Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci ritroviamo a contare i danni strutturali della cultura patriarcale: in Italia 102 femminicidi nel 2023, una donna uccisa ogni 3 giorni, dal partner o dall’ex partner. Nel mondo i numeri crescono vertiginosamente:una donna uccisa ogni 3 minuti, il tempo di fumare una sigaretta. A ciò si aggiungono le donne scomparse,molto probabilmente uccise anche loro per mano di un uomo, figlio sano del patriarcato, il che porta a numeri molto maggiori, sia in Italia che nell’intero mondo. Il femminicidio è la punta dell’iceberg di una piramide composta da violenze verbali, maltrattamenti in famiglia, molestie sul lavoro, violenze sessuali, un mare di violenza con la quale noi donne siamo costrette a familiarizzare sin da piccole, qualcosa che viene normalizzato come fosse inevitabile al pari di una calamità naturale che serve a mantenerci in un costante stato di soggezione. E’ necessario cambiare una cultura millenaria (quella patriarcale, unica e sola causa),di forgiare non solo il conscio, ma anche l’inconscio collettivo. In questo prcesso di modifica culturale anche il cinema può dare un grande contributo, specie se alle donne viene data la possibilità di raccontare le loro storie, con occhio e prospettiva femminili, abbandonando il cd male gaze, cioè la prospettiva maschile del racconto sulle donne, uno sguardo fasullo e fino a poco tempo fa imperante giacchè, come scriveva Carla Lonzi, “L’immagine femminile con cui l’uomo ha interpretato la donna è stata una sua invenzione.”. Qui di seguito vi proponiamo quattro film recenti, tutti usciti nel 2023: 3 su 4 firmati da donne, film dei quali vi consigliamo la visione giacchè sucitano una profonda riflessione sul tema.
ANCHE IO
Anche io (t.o.She said) della regista tedesca #MariaSchrader narra l’inchiesta investigativa delle giornaliste Jodi Kantor #ZoeKazan e Megan Twohey #CareyMulligan del #NewYorkTimes sulle #molestiesessuali nel mondo del cinema, inchiesta che ha portato alla condanna del produttore e fondatore della Miramax #HarveyWeinstein ed alla nascita del movimento #MeToo. Il film ha lo schema tipico del genere (Tutti gli uomini del Presidente, Il caso Spotlight, The Post) e segue il lavoro delle due determinate giornaliste partito dalle prime dichiarazioni di molestie subite da parte delle vittime di quello che di lì a poco sarebbe diventato Presidente degli Stati Uniti d’America #DonaldTrump. Tanto serve da detonatore per spingere attrici e assistenti del produttore Weinstein a rompere il silenzio. Un lavoro adrenalinico di ricerca di documenti, di testimonianze, fino alla realizzazione dell’articolo ed alla sua pubblicazione: il click del tasto ‘pubblica’ sul computer segna la fine del film e l’inizio di un percorso importantissimo per tutte le donne, di denuncia,tutela e maggiori diritti nel mondo del lavoro dove la #molestia, se non proprio la #violenzasessuale, è #sistemica, tanto da far nascere un inquietante interrogativo: la #depressione, statisticamente di prevalenza femminile, non sarà la diretta conseguenza anche di questo aggressivo sistema patriarcale del lavoro esercitato sul corpo delle donne e sempre,ricattatoriamente, fatto tacere? La regista compie l’opportuna scelta di non mettere in scena gli episodi subiti, rivissuti solo tramite i racconti delle vittime, come pure di non riprendere Weinstein se non di spalle, negandogli ogni spettacolarizzazione. #AncheIo non a caso è un film di donne, sia le protagoniste della storia vera, sia le realizzatrici del film: Maria Schrader regista anche della serie tv #Unorthodox e Carey Mulligan produttrice e protagonista del sensazionale #Unadonnapromettente, entrambi lavori con focus su #autodeterminazione, #sorellanza, denuncia e lotta al #sessismo, #tuteladigenere. Un film efficace, da vedere e da far vedere nelle scuole.
HOLY SPIDER
Holy Spider del regista iraniano naturalizzato danese Ali Abbas parte da un vero fatto di cronaca nera avvenuto in Iran nella città sacra di Mashhad nel 2000: 16 prostitute vennero uccise strangolate da un serial killer che si imputava la missione di ripulire la società iraniana, nella quasi totale indifferenza della polizia e delle istituzioni. Il film narra l’indagine svolta da una immaginaria giornalista, Rahimi, interpretata dalla incisiva Zar Amir Ebrahimi (Palma d’Oro come migliore attrice allo scorso Festival di Cannes), che riuscirà a far arrestare il colpevole. Thriller, ma soprattutto atto di denuncia del regime iraniano, il film, che non è stato girato in Iran, ci fa immergere in una realtà dove le donne pagano il prezzo più alto in termini di sessismo, privazione di libertà e violenza, colpendo e smascherando tutta la tossicità della cultura patriarcale dalla quale anche in Italia non siamo totalmente esenti. La stessa Zar Amir Ebrahimi è stata costretta a lasciare la sua patria per rifugiarsi in Francia dopo la diffusione di un suo video intimo per il quale era stata condannata al carcere e a 99 frustate. Alla consegna del meritato premio a Cannes l’attrice ha dichiarato:” Ho percorso una strada lunghissima per arrivare su questo palco. Non è stato umiliazione e buio, ma cinema. Il cinema mi ha salvato la vita. E so che salverà altre vite in futuro.” Vedere Holy Spider, ovviamente vietato e fortemente osteggiato in Iran, è un atto politico, per celebrare il coraggio delle donne che sanno ribellarsi e per sostenerne la lotta e la protesta.
