OLTRE LA NOTTE

Titolo: Oltre la notte; Titolo originale: Aus Dem Nichts; Regia: Fatih Akin; Interpreti: Diane Kruger, Denis Moschitto, Johannes Krisch; Origine: Germania; Anno: 2017; Durata: 100′

Katja perde il figlio e il marito nell’esplosione di una bomba nel quartiere di Amburgo dove lui lavora. Vista l’alta percentuale di stranieri, soprattutto di origine turca, che vive in quella zona, si pensa ad un attentato di stampo neo nazista. Katja insieme al suo avvocato, Danilo, cercherà di far luce sulla vicenda attraverso un doloroso processo.

Nel 2004, a Colonia, una bomba di fabbricazione artigianale esplode in un quartiere popolato principalmente da immigrati. Il regista turco usa il filo rosso di questo tragico evento realmente accaduto per intessere la trama della storia di Katja, una splendida Diane Kruger che presta i suoi lineamenti teutonici e angelici al peggior dolore che possa colpire una donna: la perdita della sua famiglia.

La sapienza registica di Akin sta nell’essere riuscito a modellare la drammaticità di un argomento così scottante e attuale sul viso e il corpo dell’attrice tedesca che, per la sua intensa interpretazione, ha vinto il premio come migliore attrice al Festival di Cannes nel 2017.

L’argomento terrorismo, in Oltre la notte, ha connotati specularmente opposti a quelli a cui siamo abituati dai più recenti fatti di cronaca. Non si tratta infatti di attacchi terroristici rivendicati dall’Isis contro l’Occidente, ma anzi le vittime sono persone di nazionalità turca, molti di religione islamica, e l’attentatore è una cellula impazzita di quella parte di Occidente intrisa di odio razziale.

Non c’è tentativo alcuno da parte del regista di ‘santificare’ Nuri, marito di Katja e vittima dell’attentato. Nella prima scena del film lo vediamo uscire da galera (inquadrato da una camera a mano) e sposarsi con lei. Perdizione e redenzione. Ma quando vengono aperte le indagini per la sua morte, la pista più ovvia per la polizia sembra essere un regolamento di conti della malavita turca. Solo la caparbietà di una madre e moglie disperata darà il via al processo contro i presunti attentatori legati alla corrente neo nazista.

Il film ha momenti di estrema ruvidezza come quelli scanditi dalle pesanti parole del medico legale che spiega durante il processo le dinamiche della morte del piccolo Rocco. Parole strazianti che restano ferme a mezz’aria nell’aula del tribunale ed è difficile non sentire dentro la dolorosa rabbia di Katja.

Il finale scuote, fa interrogare sul senso di giustizia personale, sulla moralità di tutti gli atti estremi e capovolge il punto di vista di un mondo alla rovescia dove il mare prende il posto del cielo, come nell’ultimo fotogramma che simbolicamente chiude il film.

About Ivana Mennella

Partenopea di nascita e spirito, ma milanese di adozione, si trasferisce all’ombra della bela Madunina nel 2007. A 10 anni voleva fare la regista. A 20 la traduttrice per sottotitolaggio e adattamento dialoghi. A 30 la sceneggiatrice. A 40 sa con certezza una sola cosa ossia che il cinema è ancora e resterà sempre la sua più grande passione.

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