PAST LIVES / LA NATURA DELL’AMORE
#PastLives della esordiente regista sudcoreana naturalizzata canadese #CelineSong e #LaNaturadellAmore (t.o. Simple come Silvayn) della regista canadese di origine tunisina #MoniaChokri, entrambi usciti in concomitanza con San Valentino e tutt’ora in sala, sono opere di registe e sceneggiatrici donne che si interrogano sulla #relazione d’#amore partendo da differenti domande. #LaNaturadellAmore si chiede con ironia e tocco leggero, ma non superficiale se la relazione amorosa possa vivere nonostante le #differenti#estrazioni#sociali, mettendo a confronto Sophie #MagalieLepineBlondeau 40enne professoressa di filosofia con Sylvain #PierreYvesCardinal un aitante boscaiolo/muratore tuttofare, tipica figura da fantasia erotica trasversale (Village People docet). #PastLives, saltando decadi e continenti dove è ambientato (Seoul e New York) si interroga con toni delicati e struggenti su come un sentimento d’amore, quello tra Nora #GretaLee e Teo #HaeSung possa resistere a #tempo e #distanza e tuttavia non realizzarsi. “Il film racconta la vita e come la vita condizioni le nostre relazioni”, ha dichiarato la regista candidata all’Oscar per miglior film e migliore sceneggiatura originale. Se nel primo caso vale la massima di #Jung secondo cui ‘Troppo spirito e il corpo muore, troppo corpo e lo spirito muore’, per il secondo vale la massima di #Platone secondo cui ‘L’amore desidera qualcosa di cui ha bisogno e che non ha. L’amore è mancanza’. In entrambi risalta la #libera#determinazione delle #donne protagoniste, Sophie e Nora, di sperimentare, di vivere, di non restare intrappolate nella gabbia dell’amore romantico, così come le mille sfumature di un sentimento che sfugge ad univoca definizione. Consigliati entrambi.
GREEN BORDER
#GreenBorder (t.o.Zielona granica) della regista polacca #AgniezskaHolland, premio speciale della giuria allo scorso festival di Venezia, racconta quello che da otto anni e tutt’ora succede al #confine tra #Polonia e #Bielorussia: l’#odissea dei #migranti, in maggioranza siriani e afghani, che restano bloccati, respinti e letteralmente ‘rimpallati’ dalle guardie di confine dei due stati confinanti in un loop da girone infernale in quella che viene appunto definita ‘zona verde’, confine geografico estremo dell’Europa e del senso comunitario ed umano. Il film, ambientato nel 2021, è diviso in 4 capitoli (la famiglia, le guardie, gli attivisti, Julia) più un epilogo (il corridoio umanitario creato ‘solo’ per i profughi ucraini nel 2022) ed illustra tutti gli attori di questa #realtà#vergognosa sia rispetto ai governi coinvolti (UE e dei singoli stati) a causa di una totale assenza di politica comunitaria, sia rispetto agli agenti di frontiera (la disumanizzazione dei profughi porta a gesti di estrema crudeltà, facendo emergere prepotentemente l’analogia con la violenza nazista nei campi di concentramento), sia rispetto a noi spettatori chiusi nel nostro comodo osservatorio privilegiato. La regista (75 anni), che per questo film è stata fortemente osteggiata dal governo polacco, ha sentito l’urgenza e l’esigenza di raccontare questa realtà dopo che alcuni suoi amici avevano ritrovato un migrante morto per ipotermia nei pressi del confine. Girato in b/n, progressivamente sempre più nero, unitamente a due giovani co-registe, #KamilaTarabura e #KatarzinaWarzeka, a dimostrazione della forza e della necessità dello sguardo femminile, rappresentato nel film dal ruolo dell’attivista Julia #MayaOstaszewska, #GreenBorder è un’#operapolitica, un fortissimo #attodidenuncia che risponde perfettamente al pensiero del regista tedesco #RainerWernerFassbinder:”Io non lancio bombe, faccio film.” Necessario, scomodo, imperdibile.
HOW TO HAVE SEX
#HowToHaveSex della esordiente regista inglese #MollyManningWalker, premio #UnCertainRegard allo scorso festival di #Cannes, narra la vacanza che tre amiche sedicenni trascorrono a Creta, nelle loro intenzioni la migliore vacanza di sempre, fatta di alcool, clubbing e sesso. In realtà potremmo trovarci ovunque, in Grecia come in Spagna o in Italia, dal momento che il luogo (che esiste realmente) è decontestualizzante, brutto ed anonimo, riducendosi ad una strada con locali vari dove potersi sballare h24, obiettivo primario di Tara #MiaMcKennaBruce (credibile esordio), Skype ed Em, incluso il sesso, da fare o da provare per la prima volta. È la storia di un #comingofage / rito di passaggio, ritratto di una #adolescenza tanto scatenata quanto fragile, dove l’eccesso nel bere va di pari passo con l’ostentazione e l’emulazione di un approccio parimenti #consumistico ed #oggettivizzante nei confronti del #sesso. Infatti i messaggi visivi in tale direzione sono continui: dagli abiti, alle feste a tema, alle strutture (compresa una piscina a forma di pene), il che non necessariamente corrisponde ad una capacità di gestione emotiva e ad una intima adesione ad un modello comportamentale consumistico e annullatorio. In tale contesto emerge prepotentemente il concetto di #consenso in relazione alla #violenza#sessuale: aderire ad un comportamento, perché ‘così si fa’, rende un atto sessuale non violento? Elimina la percezione ed il vivere un atto sessuale come subìto, come violenza? Tanto da far sentire ‘inadeguata’ quella che in definitiva è una vittima? Musica #techno a palla, #colori#fluo e riprese ravvicinate, focalizzate sui primi piani della protagonista Tara, compongono il modus di racconto della regista, molto vicino alla grana estetica di #SpringBreakers di #HarmonyKorine ed al video #GirlsandBoys dei #Blur. Sottile, interessante, ottimo spunto di riflessione per chi ancora ritiene che l’#educazione#sessoaffettiva nelle scuole non sia necessaria.
