ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI

Titolo: Addio Fottuti Musi Verdi; Regia: Francesco Ebbasta (Capaldo); Interpreti: Ciro Priello, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Roberto Zibetti, Simone Russo, Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito, Alfredo Felaco; Anno: 2017; Origine: Italia; Durata: 93′

Un giovane grafico disoccupato partecipa, spinto da un amico, ad un concorso per la première di un film di fantascienza: Addio Fottuti Musi Verdi. Il suo curriculum finisce nelle mani degli alieni, che lo assumono.

L’attendevamo, il loro esordio cinematografico. Un po’ come si attende la laurea del compagno di banco delle superiori o il matrimonio della coppia storica di amici: “Oh ma quand’è che…?”.
E finalmente è arrivato.
Perché è vero, i The Jackal sono quelli del web, ma si sapeva fin da subito quale fosse il loro vero posto.
Lo dicevano i filmati di quando, ancora bambini, si rincorrevano con finte pistole giocattolo imitando gli eroi del grande schermo, lo dicevano i loro primi corti, di altissima qualità, lo diceva la loro consapevolezza di creativi, così matura, già in tempi non sospetti.

Con Addio Fottuti Musi Verdi i The Jackal realizzano un lungometraggio che cerca di strizzare solo appena l’occhiolino ai loro successi sulla rete e che manifesta appieno la fedeltà ad una passione che li animava fin da ragazzini e li ha portati a diventare quello che sono.
La coraggiosa scelta del genere ne è una prova. La fantascienza che tanto li ha affascinati, sognanti spettatori degli anni ’90, è proprio quella che ritroviamo nel loro film. Un atto temerario, di sicuro, nel panorama cinematografico nostrano. Temerario e dettato da una sorta di incoscienza, forse, ma quell’incoscienza bella, tipica di chi si ritrova a giocare, finalmente, con “armi vere” e vuole godersela appieno, quest’occasione.
E allora, anche una frase da film americano può diventare il provocatorio titolo di quest’esperimento, e allora anche Ruzzo Simone/Simone Russo può trasformarsi in un duro alla Terminator, allora anche gli alieni possono arrivare a Napoli e assumere tra le loro fila un giovane grafico squattrinato.

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Se la giocano un po’ alla Edgar Wright i The Jackal – viene in mente La fine del mondo – legittimando con un tono autoironico (in questo caso non inglese ma molto italiano, anzi, molto partenopeo) una situazione che solo in un contesto americano, agli occhi di noi spettatori medi, parrebbe verosimile o, per lo meno, credibile.
Il riferimento alla disoccupazione, al precariato, al disagio dei giovani costretti ad emigrare altrove per trovare lavoro è esasperato, ma terribilmente vero e terribilmente drammatico nella sua assurdità. Per essere assunti (e degnamente pagati) occorre cambiare pianeta.

Un progetto ambizioso e indubbiamente curato sotto ogni aspetto (dalla scenografia agli effetti speciali, dal cast alla fotografia) ma, da chi ci aveva abituato a capolavori come Lost in Google, e fatto morire dalle risate con Break to the Future, Vandammo, 30 denari, le parodie SMS!, ancora prima di Gay Ingenui, Vrenzole o Gli effetti di Gomorra sulla gente, forse, ci si aspettava qualcosa di più.

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Non lascia il segno, purtroppo, Addio Fottuti Musi Verdi, non è “epico” come si poteva sperare. L’apprezzabile intento di non appoggiarsi troppo alle gag che li hanno resi famosi sfuma quando ci si accorge che le (poche) risate sono di fatto strappate solo nei momenti in cui questi tormentoni riemergono. Il passaggio al grande schermo miete ancora delle vittime, anche tra le fila dei più preparati. Con un argomento affine (sempre di mondo del lavoro e di giovani si parlava) i The Pills avevano saputo, seppur formalmente abusando dei loro sketch, fare un film forse più maturo e meno superficiale. I personaggi solo abbozzati, la trama dallo spunto originale ma per certi aspetti un po’ sommaria, la comicità a tratti scialba penalizzano non poco una prova che, nonostante sia coraggiosa, non convince.

Rimaniamo in attesa di un film alla loro altezza.

 

About Elena Cappozzo

Dopo la laurea in Filologia Moderna a Padova, studia Film Writing a Roma. Sognando di scrivere “per”, scrive “di” (cinema) qua e là, accendendo ogni tanto un cero a San...SetBlv. Il grande schermo è il suo primo, assoluto amore ma le capita con discreta frequenza di tradirlo con quello della tv e persino con quello del pc (quella da Youtube e serie tv è in realtà una dipendenza piuttosto grave, no judging.)

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