Artista poliedrico, performer cross-disciplinare vicino all’utopia dell’opera d’arte totale, David Bowie, per quanto si vada in profondità, non si smette mai di raccontare. “È come se si rivelasse solo a metà”, ha dichiarato Cameron Crowe, fotografo della celebre rivista Rolling Stones che nel 1976 lo seguì per 6 mesi cercando di decodificarlo; ma forse è proprio questo il suo fascino.
Ovviamente David Bowie, nella sua lunga ed incessante ricerca artistica, non poteva non interessarsi anche di cinema; in totale ha partecipato a 20 film (lungometraggi) tra ruoli e cameo. Qui di seguito ne citiamo 5, a mio parere i più significativi del suo percorso.
L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA
Titolo originale: The Man Who Fell to Earth; Regia: Nicolas Roeg; Interpreti: David Bowie, Rip Torn; Origine: Gran Bretagna; Anno:1976; Durata: 138’
In questo film, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Travis, Bowie, quando è già famoso come Ziggy Stardust (uno dei suoi alter ego), è al suo esordio cinematografico; interpreta Thomas Jerome Newton, un alieno arrivato sulla terra alla ricerca di acqua, che, grazie alla conoscenza tecnologica molto più avanzata di quella terrestre, fonda un impero finanziario e progetta un’astronave per tornare sul suo pianeta. Scoperto, verrà rinchiuso e studiato fino a cancellare la sua identità di extraterrestre.
Il film non ebbe subito un grande successo ma divenne un cult col passare degli anni. Il volto e il corpo di Bowie sono perfetti, lui è il personaggio: la magrezza, lo sguardo sperduto e distante, l’inaccessibilità dell’espressione e la bellezza algida, seducente e ambigua (Bowie dichiarò in seguito che l’interpretazione così distaccata e malinconica era dovuta alla dipendenza dalla cocaina per cui quasi non aveva la percezione di quello che stava facendo, ma si limitava a imparare le battute richieste ogni giorno e a ripeterle davanti alla macchina da presa). È l’alieno per eccellenza, ma in cui ciascuno si può riconoscere per esserlo stato almeno una volta.
In un certo senso il regista Roeg sfruttò l’ambiguità di Bowie, realizzando un’opera drammatica e visionaria, costruita su salti temporali, vuoti logici e colori desautorati, incentrata sul protagonista costretto a farsi uomo per abbandonare la sua inquietante (per gli uomini) diversità. I temi affrontati sono sia “eterni” che attuali (lo straniero, la vita nello spazio, il potere della televisione, la solitudine). Inoltre il punto di vista del film di genere cambia: per la prima volta ci si pone nei panni dell’alieno per raccontare la solitudine, l’alienazione, i timori e le sconfitte della civiltà contemporanea; è insolita anche la scelta del regista di non basarsi tanto su effetti speciali, quanto su scelte registiche inconsuete, improvvisi cambi di prospettiva, un’atmosfera rarefatta e colori stinti.
È un film sfuggente, la sua bellezza deriva proprio dalla capacità di rappresentare una situazione di solitudine assoluta e senza speranza (o forse non del tutto), ma il perché preciso di questa bellezza non è definibile.
Nel film il contributo musicale di David Bowie è praticamente nullo.
Alessandra Pirisi e Alessandra Quagliarella
MIRIAM SI SVEGLIA A MEZZANOTTE
Titolo originale: The Hunger; Regia:Tony Scott; Interpreti: David Bowie, Catherine Denevue, Susan Sarandon; Origine: USA; Anno: 1983; Durata:
Anche questo film, tratto dal romanzo omonimo di Whitley Strieber, è un cult.
Bowie e la Deneuve sono due vampiri nella New York dei primi anni ’80: un intero decennio, la sua moda, le sue luci, i suoi vezzi, sono anticipati e racchiusi in questa opera. Bowie, come nessun altro, è capace di rappresentare lo spirito di questi tempi, è l’anima dandy e dolente di un film super-glam e sensualissimo.
Il film vanta inoltre una colonna sonora mitica, dove spicca il pezzo dei Bahaus, Bela Lugosi is dead, che accompagna la prima sequenza.