DESERTO PARTICULAR
#DesertoParticular (ossia ‘deserto privato’) del regista brasiliano #AlyMuritiba, candidato all’Oscar come film straniero nel 2021, narra la storia di Daniel #AntonioSaboia, poliziotto sospeso dal servizio per aver ridotto in fin di vita una recluta e Sara/Robson #PedroFasanaro un giovane transessuale conosciuto in rete come Sara il cui silenzio spingerà Daniel ad attraversare il Brasile per capirne i motivi. In uno schema tra #mèlo e #roadmovie con tinte #noir, #DesertoParticular è una #storia#intimista sulla libertà di amare e sui pesanti condizionamenti della #cultura#patriarcale. “Ho dedicato gli ultimi anni della mia carriera da regista a riflettere sulla mascolinità e le sue gabbie, su cosa significhi essere un uomo e amare nella società brasiliana di oggi, profondamente conservatrice e patriarcale. Le domande che mi sono posto e tuttora mi pongo sono: come amiamo noi uomini? Come possiamo esprimere le nostre emozioni senza ferire il prossimo? Come aprirci alle nostre fragilità e sentimenti, se ci insegnano tutto il tempo a essere freddi e forti?”, ha dichiarato il regista. Nel 2021 (anno in cui è stato realizzato il film) il Brasile di #Bolsonaro aveva il triste primato di paese con maggior numero di #omicidi di #omosessuali al mondo, cui fa da contraltare la chiesa pentecostale con i suoi #programmi di #reorientamento degli omosessuali. Con queste premesse, girare un film come #DesertoParticular è un coraggioso atto politico! Interpretazioni intense, fotografia curata (dai toni scuri del travaglio interiore, il ‘deserto privato’ del titolo, fino al finale chiarore dell’accettazione e della propria libera individuazione), scenari brasiliani non stereotipati da cartolina, sceneggiatura curata e giusta tensione narrativa completano un racconto filmico avvolgente e convincente, aggiungendo un ulteriore tassello nella lotta contro i pregiudizi di genere. Da vedere!
PERFECT DAYS
#PerfectDays di #WimWenders, qui anche sceneggiatore insieme a #TakumaTakasaki, narra la vita quotidiana di Hirayama, un addetto alle pulizie delle Tokyo toilet, interpretato da #KojïJakusho, #premio meritato allo scorso festival di #Cannes come #migliore#attore#protagonista. In realtà l’opera è stata originariamente richiesta al regista tedesco, profondo amatore della cultura giapponese, dall’amministrazione di #Shibuya, famoso quartiere di Tokyo, per realizzare un documentario sul #toiletproject, progetto della fondazione benefica #Nippon avente la finalità di incentivare l’uso dei #bagni#pubblici, tutti molto belli e diversi tra loro, realizzati da altrettanti architetti cui sono stati commissionati, per eliminare l’idea che fossero luoghi sporchi e pericolosi. Wenders ha iniziato a lavorare al progetto che si è naturalmente sviluppato in un lungometraggio di finzione attorno al personaggio insolito, poetico ed attrattivo di Hirayama che ha fatto della sua vita un capolavoro di semplicità e di stupore sulla bellezza dell’esistere e della natura, attuando alla perfezione la difficile arte dell’essere nel presente. “La prossima volta è la prossima volta. Ora è ora”, declama come un mantra con la sua giovane nipote Niko #ArisaNakano. Nella ripetitività, particolarmente insistita dal regista, dei suoi gesti e delle sue giornate, il protagonista, lungi dall’essere un personaggio noioso, esprime tutta la ricchezza e pienezza del suo vivere e sentire, dove il sottrarre, anche nella emozionante recitazione di #KojïYakusho, diventa ricchezza ed apertura ad un più intenso sentire. #Tokyo, ripresa come una metropoli moderna ed intima al contempo e la #colonna#sonora, di chiara scelta del regista (#PattySmith, #NinaSimone e soprattutto #LouReed con la sua #PerfectDay riproposta in varie versioni), ulteriori protagoniste del racconto, completano un film singolare e delicato che ha il pregio di arrivare a modificare, anche solo per un po’, il nostro sentire, ispirandoci quello che può essere un differente modus vivendi.
