Il 24 settembre è uscito nelle sale italiane The Green Inferno di Eli Roth, un cannibal movie girato nel 2013 ma distribuito solo ora, a distanza di due anni, a causa dell’assenza di promozione da parte della Worldview Entertainment. Di questo film si è molto parlato per via delle crudissime scene gore, caratteristica che accomuna i precedenti successi del regista: Cabin Fever e Hostel. The Green Inferno è un omaggio al filone cannibal, proliferato nel cinema italiano degli anni Settanta, che purtroppo è stato spesso e volentieri lasciato in secondo piano.
L’origine di questo genere risale al 1962, anno in cui è distribuito Mondo cane di Prosperi e Jacopetti. Si tratta di un film di fiction costruito come un film d’inchiesta, genere molto in voga negli anni Sessanta, che indaga violenti rituali esotici ricostruiti a pennello.
Da quest’opera nasce una serie di mockumentary, i Mondo Movies, in cui la commistione tra eros e brutalità con cui sono presentate le popolazioni indigene (perlopiù africane) rispecchia una diffusa opposizione al processo di decolonizzazione in atto in quel periodo storico. Una decina di anni dopo, nel 1972, Umberto Lenzi si adopera per creare un connubio tra i canoni dei Mondo Movies e il genere horror di avventura con Il paese del sesso selvaggio, conosciuto anche come Mondo Cannibale. Questa pellicola è considerata il primo cannibal movie, nonostante vi sia un’unica scena di cannibalismo. Il genere prende piede solo nella seconda metà degli anni Settanta quando Ruggero Deodato gira Ultimo mondo cannibale (1977), a cui seguono Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) e Antopophagus (1980) di Joe D’Amato, La montagna del dio cannibale (1978) di Sergio Martino, Mangiati vivi (1980) e Cannibal Ferox (1981) di Lenzi e soprattutto Cannibal Holocaust (1980) ancora di Deodato.
Quest’ultimo film ha creato molto scalpore per via della violenza perpetrata nei confronti degli animali uccisi brutalmente, oltre a ricevere l’accusa di essere uno snuff movie. Eppure questa pellicola è stata eletta a rappresentante di questo genere violento e scandaloso grazie alla sua originalità linguistica. Quasi un omaggio alle origini del genere, Cannibal Holocaust si presenta come un mockumentary alla stregua dei Mondo Movies. La pellicola è divisa in due parti: la prima, girata in 35 mm, è incentrata sul professor Munro alla ricerca dei quattro giovani scomparsi, mentre la seconda, The Green Inferno, girata in 16 mm, si sviluppa attorno ai quattro reporter televisivi senza scrupoli che vogliono documentare le pratiche cannibali di alcuni indigeni appartenenti a una regione dell’Amazzonia.
La seconda parte si connota per la presenza di una pellicola graffiata e soprattutto per l’uso della camera a mano che ha ispirato, molti anni più tardi, Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez per la realizzazione di The Blair Witch Project, che riprende tra l’altro da Deodato pure il found footage, filo conduttore di altre opere come Rec e Paranormal Activity. Deodato in questo capolavoro, oltre a dar sfogo a un’estetica sanguinolenta della visione cinematografica, si scaglia apertamente contro i mass media, manipolatori dell’informazione, e contro la società occidentale, culla della crudeltà. La critica aberrante verso l’uomo moderno è cifra comune dei cannibal made in Italy: Lenzi, Martino e D’Amato lasciano trasparire l’idea di un cannibalismo come ribellione ai soprusi dell’uomo bianco.
Un’eccezione la fa Antropophagus, non tanto dal punto di vista della brutalità, quanto piuttosto per l’ambientazione che esula dalle foreste indigene. Questo lavoro è ambientato in un’isola sperduta della Grecia e a praticare il cannibalismo non è una misteriosa e inquietante tribù indigena, ma un uomo che a seguito di un trauma diventa un mostro assetato di sangue umano. Animali sventrati, persone torturate e impalate, frattaglie che invadono lo schermo sono i connotati di un genere che per troppo tempo è stato tralasciato, ma che dimostra la sua portata innovativa proprio negli omaggi di un cinema (ahimè) d’oltreoceano.
di Laura Rubin
Leggi anche: The Green Inferno di Eli Roth