda del Paese in cui ci troviamo, ci racconta le vicende di Edward e Molly quasi come fosse una #fiaba, accentuata dalla ricostruzione volutamente fittizia degli ambienti, anche naturali, e dal b/n. A queste si alternano #riprese#contemporanee, anche a colori, quasi #documentaristiche degli stessi Paesi asiatici, sia metropolitane (traffico convulso, grattacieli, l’immenso porto di Shangai, cibo, mercati, riti ancestrali) che naturali, spesso con il solo commento musicale occidentale ( per esempio il famoso valzer di Strauss). Il raccordo tra la fiaba e il doc. è delegato ad inserti di spettacoli di marionette, mimo e teatro popolare. Il gioco di rimando di #contaminazioni#culturali che il regista conduce è particolarmente efficace: in tal senso emblematico il cliente cinese di una bettola che canta commosso al karaoke ‘My way’. Resta in ogni caso l’impressione di trovarci dinanzi ad una parte di mondo enorme che tutt’ora sfugge (e forse sempre sfuggira’) alla nostra comprensione, in barba (per fortuna) ad ogni #logica#colonialista. #GrandTour è un #omaggio al #cinema ed alla #fascinazione in esso insita di partire per un viaggio verso terre lontane dove non capiremo tutto, ma dal quale usciremo un po’ cambiate. Da vedere!

SOLO PER UNA NOTTE

Titolo originale: Laissez-moi; Regia:Maxime Rappaz; Interpreti: Jeanne Balibar, Thomas Sarbacher; Origine: Svizzera; Anno: 2024; Durata: 1h 32m

Solo per una notte (t.o. Laissez-moi) film di esordio del regista svizzero #MaximeRappaz, presentato nella sezione #Acid parallela al #festival di #Cannes e dedicata al #cinema#indipendente, è una #storia al #femminile insolita e coinvolgente. Claudine #JeanneBalibar è una affascinante 50enne; fa la sarta in un piccolo paese svizzero nei pressi della diga della Grande-Dixence e ogni martedì si reca in un hotel dove sceglie ed approccia un uomo di passaggio con il quale fare sesso, senza altre implicazioni. Il motivo è la sua molto limitata libertà, avendo un figlio diversamente abile, Baptiste #PierreAntoineDubay, di cui si occupa da sola. Il caso, che non è mai casuale, vuole però che uno dei suoi amanti occasionali, che ha il nome dell’Arcangelo liberatore Mikaël #ThomasSarbacher, si trasformi in qualcosa di più, ponendola di fronte ad una scelta imprevista. Un #film#minimale e calibrato nelle inquadrature e nella fotografia che si affida alla splendida #recitazione della #protagonista assoluta, capace di esprimere tutte le sfaccettature del personaggio. Pur con qualche limite da opera prima, #SoloperunaNotte, in controtendenza con #ageismo e monopolio visivo di giovani corpi, ha l’indubitabile merito di rappresentare una #donna#matura con la sua #sensualità e complessità, fornendo un ritratto divergente dalle consuete #rappresentazioni di #genere. Tanto anche rispetto al #ruolo di #cura che tutt’ora ricade quasi esclusivamente sulle donne, anche al cinema ancora rappresentate in questi termini. Claudine, non senza difficoltà, si avvierà verso la strada della sua #libertà, della sua #emancipazione, uscendo dalla gabbia che la società le ha assegnato e che ha fatto sua, in un finale emozionante completamente diverso da quello che ci aspetteremmo. Vedere per credere!

Alessandra Quagliarella

About Alessandra Quagliarella

Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.

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