FURYO
Titolo Originale: Merry Christmas, Mr Lawrence; Regia: Naghisa Oshima; Interpreti: David Bowie, Ryuichi Sakamoto; Anno: 1983; Origine: Regno Unito, Giappone; Durata: 124’
Splendida musica, di cui è autore Ryuichi Sakamoto, e interpretazioni intensissime per un film concentrato sul tema dell’uomo sopraffatto dall’uomo. Bowie e Sakamoto sono presi nell’ingranaggio maledetto della guerra, coinvolti in un gioco di potere, seduzione e passione. Centrale il tema dell’omosessualità, ma anche dell’incomprensione e dello scontro tra culture. L’amicizia sempre maggiore che legherà Lawrence ad Hara, nonostante le loro differenze culturali, è un importante messaggio.
ABSOLUTE BEGINNERS
Regia: Julian Temple; Interpreti: David Bowie, Patsy Kensit, Eddie O’Connell; Anno: 1986; Origine: Regno Unito; Durata: 108’
Tratto dal libro omonimo di Colin McInness sulla vita a Londra alla fine degli anni ‘50, il film si svolge nel 1958, un tempo in cui la cultura musicale si sta trasformando dal jazz al rock per una nuova generazione alle soglie del 1960. Londra è post-Seconda Guerra Mondiale, ma pre-Beatles e Rolling Stones. Bowie ha un ruolo minore (Vendice Parteners), ma incisivo; inoltre compose la main-song del film, tutt’ora uno dei suoi pezzi più amati.
THE PRESTIGE
Regia: Christopher Nolan; Interpreti: David Bowie, Christian Bale, Hugh Jackman, Scarlett Johnasonn; Anno: 2006; Origine: Regno Unito, Usa; Durata: 130’
Bowie si cala, da vero attore, mimetico e complesso, nei panni di Nikola Tesla, ingegnere e fisico serbo naturalizzato statunitense a fine XIX secolo. Nel film, Tesla vive a Colorado Springs e aiuta il prestigiatore Robert Angier (Hugh Jackman) a costruire una macchina per il teletrasporto. Tra scienza e illusione, mistero e matematica, Bowie non potrebbe essere più a suo agio, con quell’aria austera e calma che aveva assunto negli ultimi anni.
Parlare di David Bowie non fa che aumentare la nostalgia e il rammarico per non averlo più tra noi, sicuri del fatto che avrebbe saputo donarci ancora tanta meraviglia nel suo percorso di artista e di uomo, perché quando si tratta di artisti di questo calibro la perdita è incalcolabile per tutti.
Come ha dichiarato il regista Todd Haynes, che ha diretto il film Velvet Goldmine, ispirato al glam rock e, velatamente, alla vita di David Bowie: “Sin dalla fine degli anni Sessanta David Bowie ha personificato la modernità, ha fatto avanzare la musica, la grafica, la moda, la sessualità, la stessa identità. Per molti della mia generazione, Bowie ha ridefinito ciò che era possibile per un artista popolare, rendendo il radicale e il visionario meravigliosamente accessibili. Le nostre vite e il nostro mondo non saranno più gli stessi“.
About Alessandra Quagliarella
Di Bari dove ha frequentato il liceo classico Socrate e si è laurea in Giurisprudenza. Da sempre appassionata di cinema. Nel 2013 ha frequentato il Seminario residenziale di Critica Cinematografica organizzato dalla rivista di settore I duellanti nell'ambito del Bobbio Film Festival ideato e curato dal maestro Marco Bellocchio, nonché il corso di Storia del Cinema presso l'Uniba - Università di Bari a.a.2012/2013. Ideatrice della rubrica "Cinema e Psiche" su Cinemagazzino, rubrica che si propone una riflessione sulle vicende dell’animo umano tramite l’analisi del linguaggio espressivo di quel cinema che se n’è occupato. Nel 2015-2016 ha curato e condotto due trasmissioni sul cinema: 'Sold Out Cinema' e 'Lanterna Magica, 'entrambe su Controradio Bari. Nel 2023 ha curato la rassegna cinematografica collegata al Corso diretto dalla prof.a Francesca Romana Recchia Luciani per le Competenze trasversali con oggetto la Violenza di genere dell'Università di Bari. Nel luglio 2023 ha collaborato alla rassegna 'Under Pressure, azioni e reazioni alla competizione' e nell'ottobre 2023 ha partecipato all'evento 'Taci, anzi parla. Il punto sulla violenza di genere' con un intervento sul film 'Una donna promettente', entrambi organizzati dall'associazione La Giusta Causa.