WOMEN TALKING
Women Talking della regista canadese Sarah Polley tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice canadese Miriam Towes, vincitore del premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, narra la storia di un gruppo di donne di una comunità religiosa le quali scoprono di essere state per anni drogate e violentate dagli uomini della stessa comunità. È arrivato il momento di scegliere cosa fare: niente, restare e combattere, andare via. Inizia così un confronto, un ‘parlare tra donne’ di varie generazioni, un vero gruppo di autocoscienza femminile dove il ‘partire da sé’ nel raccontarsi diventa modo e metodo per rafforzarsi e infine decidere cosa fare. Femminismo di prima, seconda e terza generazione, femminismo intersezionale, femminismo della differenza ed ecofemminismo, questo film rappresenta una sfida, giacché sentire per quasi due ore i discorsi così orientati delle protagoniste è di fatto una scommessa, ampiamente vinta. Come la stessa regista ha affermato: “Ho fatto questo film perché c’è un sistema da abbattere. Voglio ringraziare l’Academy perché non si è sentita offesa dalle parole ‘donne’ e ‘parlare’ così vicine tra loro.”. Cast particolarmente efficace (Rooney Mara-Ona, Claire Foy-Salome, Jessie Buckley-Mariche), fotografia seppiata di Luc Montpellier, influenza visiva di Jane Campion e musiche della compositrice violoncellista islandese Hikdur Guonadottir completano un film molto denso di contenuti, poesia e riflessioni. Ispirante e motivazionale per le donne, educativo e necessario per gli uomini che vogliono stare al passo.
C’È ANCORA DOMANI
C’è ancora domani, film di esordio di #PaolaCortellesi, qui anche sceneggiatrice, narra la storia di Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi, donna, moglie e madre nella Roma del secondo dopoguerra, alla vigilia delle #votazioni per il #referendum tra #Repubblica e #Monarchia il 2 e 3 giugno del 1946 quando le #donne per la prima volta in Italia esercitarono il #dirittodivoto (lo fecero in 13 milioni!). Delia è l’emblema della donna svilita, violata e maltrattata dall’imperante #sistema#patriarcale: dal marito Ivano #ValerioMastandrea che la ‘mena’ di prima mattina, dal suocero Ottorino #GiorgioColangeli che la tratta come una serva, dal datore di lavoro che la sottopaga. Questo inferno quotidiano Delia lo attraversa lieve e rassegnata, riponendo le sue speranze nella figlia Marcella #RomanaMaggioraVergano prossima alle nozze con un buon partito. Il riscatto avverrà, ma in maniera diversa da quanto previsto, e coinvolgerà entrambe, madre e figlia, vecchia e nuova generazione, in una nuova #prospettiva, #femminista, della quale il diritto di voto è lucida espressione. Il film, rigorosamente in b/n, nonostante l’ #ipercitazione sia rispetto a film precedenti (su tutti #Bellissima di #LuchinoVisconti e #UnaGiornataParticolare di #EttoreScola), sia rispetto alle scelte musicali non solo coeve (#SofiaCoppola docet), nonostante qualche fase di stallo/ripetitività narrativa e l’onnipresenza del romanesco, ha comunque una sua cifra comunicativa efficace, anche grazie alla #recitazione della stessa Cortellesi, ironica e partecipata. Ma soprattutto #CeAncoraDomani ha il grande indubitabile merito di essere un #film#politico, trattando temi scomodi (femminismo, solidarietà, lotta al patriarcato, maltrattamenti in famiglia e femminicidio) che arrivano agli spettatori, coinvolgendoli. Forse l’unico limite può essere il #rischio#assolutorio e di alleggerimento della coscienza collettiva (confermato dall’alto numero di pubblico): contestualizzando la storia, si è portati a pensare che la #violenzadigenere faccia parte del passato, che ormai le donne sono ‘emancipate’, mentre è ancora molto attuale, come i numeri dei femminicidi, delle violenze sessuali e del gender gap in Italia drammaticamente confermano. In ogni caso, buona la prima!
Alessandra Quagliarella
About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.