SALTBURN
#Saltburn è la seconda opera della regista e sceneggiatrice #EmeraldFennell, dopo il felicissimo esordio con #UnaDonnaPromettente. Siamo nel 2006; Oliver Quick #BarryKheogan è un giovane di modesta estrazione sociale, matricola ad Oxford dove conosce l’aristocratico Felix Catton #JacobElordi (bellezza sfolgorante che da sola già vale la visione del film) il quale lo invita a trascorrere l’estate a Saltburn, storica residenza di famiglia: sarà l’estate che cambierà Oliver per sempre. #Fiaba#gotica e #satirasociale verso la nobiltà e la ricchissima aristocrazia, ivi inclusa la casa reale inglese, con sguardo #queer, ispirato a #IlServo di #JosephLosey, così come ad #HarryPotter, #Twilight, #WilliamandKate (vedi ultima stagione di The Crown), tutti eventi datati 2006/2007, per ribadire quanto la casta, i privilegi, le élite, le casate, le gerarchie sociali (potere, passato,ricchezza,tradizione) impregnino ancora molto la cultura inglese ed europea, a discapito del merito, esercitando tutt’ora un fascino potente di #sudditanza verso la #nobiltà. In questo contesto Oliver dovrà nutrirsi dell’altro (del sangue, dei liquidi, dei corpi) per trasformarsi in ciò che brama, accecato dal potere di quella élite rappresentata senza sconti: cinica, anafettiva, chiusa in un ruolo che trascende ogni sentimento, per la quale l’inferiore ammesso a corte serve solo ad affermare la propria superiore magnanimità. Come il maggiordomo afferma:”Molte persone si perdono a Saltburn”. Tutto ciò Emerald Fennell lo racconta nel suo precipuo, autoriale modo: una #estetica pazzesca e #barocca con predilezione della composizione fissa delle figure all’interno delle inquadrature, quasi fossero tableau vivant (#PeterGreenway docet), #brani#pop (tutti contestualizzati) i cui testi completano la narrazione come in un musical (particolarmente efficace l’ultima sequenza sul brano #Murderonthedancefloor), simboli, rimandi estetici fortissimi e citazioni visive, tutti elementi che insieme concorrono a dimostrare la tesi assunta, immergendo lo spettatore in un mondo altro che tuttavia sottende la nostra stessa realtà. Emerald Fennell si conferma una delle più brave registe dei nostri tempi, capace di decodificare ed interpretare tutti i segni della nostra cultura, per trasferirli in un’opera originale e visivamente potente. Unico neo: il film è disponibile solo su Prime.
FOGLIE AL VENTO
#FoglieAlVento (t.o.Kuolleet ledhet, letteralmente ‘foglie morte’ dalla omonima canzone francese) del regista finlandese qui anche sceneggiatore #AkiKaurismaki, #Premio della #Giuria allo scorso festival di #Cannes, è la storia dell’incontro tra Ansa #AlmaPöisti, scaffalista in un supermercato, e Holappa #JussiVatanen, operaio siderurgico alcolizzato. Due solitudini, due mondi che il regista rende nonostante gli scarni dialoghi, il cui riconoscersi, trovarsi, amarsi, come in ogni #mèlo che si rispetti, è intralciato da una serie di eventi impeditivi: un biglietto perso, nomi non conosciuti, eventi imprevisti, reciproci dubbi e diffidenze, tutti ostacoli (e stratagemmi narrativi) che la vita sembra si accanisca a frapporre alla ricerca dell’amore e della felicità, ma solo per rendere più intenso l’incontro finale di due anime destinate. Tematica, questa, presente anche nelle #canzoni#sentimentali che percorrono tutto il film e ne costituiscono parte integrata ed essenziale, contribuendo ad intessere un #racconto#poetico e #delicato, a tratti anche divertente. Come si resiste in una vita senza quella che viene ancora percepita come “La Relazione Amorosa”? Con altrettante relazioni amorose: con la musica, con il #cinema (le locandine affisse alle spalle dei protagonisti dinanzi al cinema Ritz, luogo del loro primo appuntamento, sono altrettante dichiarazioni di amore del regista), con gli altri #esseri#animali (in questo caso una dolcissima cagnolina che verrà chiamata Chaplin), con il coraggio a dispetto delle continue notizie di morte della guerra in Ukraina trasmesse dalla radio, con l’ironia sottilmente disseminata in questo racconto e la #poesia che costituisce la trama di questo film, non a caso fortemente ispirato a #CharlieChaplin ed al suo #Tempimoderni (la sequenza finale è una evidente citazione), oltre che a #DouglasSirk di #Writtenonthewind ed a #EdwardHopper. Una ispirazione travalicata e sublimata grazie alla #cifra espressiva #autoriale, cioè personale, peculiare e distintiva di Kaurismaki, riconoscibile al primo sguardo. Film bello e #coraggioso, perché girare un ‘film di amore’ in questo periodo è un atto di coraggio!
Alessandra Quagliarella
About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.