Nella lunga vita di un film, quella dei festival è sicuramente una delle tappe principali per acquisire visibilità e considerazione verso pubblico, critica e addetti ai lavori.
In Italia, quando si parla di festival, la mente corre rapidamente alla splendida quanto storica location veneziana, dove ormai da anni nella cornice del Lido sbarcano alcuni dei principali protagonisti del cinema mondiale, e al giovane e in forte ascesa Festival del Cinema di Roma che in pochi anni sta diventando una delle principali manifestazioni cinematografiche europee. Tra questi due mostri sacri, molte altre piccole realtà stanno emergendo.
Vico Equense, piccola perla della penisola sorrentina, da cinque anni ospita il Social World Film Festival, dove un cinema a forte impatto sociale e culturale si fonde con meravigliosi panorami dominati dal Vesuvio che sembra letteralmente sorgere dalle incantevoli acque del mare.

Nato nel 2011 da un’idea di Giuseppe Alessio Nuzzo, il Social World Film Festival è un evento dedicato a giovani amanti del cinema provenienti da tutta Italia, a cui viene data l’opportunità di essere parte integrante della manifestazione condividendo esperienze ed idee e partecipando ad apposite giurie e a importanti workshop che si svolgono in parallelo alla rassegna. Tra questi, va menzionato lo Young Film Factory che quest’anno ha visto impegnati tre diversi registi nella realizzazione di un cortometraggio nelle splendide location vicane. Dei tre corti ha prevalso Drop di Alessio Perisano che verrà premiato a dicembre presso il celebre Rosselini Theatre dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.
La grande forza di questo evento dedicato al cinema sociale è la sua dinamicità, in quanto il progetto non si esaurisce con la mostra cinematografica: durante l’anno, infatti, indossa la sua veste internazionale, mostrando alcune delle opere di giovani filmmakers in proiezione al festival in alcune delle più importanti città del mondo, da Hong Kong a Istanbul fino ad arrivare a Jakarta.

La quinta edizione ha portato con sé meravigliosi ospiti che si sono alternati ogni serata sul palco situato nella splendida atmosfera dell’Arena Loren: dall’intramontabile protagonista di Django, Franco Nero, al premio Oscar per la colonna sonora del film Il Postino Luis Bacalov che ha deliziato il pubblico con le splendide note della sua musica; da ricordare anche la partecipazione di un vulcanico Leo Gullotta, che ha lanciato meravigliosi messaggi alle generazioni più giovani che sono l’anima di questa rassegna, di Liliana De Curtis, Riccardo Scamarcio e della madrina del festival Valeria Golino.
L’internazionalità di questa kermesse si respira anche nella selezione dei film della sezione ufficiale, dove agli italiani Anime Nere di Francesco Munzi, e Cloro, primo lungometraggio di Lamberto Sanfelice, si sono affiancati Mommy (Canada), The End of Love (Taiwan), Le Vie Nous Appartient (Francia) e la piacevole sorpresa In Silence (Repubblica Ceca). A trionfare per la Giuria di Qualità presieduta dal regista napoletano Stefano Incerti è stato Anime Nere a cui è andato anche il Gran Premio della Giuria Critica.

La giuria “Giovani e Lungometraggi” ha invece premiato come miglior film Mommy, del giovanissimo quanto talentuoso Xavier Dolan, già vincitore del Premio della Giuria alla 67ª edizione del Festival di Cannes, che si è aggiudicato anche il riconoscimento per la miglior sceneggiatura e quello per il miglior attore protagonista (Antoine Olivier Pilon). Il premio per la miglior regia è andato invece a Zdenek Jirasky per In silence, vincitore anche del premio per la miglior attrice grazie all’emozionante interpretazione di Judit Bardos.
Come miglior cortometraggio è stato votato La Smorfia, mentre il premio come miglior documentario se lo è aggiudicato Emergency Exit di Brunella Filì.
Al di là di ospiti e premi, il festival ha veicolato contenuti importanti, volendo dimostrare che un film non è solo una sequenza di immagini proiettata sullo schermo utile a raccontare una storia o capace di creare immedesimazione nel pubblico (così come ci mostrava Woody Allen nel suo La rosa purpurea del Cairo), ma qualcosa che in sé può contenere forti valori e significativi messaggi sociali. L’apertura ai giovani, ricompensata da una forte partecipazione, ha dimostrato che il cinema ha ancora un forte richiamo e riesce a generare passione anche nelle generazioni che stanno crescendo, dandogli l’occasione di mettersi in gioco in qualcosa che amano e di condividerla con ragazzi provenienti da diverse zone del Paese.

Il Social World Film Festival non è una semplice rassegna cinematografica ma l’esempio concreto di come grazie al cinema si può ancora regalare forti emozioni, aggregare le persone e costruire progetti importanti, anche camminando di pari passo con settori diversi come il turismo ma che insieme possono spalleggiarsi per iniziare una costante e positiva crescita.
Ora che il festival è terminato non ci resta che salutare lo splendido panorama che lo ha incorniciato, scacciare via un pizzico di malinconia e darsi appuntamento al prossimo anno.

About Domenico Tavolaro
Tavolaro Domenico è nato a Vico Equense (Na) il 10 giugno 1988. Si è laureato in triennale presso il D.A.M.S di Padova e successivamente ha completato gli studi laureandosi nella magistrale di Economia e Gestione delle arti e delle attività culturali all’università Ca’Foscari di Venezia, con una tesi sulle nuove tecnologie e le nuove forme di finanziamento del cinema nell’era della digitalizzazione. Durante gli studi ha svolto un tirocinio presso l’agenzia di distribuzione cinematografica Athena Cinematografica. Ha collaborato alla realizzazione del Ca’Foscari Short Film festival nel 2013 e nel 2014 e ha svolto il ruolo di giurato nella “Giuria Giovani” del Social Word Film Festival a Vico Equense (Na) nel 2015. Attualmente frequenta un master organizzato dall’Università Ca’Foscari e l’università degli studi di Udine in Film Production e Location manager e svolge un tirocinio presso la TorinoFilmLab, oltre a collaborare con il web magazine Cinemagazzino dal 2014.