DUNKIRK

Regia: Christopher Nolan; Interpreti: Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Harry Styles; Anno: 2017; Origine: Regno Unito, USA, Paesi Bassi, Francia; Durata: 106′

Tra il 26 maggio e il 3 giugno del 1940 si svolse la disastrosa battaglia di Dunkerque (o Dunkirk per gli Inglesi), nel nord della Francia. Gli inglesi, dopo ripetuti tentativi di contro offensiva, rimasero bloccati sulle spiagge con l’incalzante avanzata dei tedeschi dalla terra ferma. Fu organizzato un piano di evacuazione che riuscì in modo rocambolesco a portare in salvo quasi 350.000 uomini dei 400.000 totali.

Una città deserta, un silenzio surreale, poi una raffica di mitra: ecco, ci siamo, stiamo per entrare nel nuovo racconto del consacrato regista britannico.
Lo stile è inconfondibilmente suo, le prime scene sono un incubo, sospeso nel tempo e nello spazio, c’è quell’atmosfera onirica “lattescente” che è propria delle visioni, o meglio, dei sogni, di Nolan. È tempo di andare, superata la trincea inizia il viaggio: “Bon voyage!” dice un mitragliere francese al giovane protagonista, che si ritrova sulla spiaggia tra migliaia di uomini in fila per un posto su una qualche nave, direzione Casa. Sembra di vederla, laggiù, dall’altra parte della Manica, è così vicina eppure maledettamente irraggiungibile. Casa, le scogliere bianche di Dover, torniamo a casa.
Dopo l’incipit, artistoide e calamitante, Dunkirk trova la sua vera identità di “cronaca di guerra”, fedele, pulita, a tratti documentaristica, senza perdere la facoltà di intrattenere, di scuotere e di emozionare profondamente. Appassiona senza difficoltà qualsiasi spettatore.
Le stesse vicende sono raccontate su tre piani narrativi paralleli: terra, acqua, aria.
Sulla terra ferma i soldati, esausti, come anime dantesche attendono di essere traghettate via da questo inferno: quel silenzio, fatto del solo suono del mare, viene squarciato periodicamente dagli Stuka tedeschi che scendono in picchiata. Un sibilo acuto, penetrante, che porta il cuore in gola. Poi di nuovo silenzio, di nuovo le onde, nell’attesa del prossimo attacco. Tutto ciò è terrorizzante, come dovrebbe essere un film di guerra. Non c’è retorica, non ci sono eroi, ma ci sono le bombe, l’acqua gelida, il vento che soffia sulla sabbia, c’è la sete. C’è il dramma reale…

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Dopo il pomposo (e pompato) Interstellar, Christopher Nolan torna con i piedi per terra e realizza il film che desiderava realizzare fin dagli anni novanta. Si può dire che il tema sia inedito, sia per lui, sia per la nutrita cinematografia bellica. Non è un caso, visto che si tratta, per gli inglesi, di una delle pagine più drammatiche della seconda guerra mondiale, proprio loro, che le guerre, alla fine, le vincono sempre. In quei giorni di inizio estate, si toccò il punto di massima incertezza sul futuro di quella Guerra e sul destino dell’Europa e del Mondo. I Tedeschi parevano invincibili.
Eppure questa disfatta prende i toni, nella Storia come nel film, di un vero successo. Non soltanto nel salvataggio insperato di quasi tutti gli uomini, ma soprattutto nella grande dimostrazione di unità degli Inglesi, la loro proverbiale determinazione, che ha poi sancito, con l’indispensabile aiuto degli Americani, il ribaltamento delle sorti.
Per questo, nel finale, lo stile freddo e drammatico si sbottona un po’. Dai finestrini di un treno entrano i raggi del sole caldo mentre dei ragazzini giocano, spensierati, tra i binari della stazione: è questa l’Inghilterra per cui combatterono, è questo il profumo della libertà.
Spettacolari ed equilibrati i combattimenti aerei, realistici e colmi di immedesimazione, che sono stati girati con aerei originali utilizzando effetti speciali principalmente meccanici (il risultato paga).
Gli ultimi fotogrammi sono da antologia.

Dunkirk è un gioiello per gli amanti del genere, uno dei migliori film di guerra del nostro secolo, è da vedere obbligatoriamente al cinema, potrebbe essere il film dell’anno, senza scomodare la relatività.

About Frank Stable

Nasce a Moncalieri (TO) il 30 Maggio 1992, si laurea nel 2018 in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Torino. Benché in famiglia abbia sempre respirato una certa attenzione al cinema la vera passione nasce durante il Liceo Scientifico grazie alla preziosa e ispirante programmazione del canale satellitare "CULT". Sarà il film "Vodka Lemon" di Hiner Saleem a sancire la svolta e trasformare l'interesse in passione.‎ Al di fuori del cinema i suoi interessi sono per le automobili, i viaggi e la fotografia di viaggio, la tecnologia e la grafica.

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