Titolo: Good time; Regia: Ben e Joshua Safdie; Interpreti: Robert Pattinson, Jennifer Jason Leigh, Benny Safdie, Barkhad Abdi; Origine: USA; Anno: 2017; Durata: 99′
Constantine “Connie” Nikas (Robert Pattinson) cerca disperatamente, in una notte, di tirar fuori di galera suo fratello, Nick, affetto da ritardo mentale, arrestato dopo una rapina finita male.
Bisogna attendere quasi 3 minuti per il titolo di testa, Good Time, e almeno 10 per il cast: un inizio dilatato, se la prende comoda, ponendo le basi promettenti per un possibile gioiellino. Gli ingredienti sono quelli giusti: un attore ultra famoso in cerca di riscatto “d’autore”, un certo “talento visivo”, una colonna sonora elettronica carismatica. Cosa manca? Una storia da raccontare.
Non si voglia essere troppo severi ma il rapporto tra i due fratelli, cruciale nelle premesse, resta evanescente, abbozzato in qualche pacca sulla spalla e una fantomatica (semi)invisibile nonna.
Chiarita l’assenza del vero pathos, il film si lancia nel racconto di una notte nei quartieri periferici di New York dove, con espedienti e imprevisti, Connie cerca di far evadere suo fratello, dopo aver partecipato insieme a una rapina maldestra. La chiave della soluzione ce l’ha in tasca ma non la vede (o non vuole vederla): basterebbe costituirsi per scagionare immediatamente Nick, incapace di intendere e di volere. Se da un lato lo protegge fedelmente, dall’altro è proprio lui a metterlo nei guai, non volendo ammetterne (inconsciamente) la disabilità. Eppure Nick si rivelerà più consapevole e maturo del fratello maggiore, a dispetto della sua apprente e silenziosa ingenuità.
L’avventura notturna di Connie è un’odissea, un viaggio, fatto di incontri casuali e luoghi grotteschi. Il protagonista è intrappolato nel corso degli eventi e ogni sua azione, più che avvicinarlo, sembra allontanarlo sempre più dallo scopo. Ancora una volta Fuori orario (After Hours) di Martin Scorsese ha fatto scuola. Un film del genere di certo non può annoiare, e non annoia, ma, stringi stringi, si fatica a trovarne il senso e, ancor di più, la compartecipazione. Ed è un peccato, vista anche l’ottima prova di Robert Pattinson, completamente a suo agio.
Di Fuori Orario ritroviamo anche l’atmosfera noir, la luce fredda e tonalità verdi con sprazzi di rosso. Bella la colonna sonora, fin troppo azzeccata e modaiola, che produce aspettative narrative poi puntualmente disattese, cosa alla lunga frustrante.
Il film non esplode mai, non trova una personalità e neppure un genere. Rimane nel limbo dei film dimenticabili, spesso anche ben fatti, ma che non colpiscono, neanche di striscio, lo spettatore. Occasione sprecata.
About Frank Stable
Nasce a Moncalieri (TO) il 30 Maggio 1992, si laurea nel 2018 in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Torino. Benché in famiglia abbia sempre respirato una certa attenzione al cinema la vera passione nasce durante il Liceo Scientifico grazie alla preziosa e ispirante programmazione del canale satellitare "CULT". Sarà il film "Vodka Lemon" di Hiner Saleem a sancire la svolta e trasformare l'interesse in passione. Al di fuori del cinema i suoi interessi sono per le automobili, i viaggi e la fotografia di viaggio, la tecnologia e la grafica.