23 anni, radici francesi e attitudine cosmopolita, l’attore pugliese Fabius De Vivo è fra i protagonisti con Marco Leonardi, Pino Amendola, Paolo De Vita, Uccio De Santis, Martina Di Fonte de La grande guerra del Salento di Marco Pollini nel sale dal 5 maggio. Il film narra le vicende di Antonio (Fabius De Vivo), il primo tifoso della storia d’Italia a perdere la vita durante una partita di pallone. Tratto dal libro di Bruno Contini dal titolo omonimo, il film è ambientato nel basso Salento tra il 1948 e 1949 nei paesi di Supersano e Ruffano.
«La Grande Guerra del Salento è un film di lacrime e sangue ma anche di tanto amore e passione – ci spiega Fabius De Vivo – dove si racconta una storia vera che in pochi conoscono. C’è la passione per il calcio, la rivalità fra due paesi e due fazioni calcistiche che in realtà nascondono anche uno scontro feroce dal punto di vista ideologico: il presidente del Supersano, infatti, aveva combattuto il fascismo, mentre il presidente della squadra opposta era un fascista.»
Com’è stato interpretare il ruolo di Antonio?
«Ho amato tanto interpretare Antonio. E’ un ragazzo coraggioso, onesto, che desidera aiutare il prossimo, un ragazzo-uomo che si fece carico delle difficoltà che stavano vivendo i due paesini, decidendo di prendere in mano le redini della situazione. Interpretarlo mi ha cambiato. Attraverso Antonio ho riscoperto me stesso. Sono entrato in contatto con la parte più profonda della mia anima.»
Sente molta affinità con lui?
«Antonio è un sognatore che riesce a mantenere una certa razionalità e determinazione nella sua vita. Anch’io sono un grande sognatore, anche se sento l’esigenza di studiare, di formarmi, di apprendere, e di mantenere i piedi per terra. Penso che questo sia il modo migliore per accogliere al meglio le opportunità che la vita mi sta offrendo.»
Quando ha capito che voleva fare l’attore?
«Vengo da una città della provincia di Foggia, San Severo, dove lo spettacolo, l’attore, è visto come qualche cosa di aleatorio, di distante dalla vita di tutti i giorni. Nonostante questo ho deciso, anche andando contro i miei, inizialmente, perché avevo cominciato gli studi in giurisprudenza, di percorrere questa strada. L’ho sentita come una necessità, un bisogno di dare spazio all’amore che ho da sempre per il cinema.»
Antonella Matranga
Barese, di origine siciliana, ha lavorato a Milano, per un decennio a Parigi e oggi vive a Roma. Giornalista, videoreporter, sceneggiatrice e regista. Ha cominciato la sua carriera nel 1988 a Milano per Il Giornale di Montanelli, per poi continuare con la Voce e il settimanale Epoca. Ha realizzato in questi anni reportage e documentari per Report, Così va il mondo, Okkupati, Matrix, Rainews24. Ha firmato la regia per RaiSatExtra di Video Viva Radio 2 con Fiorello e Baldini. È autore e regista del film doc Anime di Periferia uscito quest’anno con Corriere dello Sport. Realizza interviste a personaggi della scena internazionale per La Repubblica e i suoi magazine: Robinson, D, DLui.