ENOUGH SAID – NON DICO ALTRO

Enough said Titolo originale: Enough said
Regia: Nicole Holofcener
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 93’

Presentato in anteprima al Torino Film Festival 2013, Enough said è una commedia brillante diretta da Nicole Holofcener (che qualcuno forse già conosce come la regista di alcuni episodi del fortunato serial TV Sex and the City).
È la storia (in parte autobiografica, per ammissione della stessa regista) di Eva, una donna divorziata, con una figlia, che incontra a una festa Albert, un formidabile James Gandolfini, anche lui divorziato. I due intrecciano, tra mille dubbi, una relazione.

Tutte le sfumature dei rapporti d’amore, quelli dei cosiddetti “single di ritorno” sono qui toccate con felice leggerezza. La paura di una nuova storia e allo stesso tempo la voglia di viverla, il cambiamento degli equilibri con i figli, il passato che torna sotto forma di ex in carne e ossa, ma anche l’eterna lotta tra mente e cuore, perché Albert non ha nessuno dei canoni estetici dell’uomo ideale di Eva e questo la manda in crisi.
Una commedia sull’amore quindi, eppure diversa dalle insipide commediole sentimentali americane.
Forse per la calda voce del compianto James Gandolfini, che rende affascinante un omone così ingombrante e buffo, o per il modo di essere di Eva, con i suoi tentennamenti tipici dell’universo femminile.

Il tono dei dialoghi – in questo senso vederlo al Torino Film Festival in lingua originale è stato fondamentale – è talmente informale e spontaneo da far sentire lo spettatore invitato ad una chiacchierata tra amici/amanti. Non ci sono frasi scontate o sorrisi ad effetto, ma smorfie, frasi sbagliate dette nel momento meno opportuno, gaffes, incomprensioni e tutto il repertorio “umano” dello stare con un nuovo partner.

ENOUGH SAIDEva (Nomination al Golden Globe 2014 come Migliore attrice in un film commedia o musicale per Julia Louis-Dreyfus) è una donna sola, con una figlia adolescente e i problemi ad essa connessi, che lavora duramente, ma resta una donna forte e indipendente. La vediamo salire quotidianamente le scale di casa di un cliente (è una massaggiatrice) trascinandosi dietro il suo bagaglio per il lavoro senza chiedere mai a un uomo, neanche al giovane e maleducato cliente, di aiutarla. Simbolo un po’ del carico che si porta dietro e dentro e che fa fatica a condividere con l’altro sesso.
Albert è un uomo pieno di difetti fisici e caratteriali ma la sua grandezza corporea è il corrispettivo di una grandezza d’animo che cerca sempre di accogliere l’altro.
C’è quindi molto più della banale coniugazione del verbo “amare”.

Altra nota di merito va alle curatissime scenografie. A questo proposito, è memorabile la scena in cui la telecamera fa una panoramica della splendida casa della ex moglie di Albert. Sembra di sfogliare le pagine di una famosa rivista di design d’interni.

Beh, non dico altro. Il film dirà il resto.

About Ivana Mennella

Partenopea di nascita e spirito, ma milanese di adozione, si trasferisce all’ombra della bela Madunina nel 2007. A 10 anni voleva fare la regista. A 20 la traduttrice per sottotitolaggio e adattamento dialoghi. A 30 la sceneggiatrice. A 40 sa con certezza una sola cosa ossia che il cinema è ancora e resterà sempre la sua più grande passione.

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